Conferenza Generale dell’Unesco. Intervento del SdS Morganti

Conferenza Generale dell’Unesco. Intervento del SdS Morganti

L’idea del patrimonio globale comune

Intervento alla Assemblea Unesco a Parigi del 5 novembre 2015

Mai come oggi gli occhi del mondo sono puntati sull’attività dell’Unesco.

Le gravi condizioni di instabilità politica in cui versano ampie aree del pianeta soggette alla guerra, consentono a gruppi terroristici, ma anche a semplici sciacalli, di agire indisturbati nel saccheggio e la distruzione delle testimonianze delle più antiche civiltà.

A dura prova sono sottoposte intere popolazioni, violate nei loro diritti fondamentali, costrette a lasciare le proprie terre, dando vita al più grande esodo che la storia umana ricordi.

Nostro compito, prima di ogni altro, è quello di dare rifugio a queste persone consentendogli di viaggiare senza mettere in pericolo la loro vita e accogliendole nei nostri Paesi.

La dignità di tanti uomini e donne è messa a dura prova dalle situazioni di conflitto che si sono generate, soprattutto nel Mediterraneo, e la comunità internazionale ha il dovere di operare per ripristinare al più presto condizioni di pace e di sviluppo salvaguardando la cultura materiale e immateriale di popoli che rischiano di perdere la propria identità.

Per questo motivo le aspettative rispetto al ruolo che deve assumere l’Unesco nelle zone di guerra non sono solo incentrate sulla tutela dei beni artistici e monumentali, ma vanno ben al di là dei beni materiali giungendo fino alla protezione delle identità dei popoli afflitti dalle condizioni inumane a cui sono sottoposti.

In questo momento così delicato per le sorti del mondo, San Marino sottolinea l’importanza di adottare politiche che tutelino e valorizzino l’intero patrimonio culturale dei popoli, che comprendano anche la storia, i valori, il modo di concepire la realtà, intraprendendo una strada privilegiata per creare sentimenti comuni con gli altri popoli.

Nel momento in cui la reciproca conoscenza e la contaminazione culturale che ne consegue si trasformeranno in una voce comune dialogante, allora potremo dire di avere effettivamente svolto il nostro ruolo fino in fondo.

San Marino, ovviamente, si mette al fianco delle politiche che l’Unesco intende intraprendere per la salvaguardia dei beni archeologici in Medio oriente e ritiene molto interessante il progetto, avanzato da alcuni Paesi, di istituire un corpo speciale internazionale di polizia a tutela del patrimonio che partendo dalla salvaguardia dei siti, salvaguardi gli oggetti e i manufatti, contrastando il traffico di antichità.

Altrettanto importante è però che l’Unesco promuova politiche di valorizzazione culturale a partire proprio dalle realtà messe a più dura prova.

Solo generando dalle radici di un oggetto nuova cultura creativa è infatti possibile coglierne in pieno il significato rendendolo sostanza attiva e quindi indeperibile.

Non può esistere una separazione fra investimento per la conservazione del patrimonio e investimento per la sua valorizzazione, poiché solo la conoscenza del pensiero creativo che ha generato l’oggetto stesso lo salva dall’oblio, elemento altrettanto logorante quanto l’incuria e devastante quanto il saccheggio.

Ma non solo; la valorizzazione delle identità culturali implica il dialogo interculturale e favorisce la reciproca comprensione, ponendo le basi per la pace e la stabilità politica.

Questa visione dinamica ci consente di promuovere l’idea di un patrimonio globale comune e un nuovo concetto di sviluppo umano sostenibile nel tempo, improntato all’inclusione, alla comunanza e alla diversità.

Giuseppe Maria Morganti

Segretario di Stato Istruzione e Cultura della Repubblica di San Marino

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