Civico10: ‘Di coerenza e di opportunita’ da non perdere’

Civico10: ‘Di coerenza e di opportunita’ da non perdere’

Nel 2012 il movimento Civico10 si è presentato alle elezioni con un’idea chiara di cosa voglia dire impostare unoggi il nostro Paese.
Solo con il dialogo, infatti, non con i muri, è possibile convincere chi finora ha giocato su un terreno diverso sulle poa politica nuova e capace di compiere quella rivoluzione culturale e sociale che necessita ancora
tenzialità di quello che gli stavamo proponendo. Trascinandosi dietro quelle persone e tutti i cittadini che fanno riferimento a quella componente politica o sociale.
Nel 2012 il nostro appello a ragionare di credibilità delle persone, senza pregiudiziali, su programmi che non siano fatti di fumo, ma di proposte concrete, coraggiose e non demagogiche, era stato raccolto da Sinistra Unita, e solo da sinistra unita. Non era stato possibile, quella volta, allargare il discorso né ad altri Partiti, già impegnati in percorsi politici ormai noti, né all’altro movimento, Rete, per via di pregiudiziali di principio sulla sigla di SU.
Civico10, nel 2012, si è trovato quindi davanti ad una scelta, non per suo volere. Confermare il proprio approccio politico impostato sul dialogo, oppure rivolgersi ad un’unione di principio dei due neo-movimenti. La scelta, con coerenza, è ricaduta sulla coalizione Cittadinanza Attiva, un’unione di intenti che, nonostante alcune prese di posizione legittimamente diverse nel corso di questa legislatura, è sempre rimasta in piedi – unica – fino ad oggi, proprio perché basata su elementi solidi, come l’onestà, il confronto e la condivisione delle scelte.
Oggi, nel 2016, si è purtroppo ripresentata una condizione simile a quella del 2012, ma questa volta la decisione è ancora più critica, perché questa volta è li davanti, concreta, la possibilità di cambiare davvero il Paese, dato che le forze che la storia ci dice sono state le principali responsabili della crisi economica e sociale che stiamo vivendo si sono riunite sotto lo stesso tetto, a rassicurare i cosiddetti poteri forti.
Per questo Civico10 ha proposto, prima ancora della caduta di un governo ormai asfittico, il progetto #daldirealfare, a quelle componenti politiche che hanno voluto rimanere fuori, quindi combattere, questo sodalizio di stampo retrò fra Democrazia Cristiana e mondo socialista.
Per quello, nonostante le resistenze e nonostante il fango che chi lotta da tempo e per interessi personali per evitare l’avvicinamento fra Rete e Civico10 ha già iniziato a lanciare su di noi e sulle nostre decisioni, spargendo bugie, allusioni e mezze verità, stiamo continuando a tentare di riunire attorno ad un tavolo Rete, Movimento Democratico, SSD e Repubblica Futura.
Per quello continueremo a farlo fino all’ultimo, finché ce ne sarà la possibilità, sperando che il bene superiore del Paese vinca su ragionamenti strategici capaci solo di rendere più verde il proprio personale orticello.
A noi non interessano le tensioni, le antipatie, gli screzi personali che si sono creati nel corso della scorsa legislatura, spesso per questioni che poco o nulla hanno a che fare con l’obiettivo del Paese. Quello che ci interessa è porre tutti assieme le basi per impostare un nuovo modo di fare politica, che si basa certo su una netta discontinuità con il passato e sulla credibilità delle persone, ma anche su un nuovo modo di intendere il rapporto con i cittadini, sul confronto continuo di una politica non più chiusa nelle proprie stanze e su progetti coraggiosi, capaci di affrontare le emergenze e i tabù che in questo Paese una politica pavida si è sempre rifiutata di affrontare con decisione.
Se non sarà possibile e i veti e i muri prevarranno, Civico10 continuerà, come nel 2012, a tenere la barra a dritta sul proprio approccio, ma a perdere un treno che non passa tutti i giorni sarà il Paese intero.
Civico10

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