A San Marino, per i masnadieri della finanza, soldi della comunita’ e salvacondotti giudiziari

A San Marino,  per  i masnadieri della finanza, soldi della comunita’ e  salvacondotti  giudiziari

C’è luogo migliore della Repubblica di San Marino per i masnadieri  della finanza ed i trappoloni in genere provenienti dallo Stivale?

Il richiamo, verso questo genere di persone,  è stato lanciato con la sciagurata depenalizzazione dei   reati fiscali e societari  (artt. 316, 388, e 389) a metà degli anni Novanta. Sono calate   su San Marino letteralmente  a stormi, per  annidarsi, in particolare, nel settore finanziario. Tanto che, in una decina di anni,  questo settore   è  arrivato a contare – l’ultimo nel 2009 –  ben 72 ‘soggetti autorizzati’: dodici banche e sessanta tra finanziarie, fiduciarie, società di gestione, compagnie
d’assicurazioni.

Lo Stato sammarinese non si è minimamente attrezzato, se non a parole, per  controllare questi signori. Ha detto Gabriele Gatti, Segretario di Stato alle Finanze
prima di Pasquale
Valentini
, con buona pace dei vertici – di allora – di Banca Centrale della
Repubblica di San Marino
: fanno
più controlli gli enologi del consorzio vini che non la vigilanza di
BCSM
.

Insomma,  San Marino è divenuto il farwest dei poco di buono  italiani di ogni risma. Che le cose stiano così hanno finito per ammetterlo,  davanti al procuratore della Repubblica, Fabio Di Vizio,  anche Stefano Caringi e Luca Papi rispettivamente Capo della Vigilanza e Direttore di Bcsm.

Ma c’è di peggio. Chi è venuto qui  non ha solo recato un danno enorme di tipo reputazionale allo Stato sammarinese. Ma anche un danno economico. Un danno economico  reale, diretto. Cioè ha spillato soldi.  Ogni volta, presenti i vertici di Banca Centrale come regolatori, con tanto di salvaguardia per i risvolti penali,  ha preso soldi dalla comunità. Ci sono voluti  40 milioni  per Credito
Sammarinese
, e forse il doppio per Banca Commerciale. Si disse, in questi casi, che c’erano di mezzo anche  clienti sammarinesi  in buona fede,  che andavano assolutamente protetti. Per questo, si disse,  lo Stato ha messo così generosamente mano alla borsa.  

E c’è  di peggio.
Una stessa banca (Banca del Titano  poi San Marino  International Bank), cambiando solo nome, ha potuto usufruire due volte del danaro della comunità.
Quando si tratta di danneggiare la comunità  non vale ‘ne bis in idem’.
Un caso da manuale.
E, detta banca,  non aveva –  come nel caso, di Cs e Bcs –  clienti sammarinesi.
Insomma  è stato un atto di generosità pura verso persone che, venute  da fuori, hanno avuto il solo merito di fare il maggior danno possibile al Paese.
Ed in tutta tranquillità. Tanto che ancora non si è a conoscenza di  alcun  reale  conclusivo intervento di giustizia   verso di loro né quando  hanno operato sotto il vecchio nome  (Bdt) né  quando hanno operato  sotto il nuovo nome (Smib). 

Leggi anche

San
Marino, di nuovo immunita’ giudiziaria a chi fa buchi nelle banche?

San
Marino, un covo di allegra finanza mafiosa? Bcsm e le immunita’

 

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy