San Marino. L’intervento dello Stato, di questi giorni, per il Credito Sammarinese, fa ritornare alla mente quello a favore di Banca del Titano, nel 2007.
Nel 2007 il governo decise di salvare Banca del Titano con un intervento diretto dello Stato. Soldi pubblici investiti per concorrere a chiudere un enorme buco: 30 milioni di euro circa.
Nel caso di Credito Sammarinese il buco non pare esser inferiore. Di diverso c’è che si è deciso di chiudere la banca e salvaguardare gli interessi dei clienti.
Nel caso di Banca del Titano lo Stato, di fatto, rinunciò a promuovere azioni di responsabilità verso i soci e gli organi sociali della Banca e, di fatto, rinunciò a recuperare la somma investita. Leggi in proposito il decreto Banca del Titano, del 15 ottobre 2007.
Nel decreto per il Credito Sammarinese emanato oggi, circa un eventuale recupero della somma investita nell’operazione, si legge: Ai fini della determinazione della perdita si tiene conto di ogni utilità che
dovesse derivare alle banche cessionarie nell’ambito delle operazioni di
realizzo ovvero a seguito delle azioni di responsabilità e risarcitorie anche
successivamente al termine ultimo di cui all’articolo 3, vale a dire dopo otto anni.
Basterà questo cenno?
DI …