Consiglio Grande e Generale, 20 febbraio, seduta notturna. Agenzia Dire

Consiglio Grande e Generale, 20 febbraio, seduta notturna. Agenzia Dire

La seduta del Consiglio Grande e Generale si è aperta con il Riferimento del Governo sulle problematiche della San Marino RTV e successivo dibattito. Un dibattito reso ancora più acceso dalle dimissioni del presidente della San Marino Rtv Luca Marcucci. Gli iscritti a parlare sono stati ventisette.

Antonella Mularoni (Segretario di Stato Telecomunicazioni): Le ragioni del dibattito sono oggi superate in parte per via delle dimissioni del presidente della San Marino Rtv. Speriamo tutti che l’emittente televisiva arrivi a condizioni di bilancio che ci possano rassicurare sulle possibilità di sviluppo. Devo dire che negli ultimi anni come Governo abbiamo visto un rinnovato interesse da parte italiana sulle possibilità di sviluppo dell’emittente. Per molto tempo abbiamo pensato che non ci fosse interesse da parte dell’Italia per lo sviluppo della nostra emittente. Temevamo disimpegno che avrebbe costretto San Marino a cercare un altro partner. Ed invece la dimostrazione di rinnovato interesse c’è stata. All’interno di San Marino Rtv abbiamo ora persone maggiormente qualificate rispetto al passato. Nel 2008 la situazione di bilancio era preoccupante. E’venuta alla luce questa situazione solo dopo un certo tempo. Se questi dati non fossero stati corretti nel tempo oggi non saremmo qui a parlare del futuro della nostra Tv. Noi abbiamo partner tecnologico che contribuisce in maniera significativa allo sviluppo dell’emittente. Non sempre la coabitazione ai vertici di Rtv è la migliore possibile ma dobbiamo guardare a obiettivi principali per far si che il proprio dovere si svolga nel miglior modo possibile e per fare in modo che l’azienda possa andare avanti con la gestione migliore possibile. Il Governo ha espresso in questa legislatura un giudizio positivo rispetto al miglioramento dei conti. Pareggio di bilancio a fine 2015 appare raggiungibile. E questo ci tranquillizza anche in ragione dei grossi investimenti fatti. Crediamo nel suo sviluppo. Tutti gli sforzi vanno fatti per permettere a tv di raggiungere livelli di eccellenza. Situazione venutasi a creare nell’ultimo periodo ci ha messo abbastanza in difficoltà. La redazione del dossier da parte del presidente e il suo invio a vari soggetti ovviamente ha fatto si che Governo chiedesse spiegazioni a diretti responsabili. Recentemente c’è stata assemblea dei soci. In questa assemblea il presidente si è scusato per la forma usata e anche sul piano della sostanza nel corso dell’assemblea ogni riserva è stata smentita dal presidente che ci ha detto che non voleva mettere in discussione dati di bilancio o sostenere irregolarità di bilancio. Nell’assemblea sono venute meno queste presunte accuse. C’è stato isolamento del presidente rispetto a membri cda e collegio sindacale. Con atto di assoluta coerenza il presidente ha rassegnato le sue dimissioni. Era isolato rispetto a tutti gli organi della Rtv. I conti della tv sono sottoposti anche a società di revisione dei conti. Le preoccupazioni che avevamo sono state accantonate da tutti coloro che sono intervenuti in assemblea. La preoccupazione del Governo è a questo punto rimossa. Situazione ora è facilitata dalle dimissioni del presidente. A breve il Cgg provvederà alla nomina di un membro del cda fino alla scadenza del mandato. Poi subentrerà un nuovo cda. Speriamo che ora ci sia più serenità per un’azienda che ha grande importanza per noi. L’auspicio è che il Parlamento possa presto ratificare l’accordo siglato.

