Antonella Mularoni (Ap): “Oggi dall’estero nuova fiducia in San Marino”
“Abbiamo costruito relazioni indispensabili per la crescita del Paese”
SAN MARINO – E’ arrivata da Strasburgo con il compito di ricucire uno strappo molto più esteso di quanto si potesse immaginare. Oggi il nome di Antonella Mularoni, segretario di Stato per gli Affari esteri, resterà nella storia della Repubblica di San Marino per la firma dell’intesa con l’Italia contro le doppie imposizioni fiscali che “sancisce la fine di un’era”. In un’intervista all’Agenzia Dire, Mularoni riassume i suoi quattro anni a Palazzo Begni, in cui il Titano è riuscito a uscire dall’isolamento in cui era precipitato. E se gli organismi internazionali, l’Ue e l’Italia oggi guardano San Marino con fiducia, lo si deve a un lungo e impegnativo cammino del Paese iniziato con il suo insediamento. Come nel 2008, la candidata di Alleanza popolare si dice pronta a impegnarsi nuovamente in un ruolo di governo, anche se, prima di sciogliere ogni riserva, non resta che attendere l’esito del voto di domenica.
Questi 4 anni sono stati molto impegnativi e intensi per Lei e per il governo del Patto. Ha mai pensato che San Marino poteva non farcela sul serio a superare tutte le emergenze che si sono accavallate, soprattutto nei primi anni di mandato? Quando? E quale è stato invece il momento che non si scorderà mai? Sì, ci sono stati momenti in cui ho pensato, nella fase iniziale della legislatura, che San Marino stava seriamente correndo il rischio di non farcela. Le questioni da sistemare erano così tante che chiudevamo una falla e subito se ne allargava un’altra. Ma sapevo che avevamo avviato il percorso giusto per il nostro Paese ed ero certa che i riconoscimenti a livello internazionale sarebbero arrivati, come poi stato.
Non dimenticherò mai l’1 giugno di quest’anno, quando abbiamo concordato con la Farnesina la data del 13 giugno per la firma del Protocollo di modifica dell’Accordo contro le doppie imposizioni fiscali, che di fatto sancisce la fine di un’era, con la conseguente definizione del nuovo assetto delle relazioni economiche fra Italia e San Marino.
Che Paese aveva trovato nel 2008 e che San Marino lascia oggi? Potrei sintetizzare affermando che nel 2008 San Marino aveva problemi con tutti i protagonisti della scena internazionale strategici per il nostro sviluppo, e dunque col Moneyval, che ci aveva posto in procedura rafforzata, tutti si ricorderanno della concreta evenienza di non poter più usare le carte di credito fuori San Marino, con l’Ocse, dove eravamo tra i pochi Paesi in lista grigia, con l’Unione Europea, con cui è stato fatto in questa legislatura un lavoro di contatto e di approfondimento enormi, e – naturalmente – con l’Italia.
Oggi registriamo un clima di rinnovati dialogo e fiducia con tutti e dunque abbiamo rimosso le criticità ereditate e ricostruito le fondamenta di relazioni che sono indispensabili per la crescita del Paese. Inoltre ora abbiamo una rete di accordi contro le doppie imposizioni fiscali che sono il presupposto necessario per la internazionalizzazione della nostra economia e dunque per la possibilità reale di attrarre investimenti.
Questi sono fatti oggettivi, che ritengo attestino in maniera inequivocabile la validità della conduzione della politica estera.
Ci sono stati degli episodi in cui si è sentita lasciata sola da Colleghi di governo o alleati? Chi invece non l’ha mai abbandonata? Diciamo che quando i risultati richiedono un delicato e tenace lavoro preventivo non tutti hanno la pazienza o la capacità o la volontà di capire che purtroppo serve un certo tempo per recuperare ritardi accumulati nelle legislature precedenti e per dimostrare che i cambiamenti sono reali e non di facciata. Ma ho sempre avuto il pieno sostegno del Governo nella sua collegialità e della maggioranza consiliare e naturalmente é stata fondamentale la fiducia che Alleanza Popolare mi ha sempre dimostrato, anche nei momenti più difficili.
