La Tribuna Sammarinese
Chiuso l’accordo di
cessione di Banca
Commerciale che probabilmente diventerà un bad bank
Le ipotesi
della liquidazione coatta e dell’azione di
responsabilità convincono gli ex proprietari
Asset spinge per
un’iniezione di fiducia per convincere la clientela, mentre si profilano altri
giorni di attesa per coloro che vorranno fare pagamenti o prelevamenti oltre una
certa soglia
Giuseppe Maria Morganti
La complessità dell’operazione conclusasi con la firma di cessione dell’intero pacchetto azionario di Banca Commerciale da parte degli ex proprietari (Se.fi s.p.a., Trecentouno s.p.a., Biciesse s.a., Finproject s.p.a.) per perfezionarsi, almeno nei valori e negli impegni nei confronti dei terzi, dipendenti compresi, dovrà prima trovare conferme nella risposta che darà il mercato. Asset Banca infatti si è riservata di fissare le condizioni di acquisto e fra queste il prezzo, nel momento in cui si sarà capito quale parte della clientela sarà d’accordo di trasferire alla nuova proprietà la gestione dei propri patrimoni. In particolare il prezzo verrà fissato sulla base del nuovo assetto degli indici di raccolta. Di fatto i venditori hanno firmato senza conoscere esattamente le condizioni, ma fortemente sollecitati dalla possibilità che Banca Centrale, dopo i quatro mesi di commissariamento, decretasse la liquidazione coatta dell’istituto. Voci si rincorrono anche su un altro ancor più delicato versante e cioè quello per cui sia stato garantito ai vecchi proprietari che Banca Centrale non eserciterà l’azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori e dirigenti. Di fronte alla prospettiva della liquidazione e della denuncia, le resistenze dei venditori pare si siano allentate e alle 21 di venerdì sera si è arrivati alla firma dell’atto di cessione. Voci altrettanto bene informate indicano come una parte consistente dei depositi della clientela in Banca Commerciale (circa 30 milioni) siano stati congelati a favore della banca attraverso un’azione di convincimento messa in atto da Banca Centrale nei confronti della società finanziaria detentrice del credito. Fatti tutti questi da accertare poichè, ovviamente, non emergono fra le comunicazioni ufficiali. Per quanto riguarda il rapporto con i dipendenti le condizioni sono più o meno le stesse e sarà la massa di denaro da amministrare, finita la bufera e conclusa l’operazione che si profila ancora lunga e complessa, a determinare il numero di coloro che avranno salvo il posto di lavoro. Sebbene i progetti non siano ancora definiti, c’è chi ritiene che l’intervento porterà alla trasformazione di Bcs in una sorta di bad bank che si dovrà occupare per conto della banca capogruppo del recupero dei crediti difficilmente esigibili, mentre i clienti attivi troveranno migliore collocazione all’interno di Asset Banca che in questo modo consoliderà la propria presenza sul mercato sammarinese. Di fatto il progetto industriale non funge da moltiplicatore dell’attività, ma punta al consolidamento della parte ‘buona’ e alla dismissione, la meno onerosa possibile, di quella cattiva. Sta di fatto che lunedì mattina funzionari di Banca Commerciale e Asset Banca accoglieranno i clienti per spiegare l’esito della trattativa e sopratutto per convincerli a restare fedeli al nuovo progetto. Non è chiaro però se coloro che decideranno comunque di prelevare i propri averi potranno farlo seduta stante oppure dovranno attendere l’espletamento di altre formalità che consentiranno di fatto di estendere il blocco dei pagamenti senza però ricorrere ad un provvedimento (decreto) che dovrebbe derogare la legge che, almeno su questo punto parla chiaro, fissando il limite massimo del blocco ai tre mesi già trascorsi.