Zanotti risponde a Beccari sui referendum in materia di lavoro

“Marco Beccari della CDLS afferma che non si possono modificare i contratti a colpi di referendum.
Precisiamo che la nostra intenzione non è cambiare un contratto, bensì migliorare una legge iniqua.
E allora non resta che aspettare il NIENTE del sindacato, prigioniero del proprio immobilismo e di dirigenze inefficienti, vecchie, paurose e in sudditanza continua davanti al governo di turno.
In realtà noi di ‘Rinnovamento e Trasparenza’ non abbiamo fatto altro che dar corso alla mozione conclusiva del congresso CSdL del 2004, in cui strumenti come i referendario, ma anche istanze d’Arengo e leggi d’iniziativa popolare, vengono assunti come strategia di cambiamenti sostanziali.
Poi è arrivato il 2005, anno strano, anno della legge 131 e 158, quella bruttissima sul 2° pilastro, talmente brutta che siamo riusciti a farla cancellare; 2005 come anno del voltagabbana sindacale che è passato da una radicale contrarietà alla legge sul lavoro (131) ad una acque scienza totale, in pochi giorni. Neanche il camaleonte è così veloce.
2005 come anno di grandi unificazioni di partiti storici che non ha lasciato indifferente il sindacato.
Tutto nello stesso anno.
Molti hanno gridato allo scandalo.
Poi il silenzio è calato nuovamente.
Noi, anche a nostre spese, ci siamo mossi e siamo contenti d’averlo fatto, ritenendolo un dovere civico.
Ora il sindacato, non avendo il coraggio d’indicare un voto negativo ai lavoratori, trincerandosi in astrusi calcoli sul quorum, si rifugia in un ambiguo invito al ‘non voto’.
Siamo forse in presenza di una santa alleanza con la politica che teme una grande affluenza sulla preferenza unica?
Quel che è sicuro : il sindacato teme molto le risposte ‘libere’ della popolazione” .
Marino antimo zanotti
Comitato dei 3 SI – Rinnovamento e Trasparenza