Consiglio Grande e Generale, 20 gennaio, seconda parte. Agenzia Dire

Consiglio Grande e Generale, 20 gennaio, seconda parte. Agenzia Dire

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 19-23 GENNAIO 2015

MARTEDI’ 20 GENNAIO- seconda parte

Il Consiglio Grande e Generale affronta quindi il tema del negoziato per l’accordo di associazione con l’Unione europea, aprendo il comma 6, con il riferimento del segretario di Stato per gli Affari esteri, Pasquale Valentini. Segue quindi il dibattito, in cui sono previsti gli interventi di  41 iscritti.  

Per il segretario di Stato Valentini, attraverso il negoziato sarà “indispensabile esplorare le soluzioni per identificare un quadro istituzionale che, da un lato, garantisca l’efficiente estensione del diritto del mercato interno alle parti dell’Accordo, l’applicazione omogenea dell’acquis”, ma d’altra parte, non dovranno mancare “clausole di adeguamento, di sviluppo e di evoluzione dell’accordo tenuto conto delle caratteristiche dello Stato sammarinese”. Antonella Mularoni, segretario di Stato per il Territorio, sottolinea l’importanza di affrontare “una fase storica” attraverso “un lavoro collegiale che coinvolga una politica unita”.  Giuseppe Maria Morganti, segretario di Stato per la Cultura mette in guardia dal “prendere sotto gamba” il negoziato: “Se siamo bravi diventa per noi un vantaggio- avvisa- diversamente può rappresentare una penalizzazione, quindi dobbiamo attrezzarci”.Simone Celli, Ps, suggerisce di investire su risorse umane “di qualità” nella composizione del gruppo negoziatore, che oltre a competenze tecniche, “dovrebbe essere dotato della necessaria visione politica”. Per Gerardo Giovagnoli, Psd, San Marino può avere “un ruolo politico importante in Europa come portatori di pace e democrazia”.  Quindi Alessandro Cardelli, Pdcs, sottolinea le opportunità economiche del percorso di maggior integrazione. Per Marco Podeschi, Upr, al tavolo di trattativa dovrebbero essere portati anche “argomenti in cui il rapporto bilaterale con l’Italia risulta datato”, per esempio il prezzo dei carburanti. Ivan Foschi, Su, si rammarica per il ritardo: “Saremo potuti entrare in Ue dalla porta principale- lamenta- ma ci troviamo qui in condizioni ben diverse da come potevamo esserlo solo dieci anni fa”.  Invita “all’ampia condivisione” Francesco Morganti, Psd: “Quello che ci accingiamo a decidere non può e non deve riguardare solo la maggioranza. Si deve andare a Bruxelles come Paese”. Per Fabio Berardi, Pdcs, “la decisione finale sarà in capo a tutti i sammarinesi in base al lavoro preparatorio che verrà fatto”. Toni Margiotta, Su invita a tutelare il Paese sulle 4 libertà su cui comunque “credo che si debba adeguarsi” anche se “non possiamo- osserva- fare un copia incolla con Paesi più grandi di noi”.Torna sulle qualifiche del gruppo che affronterà il negoziato Luca Santolini, C10: “Deve avere una visone tecnica ma anche politica” e soprattutto “non deve avere una impostazione italocentrica”. Per Manuel Ciavatta, Pdcs, l’accordo di associazione è “un’opportunità nuova per il nostro Paese”, diverso dall’adesione. “Avremo opportunità legate alle nostre peculiarità- spiega- che ci dovremo giocare al meglio”. Elena Tonnini, Rete, mette in guardia sugli “effetti benefici che non sarebbero per San Marino, ma per gli altri Stati”, rispetto alla libera circolazione dei lavoratori.  Ultimo intervento della giornata è quello di Maria Luisa Berti, Ns, che sottolinea come il Titano abbia  una duplice necessità: “Intravedere un’opportunità ma anche tutelare le peculiarità e la sovranità di un piccolo Stato”. Il dibattito proseguirà nella seduta di domani.

Di seguito una sintesi degli interventi della seconda parte della seduta odierna.

Comma 6. Riferimento del governo sul mandato per l’accordo di associazione con l’Unione europea e successivo dibattito.

Pasquale Valentini, segretario di Stato agli Affari Esteri: “Per quanto riguarda l’accordo di associazione tra l’Unione Europea e San Marino, Andorra e Monaco il governo ritiene che il nuovo accordo debba consentire l’integrazione progressiva del paese nel mercato interno e la valorizzazione del legame particolare che da sempre caratterizza le sue relazioni con l’Europa. Nel rispetto delle sue peculiarità, alla luce anche della dichiarazione 3 all’articolo 8 del Trattato sull’Ue che ribadisce la necessità del fatto che l’Unione tenga conto della situazione particolare dei paesi di piccole dimensioni che intrattengono con l’Ue specifiche relazioni di prossimità. I futuri negoziati dovranno consentire di trovare il più proficuo punto di equilibrio tra gli interessi delle parti coinvolte adattando le specifiche necessità dell’Ue e di San Marino grazie a un accordo che sia di estrema duttilità e che assicuri uno sviluppo durevole delle relazioni tra le parti.

