Continua, nella Repubblica di San Marino, il disimpegno dello Stato, secondo Christian Ferrari dell’Associazione Movimento SottoMarino
L’opinione pubblica è concentrata su problemi gravi di questo paese quali le
infiltrazioni della criminalità organizzata, la disoccupazione crescente, i
rapporti al minimo storico con l’Italia. Approfittando di questa difficile
situazione c’è una parte della politica che sta compiendo, il più possibile
lontana dai riflettori, un lavoro simile a quello dell’acqua cheta: il
progressivo smantellamento dello stato sociale di questo Paese.
I politici
italiani, quando devono giustificare un provvedimento impopolare, recitano il
noto ritornello “ce lo chiede l’Europa”; quello in voga a San Marino, invece, è
“non ci sono più i soldi”. Ebbene in questi anni con questa scusa ci è passata
sotto il naso la delega ai privati di importanti componenti dello stato sociale,
quali pensioni, asili nido (di cui l’asilo di Falciano è l’ultimo atto), centri
anziani (vedi il casale “la Fiorina”). Per non parlare poi delle piccole cose
come l’assicurazione sulle perdite d’acqua (Cattolica assicurazioni), il
servizio barellieri (la Splendor), la proposta del servizio catering privato al
posto della cucina interna negli asili (attualmente l’unico servizio privato
operativo è “il Ponte”).
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