A San Marino condannato 55enne di Terni. Fatture false per 3,4 milioni

A San Marino condannato 55enne di Terni. Fatture false per 3,4 milioni

Fatture false per 3,4 milioni. Condannato 55enne di Terni

Nel procedimento per riciclaggio che è stato stralciato e che è ora in istruttoria spuntano i nomi dei boss della mafia di Enna

Segue aggiornamento

ANTONIO FABBRI. Fatture false per oltre 3,4milioni di euro, condannato un 55enne di Terni ex amministratore di una società sul Titano. Il dato più rilevante potrebbe tuttavia emergere dalla parte di fascicolo stralciata e nelle mani del Commissario della legge inquirente, Antonella Volpinari. Parte di inchiesta nella quale si indaga per riciclaggio. Stando a quanto emerso finora nella parte di dibattimento giunta in aula, infatti, spuntano collegamenti con le cosche mafiose della provincia di Enna.

La Procura fiscale Nel processo di ieri, intanto, si è proceduto per le fatture false e per le false dichiarazioni a pubblico ufficiale. I fatti contestati occupano un arco temporale tra il 2010 e il 2015. Il Procuratore del fisco Roberto Cesarini ha sottolineato come già dalle dichiarazioni dell’imputato, Alberto Del Frate, erano emerse incongruenze. “Dall’esame dei clienti della società nei confronti dei quali sono state emesse le fatture contestate è emerso chiaramente come si trattasse di vendite a se stesso, a società nelle quali il gestore era sempre lo stesso imputato. E’ risultata evidente la fittizietà della emissione di queste fatture”. Eloquente nella scorsa udienza l’affermazione dell’ispettore Paolo Francioni del nucleo antifrode: “Vendevano fatture, non servizi”, ha affermato. Da queste risultanze il Procuratore del fisco, riscontrando l’intervenuta prescrizione di uno dei capi di imputazione, ha chiesto una condanna complessiva a un anno e tre mesi di prigionia e a 600 euro di multa.

La difesa Di diverso avviso l’avvocato difensore, Elia Fabbri: “Le anomalie evidenziate non sono di per sé indicative delle conclusioni cui è pervenuto il procuratore del fisco. Non c’è in queste operazioni, che si riscontrano in tutte le attività commerciali, un intrinseco indice di colpevolezza”. Colpevolezza che la difesa ha quindi escluso chiedendo l’assoluzione per tutti e tre i capi di imputazione contestati.

La decisione del giudice Il Giudice Roberto Battaglino, dopo la camera di consiglio ha pronunciato sentenza di condanna nei confronti di Alberto Del Frate. Accogliendo in sostanza le richieste del Procuratore del Fisco, ha dichiarato prescritto un capo di imputazione e per gli altri due ha condannato a un anno e tre mesi di prigionia, concedendo la sospensione condizionale della pena essendo l’imputato incensurato, un anno di interdizione e 300 euro di multa. Possibile l’appello.

Il risvolto del riciclaggio Nella sua requisitoria il Procuratore del fisco ha richiamato il fatto che le fatture false emesse fossero funzionali ad un presunto riciclaggio sul quale, nella parte stralciata, sta ancora indagando l’inquirente. Quelli che sono stati portati alla luce sono collegamenti che devono fare riflettere considerato che, all’epoca dei fatti, una delle società verso le quali veniva emessa fattura, pur essendo gestita di fatto da Del Frate, vedeva come formale amministratore tale Liboria Leonardo. La donna, ha ricostruito il Pf richiamando le carte del fascicolo, è moglie del capomafia di Enna Liborio Di Dio. Quest’ultimo dal carcere, prima di essere posto in regime di 41 bis, impartiva istruzioni a moglie e figlio per riscuotere il pizzo. Liboria Leonardo è anche sorella di un altro boss ennese, Gaetano Leonardo, detto “Tanu ‘u liuni”, pure lui in carcere per associazione mafiosa. Prende dunque le mosse anche da queste circostanze l’ulteriore indagine per riciclaggio, che dovrà verificare se il denaro transitato a San Marino, e “giustificato” dalle false fatturazioni, avesse una provenienza riconducibile anche all’attività delle cosche di Enna.

Aggiornamento. In data 15 aprile 2020 abbiamo ricevuto la seguente rettifica: 

” Per il tramite del proprio legale Avv. Masssimo Oreste Finotto, il Signor Alberto Del Frate relativamente agli articoli che lo vedono interessato, intende precisare la Sua totale estraneità  da qualsiasi rapporto extra lavorativo con la Sig.ra Leonardo Liboria e   con i di Lei parenti, posto che la Liboria Leonardo amministrava la propria società ( Lambda Research srl) in completa autonomia e nei rapporti commerciali  il Signor Alberto Del Frate ha sempre applicato con la Lambda Research srl  la:   “ diligenza dell’operatore economico accorto”.

Il Signor Alberto Del Frate, contesta altresì la circostanza riportata nell’articolo secondo la quale egli ha gestito di fatto la società Lambda Reserarch srl, posto che lo stesso ha solo avuto rapporti commerciali con la stessa società. Inotre, si specifica che il Signor Alberto Del Frate è incensurato e soprattutto non risulta allo stato essere sottoposto ad alcun procedimento penale per Riciclaggio, contrariamente a quanto riportato dalla testata giornalistica LIBERTAS”.

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