Civico 10. Le prospettive future del Paese: le scelte da compiere

Civico 10. Le prospettive future del Paese: le scelte da compiere

“Come è possibile che maggioranza e governo non riescano nemmeno a portare avanti le leggi e le scelte che loro stessi producono?

Come è possibile che il Governo non voglia attuare serie e strutturali politiche di spending review e che debba essere continuamente spronato in questo dalla maggioranza?

Non vi è coesione alcuna nella compagine che governa il Paese, non vi sono obiettivi comuni. Vi sono invece concezioni politiche, progetti e visioni obiettivamente diversi che bloccano le scelte vere.

La questione legata al tema dello sviluppo, il grande assente di questo anno di legislatura e che negli ultimi giorni è tornato di moda, ne è l’esempio lampante, visto che la maggioranza non riesce nemmeno a trovare un accordo sui Decreti attuativi alla legge che lei stessa ha approvato.

Civico10 crede che sullo sviluppo, ma anche su una riduzione strutturale della spesa pubblica, si giochi una politica di riforme seria e di prospettiva, per cui condivide le osservazioni fatte su questo da alcune forze politiche e movimenti di maggioranza e da singoli consiglieri in questi ultimi giorni. E rinnova l’invito a queste forze politiche e a questi consiglieri, che molto responsabilmente sottolineano queste mancanze, a essere coerenti e ad imprimere una forte sterzata al Governo e alle forze politiche che ancora oggi, nella grande situazione di difficoltà del Paese, continuano a difendere lo status quo. E ad agire politicamente di conseguenza se ciò non avverrà.

Anche perchè se questo non dovesse succedere, è ovvio a tutti che stiamo valutando un esecutivo che non ha senso di esistere.

Serve un confronto serio e dettagliato sul tema dello sviluppo, bisogna tornare a parlare di cose concrete, non di slogan. Se così sarà il nostro apporto sarà costante e costruttivo, purchè le forze responsabili della maggioranza abbiano intenzione di iniziare a realizzare sul serio quanto dichiarano a parole.

Ci sono tante cose da fare e obiettivi da raggiungere: alcuni a breve e altri a medio termine.

Tra quelle a breve possiamo citare la riduzione delle imposte sulle imprese (accompagnate da una decisa lotta all’evasione fiscale), la concessione automatica della residenza in territorio a ci investe e occupa personale residente (anche immaginando un tipo di residenza speciale che non aumenti i costi per il nostro welfare), l’incentivazione dei consumi interni attraverso la Smac (anche utilizzandola come strumento di deducibilità fiscale), la riduzione della discrezionalità a tutti i livelli (introducendo tempi certi per le pratiche, meccanismi di silenzio assenso e regole chiare su diritti e doveri, senza “commissionifici”), l’introduzione immediata di uno Sportello Unico per le Imprese (che consenta a chi investe di avere a disposizione un unico referente nel suo rapporto con la Pa), l’istituzione di una vera Agenzia per lo Sviluppo che possa promuovere il sistema fuori da qui, la messa in campo di incentivi selettivi per l’assunzione di sammarinesi e residenti, la creazione di un Incubatore di Impresa per favorire l’insediamento di start up innovative, un migliore coordinamento degli eventi e incentivi per la crescita della qualità delle strutture alberghiere, e tante altre politiche. Accanto a questo chiaramente serve una buona ed attiva politica estera, che ci faccia uscire dalla black list e ricerchi un nuovo rapporto con l’Europa per ottenere le 4 libertà fondamentali.

Sono argomenti da trattare subito per dare una spinta allo sviluppo del Paese nei vari settori. Alcuni di questi costano (e quindi richiedono risorse, che vanno reperite principalmente attraverso tagli alla spesa), altri richiedono solo ed esclusivamente scelte.

Scelte che stanno tardando.

Troppo. Il Paese non può permetterselo. Serve subito un forte segno di discontinuità e che le forze con visioni simili sulle politiche da compiere comincino a dialogare seriamente sui progetti per il futuro.”

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