Era evidente che non sarebbe stato un percorso né facile né rapido e che non sarebbe bastato un volto nuovo e pulito, con un background anche internazionale, per sanare situazioni estremamente gravi protrattesi nel tempo. Non c’era alcuna bacchetta magica da usare ma serviva un lavoro a 360 gradi, serio e sinergico. Ciò é stato fatto e i risultati ne confermano la bontà.
Lei ha diretto la Segreteria di Stato più prestigiosa e autorevole in un momento in cui il tradizionale partner italiano aveva girato le spalle al Titano. Ciò le ha portato parecchie critiche, spesso dai suoi stessi colleghi e alleati di governo. Crede che essere una donna al comando, in un Paese dove i ruoli chiave sono tradizionalmente maschili, le abbia reso le cose ancora più difficili del dovuto? No, francamente non penso che le cose siano state più difficili perché sono donna, ho la fortuna di non avere mai avuto nella mia vita questa sensazione. Forse perché sia a scuola che nella professione ho sempre conseguito brillanti risultati, dovuti a grande impegno, determinazione e tenacia, senza mai sentirmi “discriminata” per il fatto di essere donna.
Ha più volte ribadito il suo desiderio di restare a Palazzo Begni per portare a compimento la normalizzazione dei rapporti con l’Italia e quindi vedere la ratifica dell’accordo sulle doppie imposizioni. Ma il primo alleato di Ap, la Dc, attraverso le parole del segretario Marco Gatti, ma prima ancora Claudio Felici del Psd, hanno messo le cose in chiaro: tutto dipende dagli esiti elettorali perché non ci sono posizioni di privilegio. Quali le aspettative per il suo partito? E per Lei? Ritengo che i risultati elettorali saranno importanti e che per rispetto degli elettori occorra attendere la fine del processo elettorale. Dopodiché chi vincerà le elezioni dovrà preoccuparsi di individuare le persone che meglio potranno ricoprire determinati ruoli in ragione delle diverse competenze di ciascuno, anche alla luce delle non semplici questioni che ancora restano da affrontare. Mi sono messa a disposizione di Alleanza Popolare e del Paese nel 2008 e lo faccio nuovamente quest’anno. In caso di vittoria della Coalizione San Marino Bene Comune, se la mia presenza al Governo sarà ritenuta utile in una Segreteria di Stato dove avrò la ragionevole certezza di poter fare qualcosa di positivo, sarò ancora una volta lieta ed onorata di dare il mio apporto altrimenti non ci sarà alcun problema e mi impegnerò in altri progetti che ho a cuore.
San Marino Bene Comune parte comunque come la coalizione favorita. Crede nella tenuta dell’alleanza Dc-Psd? E soprattutto, come si destreggerà Ap, in mezzo ai due partitoni? L’alleanza Dc-Ap-Psd nasce dalla consapevolezza che il Paese dovrà affrontare una legislatura delicata, per la quale serve una maggioranza forte. Per il resto vedremo, in politica questo genere di previsioni é sempre azzardato, comunque confido nel senso di responsabilità di tutti. Ap si destreggerà con i suoi alleati di governo come sempre, con correttezza, trasparenza ed onestà intellettuale. Che ci auguriamo dimostrino sempre anche gli alleati.
Alleanza Popolare ha da sempre combattuto contro il fenomeno del voto di scambio. Per la prima volta le elezioni del Titano avverranno sotto la speciale sorveglianza dell’Osce. Personalmente, pensa che ci potranno essere dei problemi? Non credo che ci saranno problemi. Oggi finalmente il codice penale punisce in maniera più efficace il voto di scambio e l’attenzione delle Organizzazioni Internazionali a questo riguardo ci aiuterà a fare sempre meglio.
Tuttavia, ci tengo a precisare che non siamo “sorvegliati speciali” dell’Osce. San Marino è membro dell’Osce dalla sua origine e in particolare da qualche anno tale Organizzazione monitora il processo elettorale in tutti i Paesi membri.
Gli avversari.
Da una parte i movimenti, dall’altra Intesa per il Paese. Chi teme di più? Non si tratta di temere qualcuno. Ritengo piuttosto che i partiti politici debbano essere capaci di esprimere progetti validi e di concretizzarli. Devono avere candidati all’altezza della situazione, per gestire la nostra Repubblica con capacità, rigore e onestà. Altrimenti l’antipolitica potrebbe far breccia anche nel nostro Paese. É di questo che dobbiamo preoccuparci.