Marino Riccardi (Psd): Le preoccupazioni del Segretario sono di tutto il Cgg. L’accordo con tv italiana è in fase di ratifica: speriamo si faccia prima possibile. La situazione creatasi a Rtv non ha giovato allo sviluppo dell’azienda. Le dimissioni del presidente Marcucci fanno più chiarezza. Ma le responsabilità non sono da imputare tutte a Marcucci. il presidente del collegio sindacale ha tenuto comportamento scorretto anche se le domande erano poste in maniera pesante con atteggiamento non consono a Aula parlamentare. Il comportamento successivo però non è stato corretto. Non migliora il clima all’interno della Tv. Il presidente del collegio sindacale non ha fornito le risposte che ci aspettavamo. Noi crediamo in Rtv ma non siamo soli: siamo compartecipi con Italia. Noi vogliamo che azienda cresca e vogliamo che il pareggio di bilancio si ottenga. Le dimissioni di Marcucci sono opportune ma probabilmente ci sono ombre da ambo le parti. Noi dobbiamo affrontare con serenità questo argomento perché ritengo importantissimo lo sviluppo di Rtv. Apportiamo i giusti correttivi per lavorare in sintonia.

Marco Gatti (Pdcs Ns): In quello che è successo sicuramente la parte che rimane più sconfitta è l’azienda. Questa situazione danneggia più di tutti l’azienda. La posizione del presidente era isolata e l’epilogo non poteva essere diverso. Il presidente si è comportato con responsabilità professionale perché le sue motivazioni non erano condivise da altri organismi. Andiamo oltre alla querelle. Sono però emersi alcuni elementi del conto economico dell’azienda. Rtv ora è di fronte a grande sfida. Se noi togliamo due parti importanti ed essenziali che sono i contributi Rai e dello Stato sammarinese è chiaro che il conto della Tv non si regge. E vista l’importanza che la tv ha per i sammarinesi io credo che dovremo vedere come strutturare i ricavi necessari per garantire un conto economico di Rtv che, pur non potendo fare a meno degli stanziamenti pubblici, dovrà avere una parte più sostanziosa di ricavi strutturali. Questa è la grande sfida del management di Rtv. I ricavi non sono strutturati.  La domanda è: come può la nostra tv avere ricavi più strutturati? Credo che il dibattito consiliare dovrà seguire con attenzione quelli che saranno gli sviluppi della tv.

Alessandro Mancini (Ps): Se i consiglieri d’opposizione della commissione Affari Esteri hanno chiesto audizione dei tre vertici dell’azienda è per il senso di responsabilità che abbiamo e che vogliamo manifestare con questo dibattito sul futuro della Rtv, lo hanno fatto perché sono responsabili e perché vogliono il futuro più lungo e roseo possibile per la nostra televisione. L’audizione dei tre vertici è stata fatta per un motivo semplice: la cronaca aveva evidenziato un contrasto tra presidente e direttore. Il Governo non si è fatto sentire, la maggioranza ha fatto altrettanto e l’opposizione è stata costretta a chiedere un’audizione. L’audizione del presidente è stata audizione importante perché ha confermato quello che aveva esposto tramite dossier, il direttore ha fatto altrettanto argomentando con quello che aveva a disposizione dicendo che le cose non erano veritiere ma purtroppo le due audizioni non ha prodotto un risultato chiaro. Restano molte zone d’ombra. E l’audizione del presidente del collegio sindacale è andata molto male. Il dottor Ascoli è venuto in quest’Aula indisposto. Nella prima parte dell’audizione ha risposto alle domande. Poi alla domanda di un collega dell’opposizione si è scatenato il putiferio. Molto probabilmente i lavori potevano essere gestiti in maniera molto più tranquilla ma l’elemento più brutto è che il dottor Ascoli se n’è andato. Ha mancato di rispetto alle istituzioni.

Nicola Selva (Upr): Si poteva evitare questa situazione perché per noi Rtv è emittente importante e fondamentale. In questa vicenda si è sottovalutato il ruolo del Cgg. Eppure il Consiglio è il punto centrale delle nostre istituzioni e doveva essere maggiormente coinvolto in merito alle sorti della Tv. La questione dovrà essere risolta nel più breve tempo possibile e utilizzando buon senso. Si riporti ordine e equilibrio a questo organismo.

