Stefano Elli di IlSole24Ore: Match in corso sul Titano per il potere finanziario

Stefano Elli di IlSole24Ore: Match in corso sul Titano per il potere finanziario

Il Sole 24 Ore (27 Aug 2016)

Match in corso sul Titano

Dietro la partita sugli Npl di San Marino è in corso una battaglia interna per il potere finanziario (e non solo)

Stefano Elli

Leggiamola
come una partita a scacchi. Da una parte i pezzi bianchi, e dall’altra i
neri. In questo caso sulla scacchiera non ci sono due Re ma una
Repubblica, quella di San Marino, che da almeno un decennio soffre. Il
suo core business storico, la custodia riservata di capitali italiani,
da due lustri langue nella disidratazione provocata dai tre scudi
fiscali allestiti da Giulio Tremonti, dalla voluntary disclosure e dal
pressing continuo del Fmi, dell’Ocse e del Moneyval.Solo nell’ultimo
scudo, al 15 dicembre 2009, Banca d’Italia calcolava che i rimpatri di
denaro dal Titano ammontassero a 3,819 miliardi. Altre stime parlano di
almeno 5 miliardi evaporati. Il sistema bancario locale ha dimezzato la
sua presenza. Prima degli scudi fiscali le banche erano 12 ora sono sei.
Il sito della Abs, l’Abi locale, inspiegabilmente, espone dati ibernati
al 2013. Più aggiornato quello della Banca centrale, presieduta dal 22
gennaio scorso dall’egiziano Wafik Grais: nel marzo 2016 la raccolta (
diretta e indiretta) delle banche locali era a 6,6 miliardi, nel marzo
del 2008 superava i 14. Un dato che dice tutto. Anche politicamente il
Paese ha qualche problema. È di qualche giorno fa la notizia delle
dimissioni di un’autorevole esponente di Governo: Antonella Mularoni,
già alla segreteria di Stato agli Esteri, ora membro del Congresso di
Stato. E sono iniziate le trattative tra partiti locali per formare
coalizioni credibili in vista di future elezioni.

Ma la partita che
si sta giocando in queste ore è quella sui non performing loans, i
crediti inesigibili del sistema bancario del Titano. Npl che ammontano,
secondo alcune fonti a 1,8, secondo altre a 2,1 miliardi. Di questi la
maggior parte sono ascrivibili alla banca di sistema di San Marino: la
Cassa di Risparmio. La stessa che controllava surrettiziamente il gruppo
Delta: messo sotto accusa per riciclaggio dalla procura di Forlì. E
proprio Delta sono targati 700 milioni di crediti di piccolo taglio (
Delta operava prevalentemente sul credito al consumo) che, tuttavia,
dopo una lunga fase di commissariamento sono o sarebbero stati
disinnescati.

Quella sui Npl è una partita delicata su cui si
stanno confrontando due squadre con interessi apparentemente
contrapposti. Proviamo a individuare i giocatori. Fonti locali
suggeriscono che a muovere i pezzi ci siano ambienti vicini al Cis, il
Credito industriale sammarinese: banca una e trina ( ingloba anche Banca
Partner e Euro Commercial bank) già della Cassa di Rimini, oggi
indirettamente controllata dalla lussemburghese Leiton holding, e
riconducibile all’immobiliarista Marino Grandoni. Ebbene il primo
obiettivo del Cis, sarebbe quello di acquistare ( o fare acquisire da
soggetti amici) la parte pingue dei crediti non esigibili del sistema.
Rumor locali però insinuano che il reale obiettivo della cordata sarebbe
la conquista della prima banca del Titano, cioè proprio la Cassa di
risparmio di San Marino. In questo disegno il Cis troverebbe una solida
sponda nella Banca centrale all’interno della quale Grandoni godrebbe
di appoggi ad alto livello. Preliminarmente Banca centrale sarebbe
orientata a commissionare una due diligence sui crediti a una società
estera (anche questa lussemburghese). Ma questa ipotesi lascerebbe
fredda (se non contraria) una parte dell’Associazione bancaria
sammarinese, all’interno della quale si starebbe consumando una frattura
tra il suo presidente (Daniele Guidi, direttore di Banca Cis e dunque
uomo storicamente vicino a Grandoni) e i rappresentanti delle altre
banche. Dall’altra parte va registrato il tentativo operato da uomini
della Cassa di risparmio (a capitale statale) di gestire la partita Npl
in modo “industriale”.

A questo scopo risulta a Plus24 che, nei mesi
scorsi, uomini della Cassa, assistiti dall’avvocato Matteo Mularoni
(joint venture partner dello studio romano Bussoletti Nuzzo), abbiano
incontrato esponenti di primo piano di note società specializzate nella
gestione di Npl, per elaborare una strategia di stabilizzazione del
credito sofferente. Con un problema in più. A San Marino non è mai
esistita una centrale rischi e inutilmente i precedenti presidenti della
Banca centrale, da Antonio Valentini a Renato Clarizia, hanno tentato
di istituirla. Questo significa che i crediti erogati a San Marino sono
noti solo alle parti, e le garanzie a supporto di questi crediti (anche
quelli utilizzati per operazioni di sistema significative) potrebbero
essere state reiterate su più istituti senza possibilità di controlli
incrociati. Ed eventuali disclosures indesiderate potrebbero provocare
non pochi imbarazzi tra le fila dei « prenditori » , siano essi italiani
o autoctoni.

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