Alessio Muccioli (Segretario FUPI-CSdL): Privatizzazioni, a San Marino non esistono le condizioni per una corretta concorrenza

Alessio Muccioli (Segretario FUPI-CSdL): Privatizzazioni, a San Marino non esistono le condizioni per una corretta concorrenza

Cara OSLA, pure chi rappresenta il pubblico impiego dal punto di vista sindacale è preoccupato per l’ingente spesa corrente del paese. Anche secondo noi ci sono margini per ridurre tale componente del bilancio pubblico, e i risparmi che ne conseguono possano essere utilizzati per provvedimenti atti a favorire il rilancio dell’economia. Pensiamo, tuttavia, che la scorciatoia delle privatizzazioni da voi indicata possa in realtà rivelarsi come una strada sbagliata.

Tale convinzione non è pregiudiziale, deriva invece dalla osservazione di ciò che è accaduto e tuttora accade nel nostro paese e al di fuori di esso. L’humus sul quale un processo di privatizzazione può portare vantaggi all’economia di un paese, quindi alla sua collettività e non solo ad una parte di essa, è costituito da regole certe e rispettate che vadano ad assicurare, in primis, quella garanzia di concorrenza che permette il miglioramento dei servizi offerti e/o la riduzione dei costi ai quali tale servizio viene offerto.

Come si diceva, già nel paese di cui siamo una enclave, eccezion fatta per qualche realtà tipo la telefonia, ciò ha difficoltà ad avverarsi, proprio perché spesso manca la garanzia di una efficace concorrenza. Pensiamo che a San Marino non sussistano condizioni migliori.

Anche tale osservazione è suffragata dai fatti; basta infatti volgere lo sguardo ai tanti appalti ed esternalizzazioni con i quali, di fatto, si realizza una per così dire “privatizzazione a scopo”, attraverso cui tanto lavoro dallo Stato è passato ad imprese private; abbiamo già avuto occasione di denunciare alcuni di questi casi (esosi appalti di pulizie, manutenzioni, trasporti, addirittura progettazioni di opere che dovrebbero essere eseguite da personale assunto allo scopo) che, a nostro avviso, per come erano configurati, rappresentavano delle regalie a quelle stesse persone che denunciano lo Stato come fonte di spreco. Tali sprechi sono finanziati con le tasche di tutti, a danno di tutti.

Abbiamo anche privatizzato qualche servizio, come quello delle revisioni auto, il cui costo però è aumentato in maniera esponenziale per l’utenza, diventando fonte di introito solo per qualcuno. Che non faccia piacere a nessuno pagare le tasse, è cosa risaputa: tuttavia vorrei ricordare che sarebbe quanto mai opportuno che le tasse le pagassero tutti, non solo chi non può evaderle, ovvero i lavoratori dipendenti.

È indubbio che per uscire da questa impasse economica tutti si debbano mettere in gioco, così anche l’imprenditoria dovrebbe cominciare a rispettare le leggi che impongono l’assunzione di persone in particolare difficoltà e più sfortunate di noi, cosa che invece viene svolta dal solo Stato.

Vogliamo poi parlare di lavoro nero? Oppure di uso anomalo degli ammortizzatori sociali? Magari la prossima volta; il punto è che non sarebbe il tempo di fare polemiche, ma di trovare risposte vere e sensate. Per fare ciò crediamo che il primo passo debba essere quello di guardare, ognuno di noi, a quello che può fare per questo paese, prima di dare ricette salvifiche.

 

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