Ivan Foschi (Su): Non è solo diatriba tra presidente e direttore. Le dimissioni del presidente non risolvono nulla. Questo non è uno scontro tra correnti di partito. La televisione di Stato è patrimonio di tutta la collettività. Lasciamo in secondo piano i rapporti tra presidente e direttore: prendiamo atto che c’è stata ritrattazione del presidente su accuse relative al bilancio. Emerge però una gestione autoreferenziale e non collaborativa, con consiglieri che ostacolavano operato presidente. C’è questione sollevata in merito all’operato del direttore. Meritiamo informazione plurale e non appiattita su maggioranza di turno. Non sono in discussione le qualità dei singoli giornalisti bensì il lavoro della direzione. C’è problema di fondo legato a prospettive. Dobbiamo pensare a forma di autonomia della tv di Stato. E cosa deve essere? Deve avere dimensione di carattere internazionale? Deve avere un bacino di utenza di tipo regionale (Emilia Romagna, Marche) per svolgere un tipo di informazione mirata? Questo deve essere fatto in sinergia con la Rai. Deve avere dimensione più ristretta? Confinata con San Marino e provincia di Rimini? La televisione di Stato deve pensare a cosa vuole fare da grande.

Gian Nicola Berti (Pdcs Ns): Mi sembra che ci sia tendenza finalizzata sempre alla ricerca dello scontro. I modi in commissione hanno travalicato il rispetto a vario livello. Forse tutti i protagonisti della vicenda dovrebbero fare mea culpa. L’elemento da dove nasce il dissidio trova sua logica anche nell’anomalia statutaria. Nella figura del direttore. La mia non è critica alla figura del direttore. Nello Statuto però le funzioni del presidente e del direttore andrebbero precisate per evitare problematiche. La vicenda nasce da problematica interna dove probabilmente c’è stato un errore da parte del presidente della società per azioni. Se vuole muovere critiche non deve rivolgersi all’esterno ma all’interno.

Andrea Belluzzi (Psd): Per Rtv è un momento delicato visto il percorso di ratifica parlamentare che sta seguendo l’accordo in Italia. E’importante ribadire l’importanza di questa azienda e di chi lavora. Prendo atto delle dimissioni del presidente che forse con questo gesto rimette ordine su una questione che, col suo comportamento, non aveva affrontato seguendo i percorsi corretti. In commissione è emersa un’azienda che ha progettualità. Un’azienda che vive grazie al contributo dei due Stati ma  che sta cercando di incrementare la presenza della raccolta pubblicitaria. C’è limite nel regolamento consiliare relativamente al comportamento che devono avere i parlamentari e gli ospiti che, però, hanno doveri nei confronti delle istituzioni.

Paolo Crescentini (Ps): Si chiude pagina poco edificante con dimissioni presidente Rtv. Mi chiedo come mai il presidente non abbia mai informato la politica ? Evidentemente anomalie nella gestione di Rtv non ci sono e non ci sono mai state. Forse chi ora è distante da quest’Aula aveva solo obiettivo di affossare tutto e tutti. Tale operato ha causato danno di immagine all’azienda. Danno di immagine al quale va affiancato aspetto di non poco conto ovvero le informazioni offensive diffuse sulla qualità del lavoro dei dipendenti da parte del presidente. Le dimissioni del presidente sono a  mio avviso un epilogo inevitabile. San Marino Rtv oggi ha bisogno di gestione presidenziale competente che lavori nell’interesse dell’azienda. Si sono avvicendati tanti direttori privi di capacità manageriali in questi anni ma da due anni a questa parte la rotta si è invertita. Il 2015 è anno chiave per San Marino Rtv. Ritengo opportuno che Cgg nomini al più presto il sostituto del presidente.

Marco Podeschi (Upr): Oggi due persone debbano chiedere scusa. La prima persona è l’ex presidente Marcucci che deve chiedere scusa a dipendenti della Tv e a quest’Aula. Un presidente di un ente partecipato non può diffondere documenti aziendali senza avvallo consiglio d’amministrazione. Un comportamento molto grave che ha avuto censura cda. Mai visto a San Marino che presidente ente venga sfiduciato dal consiglio d’amministrazione. Presidente sfiduciato da sammarinesi componenti della maggioranza a cui appartiene anche presidente. Non si può creare danno di immagine del genere. La tv è frutto di accordo internazionale partecipato al 50% da Italia. Il contributo di 3 milioni di euro a volte ha rischiato di non essere concesso. E in una situazione del genere un presidente si avventura in discussione simile trasmettendo questi documenti segreti e poi viene fuori che il presidente ha firmato il bilanci? Assurdo. La seconda persona che deve chiedere scusa è Roberto Ascoli. E’normale fare audizioni con momenti di spigoloso confronto. Ma non ho mai assistito a scena di un cittadino italiano che manda a quel paese i membri di una commissione. Non è accettabile che presidente arrivi a essere sfiduciato da cda e collegio sindacale. Non è accettabile se questo ente è partecipato da Repubblica e da Stato estero. Noi siamo dispiaciuti di dover fare dibattito sul niente questa sera.

