Il Comandante della Guardia di Finanza di Rimini, Enrico Cecchi, si difende dalle critiche più o meno esplicite di cui è stato bersaglio da quando è scoppiato il caso della camorra impiantata fra la Romagna Riminese e la Repubblica di San Marino.
Lo fa ricordando puntigliosamente e dettagliatamente il suo curriculum professionale. Infine, solo infine, si toglie qualche sassolino dalla scarpa.
Sono avulso da qualsiasi forma di razzismo, di beghe politiche o di potere nostrane od estere, scevro da palcoscenici mediatici od editoriali, lontano da ricavi personali o di propria immagine. Mai, infine, da quando sono a Rimini, mai ho accostato i frontalieri ai criminali. Nelle attività di polizia giudiziaria, quelle serie, non si “starnazza”, ma si lavora. E se ogni tanto parlo, lo faccio a ragion veduta e la conclusione delle prossime operazioni di servizio, condotte dalle mie Fiamme Gialle romagnole, me ne darà ampia ragione. Per chi delinque, cito un passo del Vangelo: “State pronti, perché non sapete né il giorno, né l’ora!” Al “picciotto” frontaliere, invece, ricordo la famosa frase di Fidia: “Ne ultra crepudum, sutor!” “Non oltre la scarpa, calzolaio!” Ad ognuno il suo mestiere.