Borletti del Polo del Lusso: quell’intoppo a Parigi

Borletti del Polo del Lusso: quell’intoppo a Parigi

pambianconews.com (12 marzo 2014)

  Printemps, il Tribunale sospende la cessione

 La Corte d’Appello di Parigi ha ordinato la sospensione della cessione di Printemps agli investitori del Qatar e ha ingiunto alla società di riprendere la procedura di informazione-consultazione del comitato centrale d’impresa (CEE). Quest’ultimo è un organo previsto dalla normativa francese, di tutela dei diritti dei dipendenti, con il quale evidentemente era necessario confrontarsi prima della chiusura dell’operazione.
Secondo i progetti, dopo il passaggio di mano, il grande magazzino si sarebbe dovuto trasformare in un tempio del lusso rivolto ad un target alto di clientela internazionale e, in termini di lavoro, avrebbe implicato, secondo quanto riportato dai sindacati, il licenziamento di 226 persone.
Proprio questi dipendenti si sono rivolti al Tribunale, a fine aprile 2013, sporgendo denuncia per ‘reato di impedimento’ e per chiedere la ripresa della procedura, istanza poi respinta in agosto dal tribunale civile (TGI) di Parigi. Ma dopo questa prima sconfitta, i sindacati hanno fatto ricorso in Appello.
Come emerge, infine, dalla sentenza del 10 marzo 2014, la Corte d’appello “constata che la procedura del comitato centrale d’impresa della società Printemps sulle conseguenze del progetto di cambio di controllo del gruppo non è regolare. Ordina quindi la sospensione degli effetti della cessione dei titoli detenuti da Borletti Group Finance a favore della società Disa (Divine Investments), fino al giorno della ripresa delle consultazioni regolari del comitato centrale”.
Disa, società lussemburghese di investimenti, che fa capo al Qatar, ha rilevato il 70% della partecipazione detenuta da Deutsche Bank del Gruppo Printemps e il 30% restante che deteneva la società italiana Borletti. La vendita ha avuto il via libera il 31 luglio scorso.
Parallelamente, la Procura di Parigi ha aperto un’inchiesta preliminare il 28 giugno sulla cessione del gruppo a seguito di una denuncia sporta dai 226 ‘esclusi’ per investigare su un’architettura finanziaria giudicata non troppo chiara dai sindacati. L’indagine è in mano alla Guardia di Finanza.

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