Andrea Zafferani (Civico 10): E’stata chiesta una rendicontazione dettagliata del bilancio della San Marino Rtv? E’stato chiesto conto dei ricavi pubblicitari che sembra siano in diminuzione? E’stato chiesto conto del tema delle consulenze? E’stato chiesto conto delle prospettive di sviluppo? Si tratta di problemi di sostanza. Mi sarei aspettato riferimento nel merito da parte del Governo visto che noi non abbiamo ricevuto alcuna lettera. Gravissimo quanto successo in commissione. Molto corretta la presa di posizione della commissione Affari Esteri dinanzi a atteggiamenti discutibili.

Luca Lazzari (Indipendente): Nel caos generato è difficile fare delle considerazioni. Personalmente al di là delle vicende ho riserve sull’operato di Romeo. Mi riferisco alla vicinanza manifestata alla corrente Asset Banca e non alla sua proverbiale scontrosità. Il consigliere Fiorini però ci ha tenuto a farmi sapere che il direttore Romeo è uomo motivato e inoltre che grazie a lui la Rai si è maggiormente interessata alla vicenda di San Marino Rtv. Gli credo.

Gian Matteo Zeppa (Rete): Cosa ha spinto Marcucci a fare quegli attacchi? Non sono riuscito a capirlo bene. Proprio perché ognuno è rimasto sulle proprie invettive. Che sembrano più invettive personali non derivanti dall’attività di San Marino Rtv. Io sono uno di quei commissari che non ha potuto fare domande al presidente del Collegio. Sono stato mandato a quel paese prima di poterle fare. Ed è gravissimo. Sono stato offeso. E non come Matteo Zeppa bensì come rappresentante delle istituzioni. Io mi auguro che i Segretari di Stato non abbiano porto le proprie scuse al dottor Ascoli che a mio avviso dovrebbe vergognarsi per aver abbandonato l’Aula. Il dottor Ascoli deve porgere le sue scuse e baciare i piedi a San Marino. Io ero presente in commissione. Le domande non giustificano la reazione del presidente Ascoli.

Federico Pedini Amati (Ps): Ero presente all’audizione del dottor Ascoli che da subito si è posto in maniera rigida nei confronti della commissione. Nessuno vuole giudicare il presidente o il direttore. Resta il fatto che Ascoli si è comportato malissimo. Marcucci o è impazzito (ed io credo di no) oppure dovremmo andare a fondo su determinate questioni. Ci sono tante cose che non tornano. Non è vero che con le dimissioni del presidente il problema si è risolto. Serve ragionamento molto più ampio.

Iro Belluzzi (Segretario di Stato al Lavoro): Questa vicenda ha dell’assurdo. Stiamo perdendo del tempo. Al presidente Marcucci voglio rivolgere una parola di saluto e di ringraziamento per avere dato le dimissioni. Dispiace che non abbia ricoperto al meglio il ruolo assegnato. Se quelle situazioni che ha denunciato nel dossier erano vere probabilmente dovevano essere denunciate molto prima. Voglio dire al consigliere Lazzari che all’interno dell’assemblea dei soci il verbale della commissione Esteri non è pervenuto perché c’è stata discrepanza di orario. Questa vicenda ha portato solo grande imbarazzo e cpoteva portare grande danno a un asset importante per San Marino. Se la denuncia presentata dal presidente fosse andata in mano a qualche parlamentare italiano qualcuno avrebbe potuto prendere sul serio quel documento e quel dossier. Avrebbe potuto pensare: ma come vengono gestiti i soldi che versiamo per la gestione di Rtv? E perlomeno avremmo potuto rischiare un ritardo nell’assegnazione delle risorse. Non dimentichiamo mai che Rtv aveva un disavanzo di 700 mila euro mentre nel 2015 andiamo verso il pareggio di bilancio. Abbiamo superato un momento di estrema criticità che poteva creare grosso danno. Io credo che questo passaggio ci debba essere di insegnamento. Spero che questa vicenda resti solo brutta parentesi.

