Andrea Rossini di Corriere Romagna Rimini: Fermata anche la sorella del killer

Andrea Rossini di Corriere Romagna Rimini: Fermata anche la sorella del killer

Corriere Romagna Rimini

Il colpo di scena

Fermata anche la sorella del killer

Gli investigatori la seguivano nella speranza di stanare l’assassino di Covignano
Bloccata nel “covo” di una banda: 70mila euro, hashish e cocaina, documenti falsi e armi

Andrea Rossini 

  
Una centrale criminale
in piena regola che costringe
gli stessi inquirenti a rivedere
l’immagine che via via si erano fatti
del sospettato, attaccabrighe
ma formalmente incensurato

 RIMINI. Il colpo di teatro dell’inchiesta
sul delitto di Covignano risale
a martedì scorso mentre l’assassino
era ancora in fuga. Con l’accusa di
droga, armi e riciclaggio di denaro,
infatti, gli investigatori della Squadra
mobile hanno fermato la sorella,
M.Z., 25enne del giovane arrestato.

Probabilmente ne seguivano
le mosse nella
convinzione che potesse
portarli al nascondiglio
del congiunto, ma neppure
loro si aspettavano
di trovarsi di fronte a una
situazione che rischia
di capovolgere gli
scenari finora ipotizzati
per l’omicidio. Se lo scopo
era infatti semplicemente
quello di stanare
il fratello, adesso gli interrogativi
si moltiplicano
in un gioco di specchi
e rimandi di difficile interpretazione.
La ragazza,
infatti, imbeccata in
qualche modo dal fuggitivo,
sarebbe stata sorpresa
mentre prelevava
una grossa somma di denaro
in contanti, si parla
d i q u a l c o s a c o m e
70-80mila euro, all’i n t e rno
di un appartamento
riminese che in qualche
modo doveva essere nella
disponibilità del giovane
o che comunque lui
era abilitato a gestire
per conto di una banda.
Un vero e proprio “c ovo”
dai contorni misteriosi:
dentro c’era di tutto
(oltre un chilo di h ashish,
della cocaina, materiale
per il confezionamento,
almeno una pistola
funzionante e altre
armi giocattolo prive del
tappo rosso), compresa
la presenza di documenti
falsi, al vaglio degli investigatori.
Una centrale
criminale in piena regola
che costringe gli
stessi inquirenti a rivedere
l’immagine che via
via si erano fatti del sospettato,
il biondino
sballato, attaccabrighe ma formalmente incensurato
(assolto negli unici
procedimenti, per lesioni
personali, nei quali
finora è stato coinvolto),
che vive con i genitori. (…)

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