Antonio Fabbri – L’informazione: Vulcano2, iniziato il processo sugli affari del clan attraverso Ises Italia

Antonio Fabbri – L’informazione: Vulcano2, iniziato il processo sugli affari del clan attraverso Ises Italia

Antonio Fabbri – L’informazione di San Marino: Tra gli imputati Nicola Schiavone, figlio di Sandokan, in carcere in regime di 41bis interverrà in videoconferenza / Vulcano2, iniziato il processo sugli affari del clan attraverso Ises Italia
/ Costituito parte civile Livio Bacciocchi considerato vittima di una
estorsione / Tra i 50 imputati Roberto Zavoli che si dice innocente

SAN MARINO. Si è aperto ieri il processo legato all’inchiesta Vulcano2,
l’indagine madre sulle infiltrazioni della camorra tra la Romagna e San
Marino, condotta dalla Direzione antimafia di Bologna. Indagine che
aveva visto in prima battuta 100 indagati, di cui la metà rinviati a
giudizio. Davanti al collegio presieduto dal giudice Massimo Di Patria,
nell’aula “Falcone e Borsellino” del tribunale di Rimini, ha dunque
preso il via il processo relativo ai fatti legati all’attività di Franco
Vallefuoco e dei suoi sodali, mascherta, secondo l’accusa, al recupero
crediti, ma in realtà finalizzata a pratiche illecite
.
 
Le contestazioni e
Livio Bacciocchi parte civile

Associazione mafiosa, estorsione,
usura, riciclaggio, sono alcuni
dei reati dei quali dovranno
rispondere, a vario titolo, gli
imputati. Tra i rinviati a giudizio
Franco Vallefuoco e l’allora suo
socio sammarinese nella Ises,
società di recupero crediti, Roberto
Zavoli. Oltre a Zavoli, ieri
presente in aula assieme al suo
avvocato, Stefano Caroli, è stata
rinviata a giudizio anche la figlia,
Lara, accusata di riciclaggio per
avere ricevuto sul proprio conto
corrente, acceso presso la finanziaria
Fincompany di San Marino,
i proventi dell’estorsione
– pari a 100 mila euro – che l’accusa
ritiene sia stata commessa ai
danni di Livio Bacciocchi e della
moglie Monica Fantini. Contestazione
che anche ieri, a latere
del processo, Zavoli ha rigettato,
dicendo di avere le prove per dimostrare
l’innocenza sua e della
figlia. Intanto, sempre nell’udienza
di ieri, Livio Bacciocchi si è
costituito parte civile. Costituzione
ammessa dal giudice, nonostante
i legali degli imputati ne
avessero chiesto l’estromissione.
I fatti contestati a vario titolo agli
imputati sono numerosi, come
numerose sono le vessazioni nei
confronti di imprenditori, costretti
in certi casi a cedere le proprio
aziende, facendone diventare di
fatto proprietari i membri del
clan. Società utilizzate che, poi,
venivano utilizzate per le finalità
illecite dell’associazione per delinquere.

Le eccezioni preliminari
Diverse le eccezioni preliminari formulate dagli avvocati. Le
principali sono l’incompetenza
territoriale e la ricusazione del
collegio giudicante.
Nel primo caso è stato affermato
dai legali che competente sarebbe
il tribunale di Napoli. Dall’altro
lato, per l’episodio che riguarda
Bacciocchi, anche l’avvocato
Stefano Caroli ha sollevato eccezione
di competenza territoriale,
sostenendo che i fatti si sono
svolti interamente a San Marino
e, quindi, qui dovrebbero essere
giudicati. Contraria la posizione
del Pubblico ministero, Enrico
Cieri, il quale ha sottolineato che
la genesi della condotta è tuttavia
riconducibile all’attività dell’Ises
Italia, la società di recupero crediti
di Vallefuoco e Zavoli, quindi
il processo deve restare a Rimini
anche per questa condotta consumatasi
sul Titano. La decisione
spetterà ai giudici. L’avvocato
Giuseppe Montaline, che difende
Franco Vallefuoco, ha presentato
anche istanza di ricusazione del
collegio giudicante, motivando la
richiesta con il fatto che due dei
tre membri della corte si sono già
espressi sul caso Vulcano1, la prima
tranche dell’inchiesta dell’antimafia
di Bologna già arrivata a
giudizio. Processo che ha visto,
a dicembre dello scorso anno, la
condanna di Vallefuoco a quattro
anni e mezzo e l’assoluzione di
Zavoli.
Nicola schiavone
in videoconferenza

Tra gli imputati c’è anche Nicola
Schiavone, figlio di Francesco
detto Sandokan. Schiavone
junior è attualmente detenuto
in regime di 41bis, il cosiddetto
carcere duro per i mafiosi. Per
questo motivo non poteva essere
presente ieri, pur avendo diritto
a parcecipare. Così il giudice ha
stralciato la sua posizione per poter
procedere con il processo nei
confronti degli altri imputati. Ha
quindi disposto che Schiavone
possa partecipare in videoconferenza,
modalità che ieri non è
stata possibile, mancando le necessarie
dotazioni tecniche. Per
lui l’udienza è quindi fissata al
3 novembre. Per tutti gli altri il
processo è in calendario il 4 novembre,
data nella quale la corte
comunicherà la propria decisione
su tutte le eccezioni preliminari
formulate dagli avvocati.
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