Denise Bronzetti (Indipendente): Sorpresa dalle parole del Segretario Mularoni. Come si fa a dire che il problema non esiste più perché Marcucci si è dimesso? Il problema esiste. La Dc ha fatto rotolare la testa di un suo uomo senza proferire parola. La “manfrina” che sta venendo fuori sui precedenti buchi di bilancio impone la chiarezza anche a distanza di tempo. A noi corre l’obbligo di verificare fatti e ammanchi. Allora invito il consiglio d’amministrazione di non definire vicenda chiusa. Se Marcucci ha sbagliato allora Marcucci va denunciato. Abbiamo il coraggio di denunciare precedenti gestioni di Rtv che hanno provocato ammanchi? Non va bene inoltre che il dottor Ascoli nell’assemblea dei soci ci definisca 4 “deficienti” e che il Segretario si scusi. Avrebbe dovuto difenderci.

Francesca Michelotti (Su): Marcucci più che una denuncia ha espresso un senso di frustrazione per la situazione che viveva dentro alla gestione di Rtv. Ci sono dati sulle consulenze che mi lasciano perplessi. Io ignoravo che Paolo Alberti ancora imperversasse a San Marino dopo quello che è successo in passato. E’ancora qui. A portarci via i soldi. Perché succedono queste cose? Le lamentele di Marcucci allora sono anche le mie. Concludo con un’affermazione sulla questione della commissione Esteri. Non c’ero ma a difesa del dottor Ascoli posso dire che lui è stato vittima della stessa arroganza che ha portato a Su a essere fuori dalla commissione

Matteo Fiorini (Ap): Io ho un punto di vista positivo sull’operato del direttore Romeo. La San Marino Rtv con la caduta del Governo Monti è stata per un anno in agitazione. Io stesso ho gestito da Segretario di Stato un’emergenza. Dovevo riferire continuamente alla rappresentanza sindacale dell’azienda il punto della situazione sulle trattative con lo Stato italiano. Cda straordinari, addirittura assemblee dei soci straordinari. Di certo il dottor Romeo non è stato un colonizzatore: ruolo che noi a volte appiccichiamo a chi viene da fuori. Chi viene da fuori non viene per forza a colonizzare. Nel caso specifico il dottor Romeo è venuto a collaborare e a mettere a disposizione la sua rete di rapporti e conoscenze. Questo contributo ha fatto si che a fine 2013 il finanziamento di 6 milioni di euro ponesse rimedio alla situazione precedente. La rappresentanza sindacale era in Segreteria molto spesso e si è creato un rapporto di collaborazione grazie al quale le cose sono finite bene. Io non sono qui a idolatrare nessuno. E’successo che il presidente Marcucci, a cui voglio riconoscere buona fede dell’operato e volontà di fare il bene dell’azienda, ha sempre manifestato una serie di difficoltà a gestire una compatibilità di ruoli. Quali sono i poteri del presidente e quali del direttore? Questo ha creato varie difficoltà di rapporto. Un’azienda così non può funzionare in questa situazione. Il modo per gestire un’azienda da parte di un’amministrazione pubblica è: dare obiettivi, controllare, vigilare, valutare se obiettivi sono centrati. Poi il resto viene gestito da altri organismi. Qualcuno ha parlato di tv di Stato asservita al Governo. Se fosse vero non è compito del cda valutarlo ma della commissione di Vigilanza. Non si gestisce un’azienda mettendo due vertici che esercitano diritto di veto uno sull’altro. Preciso che la libertà di spesa di cui si fa riferimento nel dossier Marcucci è una libertà di spesa su cui cda ha pieno controllo. E all’interno del cda il presidente Marcucci ha sempre firmato le delibere e gli atti. C’è piano editoriale e aziendale che specifica quali sono obiettivi. Il direttore Romeo ha centrato un accordo storico con Rai Pubblicità. Un risultato. Sono diminuiti introiti pubblicitari ma sono aumentate le sponsorizzazioni. La situazione economica non è rosea ma tv di Stato deve fare servizio pubblico e non generare utili. Il dossier Marcucci contiene una serie di considerazioni che in molti casi sono opinioni e non fatti. Di accuse reali c’è la presunta irregolarità contabile: accuse decadute perché il presidente ha firmato il bilancio. Quando si dice che bisogna scavare non solleviamo questioni che fanno pensare a complotti o zone grigie. Il bilancio è pubblico, gli ordini di servizio sono pubblici. Ultima cosa: è bastato pochissimo per mettere a rischio Rtv. Secondo voi un presidente di cda che invia un dossier al presidente della Rai aumenta o diminuisce le possibilità che i tre milioni della Rai arrivino alla Tv? Questo Ascoli ha detto in commissione. E forse non solo Ascoli doveva porre le sue scuse.

