L’Unità operativa di Neurologia dell’Istituto per la sicurezza sociale è uno dei partner ospedalieri dello studio multicentrico in corso sui danni a livello celebrare derivanti dal Covid-19.
Lo annuncia l’Istituto per la sicurezza sociale, spiegando in una nota che “il Sars-CoV-2, oltre ai polmoni, può colpire diversi altri organi e apparati, tra cui anche il sistema nervoso centrale e periferico nonché i muscoli”.
Sono, infatti, “molteplici i quadri neurologici che possono insorgere nelle varie fasi dell’infezione: sintomi a livello del sistema nervoso centrale come cefalea, vertigini, disturbi dello stato di coscienza (confusione, delirium, fino al coma), encefaliti da infezione diretta del virus o su base autoimmune, manifestazioni epilettiche, disturbi motori e sensitivi, spesso legati a ictus ischemici o emorragicisintomi a livello del sistema nervoso periferico come la perdita o distorsione del senso dell’olfatto, del gusto, sofferenza diretta o su base immuno-mediata dei nervi periferici (neuralgie, sindrome di Guillan-Barrè), nonché sintomi da danno muscolare scheletrico, che si manifestano con mialgie intense, spesso correlate a rialzo di enzimi liberati dal muscolo, espressione di danno muscolare diretto”.
I primi dati relativi a complicanze neurologiche dell’infezione da Covid-19 svolti in Cina “hanno evidenziato un 36% di complicanze neurologiche tra i pazienti ricoverati, mentre studi successivi, hanno dimostrato che oltre il 37% dei pazienti colpiti dal nuovo coronavirus, anche dopo la guarigione manifestano reazioni neurologiche come stato confusionale, vertigini, mal di testa, perdita dell’olfatto e del gustodisturbi della parola e perdita della vista“.
Proprio per studiare meglio tali aspetti, “l’Istituto auxologico italiano, l’Università degli studi di Milano-Bicocca e l’Università degli Studi di Milano, sotto l’egida della Società italiana di neurologia hanno promosso uno studio su disturbi neurologici nel Covid-19, denominato ‘Neuro Covid’, a cui partecipa anche il servizio di Neurologia dell’Ospedale di Stato“.
Lo studio, che in totale coinvolge 44 ospedali e centri di cura, “prevede di seguire i pazienti che hanno avuto sintomi riferibili a un coinvolgimento del sistema nervoso centrale o periferico, fino a 6 mesi dopo la malattia da Covid-19“. L’indagine “proseguirà fino a dicembre 2021; al momento si concentra su 191 partecipanti, posizionando l’Ospedale di San Marino al secondo posto per numero di pazienti tra i centri partner della ricerca“.
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