Antonio Fabbri, L’informazione: Giornalisti, la consulta gia’ spogliata dei suoi diritti

Antonio Fabbri, L’informazione: Giornalisti, la consulta gia’ spogliata dei suoi diritti

L’informazione di San Marino

Giornalisti,
la consulta
gia’ spogliata dei suoi diritti

Antonio Fabbri

Che la normativa sull’editoria
fosse fatta male, era noto. Adesso
viene fuori che è ancora peggio di
quanto si pensasse.
Anche perché chi la interpreta la
vuole interpretare male e contro
l’interesse dei giornalisti che, nelle
intenzioni dichiarate dalla norma
stessa, da questa dovrebbero
essere tutelati.

Addirittura la Consulta per l’informazione
– organismo appunto
che riunisce i giornalisti ed editori
– viene privata di un diritto
che la legge le dà perché un parere
“informale” dell’Avvocatura
dello Stato dice che la Consulta
dell’informazione deve praticamente
fare da “passacarte” di
decisioni perse da altri. In questo
modo nell’Autorità garante per
l’informazione non ci sarà neppure
un membro designato dai
giornalisti.

L’Autorità Garante, l’organismo
che giudica sulla deontologia dei
giornalisti stessi, sarà dunque
composto da tre membri di scelta
politica e due scelti dagli editori,
senza che la Consulta e i giornalisti possano avere alcuna voce in
capitolo. Difficile sarà, poi, proclamare
nelle sedi internazionali
e nella vicina Italia la non ingerenza
sui giornalisti.
Nello specifico la norma dice:
“Due membri dell’Autorità sono
nominati su proposta della Consulta
al Consiglio Grande e
Generale, di cui uno in rappresentanza
di testate giornalistiche
cartacee (quotidiani o periodici),
testate on-line e agenzie di informazione,
e uno in rappresentanza
di testata giornalistica radiofonica/
televisiva di Stato”.

Il fatto che vi debba essere una
“proposta” implica che sui nominativi
che le testate indicano
come loro rappresentanti la Consulta
debba esprimere il proprio
favore o la propria contrarietà.
Normale. Invece no. Secondo
l’interpretazione, adottata però a
maggioranza dal Direttivo, la parola
“propone” viene di fatto assimilata
alla parola “trasmette”,
togliendo alla Consulta i diritti
che la stessa legge le dava. Eh sì
che i giornalisti il significato delle
parole lo dovrebbero conoscere,
come dovrebbero sapere che un
parere, proprio perché si chiama
parere, si può pure non adottare,
tanto più se contrario ai diritti
della Consulta fissati nella legge.
Il risultato di questa interpretazione
è che, sul nome proposto
dal Cda di Rtv, la Consulta e i
giornalisti non possono esprimersi. Secondo l’interpretazione
la Consulta lo deve trasmettere
e basta.

Sul nome proposto dagli
editori di carta stampata e altre
testate, la Consulta interviene
solo in caso di più candidati e solo
qualora gli editori non si mettano
d’accordo fra loro. Altrimenti
funge, di nuovo, da mero paravento,
apponendo la propria firma
sull’indicazione di nomi che non
ha proposto.

Una interpretazione
aberrante e che va contro la tutela
dei giornalisti, l’indipendenza
della Consulta e di chi svolge la
professione, dato che a giudicare
su eventuali sanzioni disciplinari
sarà un organismo composto da
membri di emanazione politica
e imprenditoriale. Ne esce fuori
una presa in giro colossale, che
svuota della propria funzione la
Consulta, rendendola in questo
caso inutile, dato che su quei nomi
che dovrebbe condividere e proporre
– e la proposta implica una
partecipazione attiva, checché se
ne dica – farà da mero passacarte.

Così martedì 9 la Consulta si riunirà
per fare, forse, da passacarte.
Beffa delle beffe il fatto che la
relazione del Segretario di Stato
Iro Belluzzi a quella legge – che
quindi dava una interpretazione
della norma da parte di chi l’ha
proposta – diceva testualmente
che i membri di “questa Autorità,
vista la volontà di rendere gli
operatori dell’informazione veri
protagonisti del settore nel quale
lavorano, saranno scelti solo fra
i professionisti del settore e saranno:
due indicati direttamente
dalla Consulta, due indicati dai
gruppi politici di maggioranza e
opposizione e uno dal Segretario
di Stato con delega all’Informazione”.
Alla faccia dell’essere
protagonisti del settore!

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