Paride Andreoli (Ps): Le parole volano, gli scritti rimangono. Oggi invece mi verrebbe da dire che anche le parole rimangono. Forse dovremmo risentire le registrazioni per capire quanto male facciamo nel parlare, alle nostre istituzioni e alla nostra emittente televisiva. Probabilmente tutta una serie di interventi che ho ascoltato mettono a serio pericolo l’emittente Rtv nel rapporto diretto tra vertici della tv e la politica. Facciamo del male ai 100 dipendenti dell’azienda. E’meglio che scriviamo poco e parliamo poco perché se dobbiamo dire tante cavolate è meglio stare in silenzio.

Stefano Macina (Psd): Gli ultimi due interventi hanno ridato dignità a quest’Aula. L’intervento del consigliere Fiorini ha dato una serie di elementi molto utili. Andando avanti dovremmo intenderci cosa significa audizioni perché le audizioni non sono commissioni d’inchiesta. Non credo che si possa pretendere da un collegio dei revisori dei sindaci che venga qui a dire che c’è qualcosa che non va nel bilancio che ha firmato. E il dottor Ascoli è uno che ha più volte sollecitato azioni mirate nel bilancio quando c’erano situazioni che non andavano. La cosa che salta di più in evidenza è il fatto che il presidente della San Marino Rtv ha mandato una missiva senza affrontare dibattito. Interpretazioni poi date dalla stampa sono state ritrattate. La questione è chiusa non perché Marcucci si è dimesso ma perché Marcucci ha firmato quei bilanci e perché all’epoca non ha manifestato alcuna rimostranza. Non si può continuare con questo tipo di diatriba. Non fa onore al ruolo che abbiamo. Discutiamo di una situazione di cui non siamo titolari al 100% quindi dobbiamo essere rispettosi così come pretendiamo rispetto. Dobbiamo essere chiari e non continuiamo a fare confusione. Mi sarei aspettato di discutere del piano industriale di Rtv per dare indicazioni al socio da portare avanti in assemblea. Anche per fare in modo che il piano di risanamento trovi sostegno e consigli da parte della politica e non la delegittimazione della politica.

Luigi Mazza (Pdsc Ns): Io credo che ci sono due dualismi: uno tra presidente e direttore e  uno tra ciò che vuole la Rai e ciò che vuole San Marino. Se Rtv ha avuto nel tempo problemi è perché le due parti non hanno avuto la stessa idea. San Marino ha avuto idea di emittente di Stato importante ecco perché abbiamo scelto partner importante come la Rai. Dall’altra parte però in Rai non ci fu grande interesse per la nostra televisione. In molti periodi della vita di Rtv non è sempre stato uguale l’interesse delle due parti nel rilanciare la televisione di Stato. E forse abbiamo perso occasioni. Concordo con Fiorini quando dice che sotto questa direzione una grande azione di rilancio è stata fatta da questa televisione. Una Rtv che è uscita fuori anche dai confini di San Marino. Non pensiamo che delegando tutto alla Rai o tutto al direttore il problema si risolva. Il direttore Lasorella sbagliò completamene il piano aziendale della tv. Oggi il nuovo direttore sta facendo uno sforzo per ri-posizionamento della televisione con con bilanci richiamati a elementi di economicità. Ho sentito cose stupide in ordine al ruolo di questa o quella audizione. Un’audizione è sui progetti. Il presidente Marcucci ha fatto un errore: ha messo in un documento elementi gestionali e elementi di valutazione politica. Il consigliere Bronzetti disse che la Dc non ha difeso suo uomo: no, ha solo nominato un professionista per svolgere suo ruolo. Che a mio avviso ha sbagliato in buona fede. Zeppa ha detto frasi che non sono degne di quest’Aula. Occorre pretendere rispetto ma anche darlo. Non tutto è legittimato solo perché si è stati eletti. Sul caso Marcucci io sono per dire: se ci sono elementi gestionali che non vanno chi li deve visionare sono gli organismi preposti. 

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