Quadro istituzionale. Riteniamo indispensabile esplorare le soluzioni per identificare un quadro istituzionale che, da un lato, garantisca l’efficiente estensione del diritto del mercato interno alle parti dell’Accordo, l’applicazione omogenea dell’acquis e il costante recepimento delle pertinenti disposizioni di diritto dell’Unione e che, dall’altro, contenga clausole di adeguamento, di sviluppo e di evoluzione dell’accordo tenuto conto delle caratteristiche dello Stato sammarinese. Le funzioni di controllo e di sorveglianza, tese a verificare la corretta applicazione dell’Accordo e la certezza del diritto, dovranno essere conciliabili con l’esercizio della sovranità di San Marino. Eventuali protocolli disciplineranno le problematiche che ciascuna parte contraente individuerà come rilevanti per un equo bilanciamento degli interessi. Un comitato congiunto, dotato di ampie e opportune funzioni, dovrà assicurare la buona gestione dell’Accordo e dovrà avviare la soluzione le eventuali controversie tra le parti. San Marino auspica l’esplorazione di tutte le possibili soluzioni affinché l’Accordo possa entrare in vigore ed esprimere i suoi primi effetti in tempi rapidi evitando o limitando possibili e gravose procedure nazionali di ratifica. Occorre trovare tutte le possibili soluzioni alternative per ovviare alle conseguenze negative di un’eventuale competenza mista dell’Accordo stesso. Di seguito sono riportati alcuni nodi all’interno delle 4 libertà fondamentali che dovranno essere affrontati e definiti nel futuro negoziato:

– Libera circolazione delle merci: San Marino partecipa all’unione doganale e la considera ancora uno strumento di indubbio progresso economico. Ritiene dunque opportuno mantenere il quadro normativo contenuto nell’accordo del 1991 integrandolo ove necessario affinché San Marino sia completamente integrato nello spazio di libera circolazione delle merci. In tale prospettiva San Marino valuterà la possibilità di esercitare il proprio diritto di espletare la formalità di sdoganamento e/o l’ottenimento dell’autodeterminazione doganale. Allo stesso tempo il negoziato consentirà di comprendere le implicazioni dell’eventuale adozione futura di un regime Iva che potrebbe avere notevoli ricadute sulla riduzione di ostacoli alla competitività del paese in relazione anche alla libera circolazione delle merci.

– Libera circolazione delle persone: Si dovrà identificare il sistema più opportuno volto a mitigare gli effetti di una completa libertà di circolazione dei lavoratori all’interno di un piccolo Stato come San Marino, tenuto conto del fatto che la forza lavoro non sammarinese occupa già una fetta rilevante del mercato domestico quantificabile al 46% del totale. La regolamentazione del flusso di lavoratori è necessaria al fine di preservare l’identità e la sicurezza nazionale, di salvaguardare la coesione sociale, di mantenere l’ordine pubblico. Indispensabile anche invocare sulla base di dati e criteri oggettivi particolari eccezioni e/o misure di salvaguardia per quanto riguarda l’acquisto di beni immobili per i non sammarinesi e per i non residenti.

– La libertà di stabilimento (e prestazione di servizi): Il dispositivo normativo interno presenta elementi di non uniformità con il diritto dell’Unione in materia di circolazione dei lavoratori e delle persone. Nella volontà di giungere alla maggiore conformità possibile con l’acquis è preferibile configurare un’apertura graduale del mercato domestico che miri alla completa liberalizzazione sulla base dei più opportuni tempi di adeguamento e di attuazione delle norme per ogni settore coinvolto, tra cui anche le libere professioni.

– Libera circolazione dei capitali e dei servizi: Attualmente gli intermediari finanziari sammarinesi non dispongono di un quadro normativo che consenta loro l’accesso al mercato unico dei capitali e dei servizi. L’Accordo di associazione consentirà di realizzare il pieno accesso del sistema al mercato europeo al fine di fornire agli operatori bancari e finanziari di San Marino i benefici derivanti dalla partecipazione ad un mercato ben più ampio. Il futuro negoziato consentirà dunque di procedere in un tempo ragionevolmente breve alla soluzione dei problemi che ostacolano le opportunità di crescita dell’intero sistema.

– Politiche orizzontali. Per fruire dei vantaggi derivanti dalla migliore integrazione nel mercato interno sarà necessario esplorare le potenzialità derivanti dalla cooperazione nei settori Trasporti, Commercio elettronico, Politica regionale, Cultura, Turismo e Tutela ambientale nonché in altri ambiti (come rifiuti, armi, sanità e prodotti biologici) in cui pesano le attuali difficoltà derivanti dalla condizione di terzietà di San Marino rispetto all’Unione. Per questi settori dovrebbe essere verificata la possibilità che l’Accordo di Associazione contenga clausole evolutive, di tipo flessibile, che permettano l’integrazione degli Stati che lo desiderino di allineare progressivamente il diritto nazionale al corrispondente acquis dell’Unione, senza dover necessariamente procedere alla revisione dell’Accordo di Associazione.

– Accordi bilaterali. Gli accordi vigenti apportano indubbi benefici per San Marino ma potrebbero anche determinare alcune difficoltà nella effettiva gestione e applicazione se non verranno debitamente rapportati al futuro Accordo di Associazione. Le iniziative di armonizzazione finora intraprese anche grazie ai suddetti Accordi, nonché il costante adeguamento/aggiornamento che impegna il paese e le sue competenti istituzioni, soprattutto nell’ambito bancario e finanziario, non hanno ancora trovato un equo bilanciamento come ad esempio il corrispettivo accesso al mercato e un riconoscimento di equivalenza in alcuni settori rilevanti per l’economia di San Marino. Per quanto riguarda gli accordi bilaterali tra San Marino e alcuni Stati membri (in particolare quelli con l’Italia) essi dovranno essere riconsiderati allo scopo di armonizzare i contenuti con il futuro Accordo di Associazione con l’Ue. Dovranno quindi essere abrogate le parti regolamentate all’Accordo di Associazione e salvaguardati quegli aspetti che invece, non previsti dall’Accordo, dovranno trovare nuova e più completa definizione.

Prossime attività. Da febbraio il Governo ritiene di dover presentare alle categorie economiche e sociali, riunite nel Tavolo di Sviluppo, le prospettive dell’Accordo di Associazione e le più rilevanti implicazioni derivanti dai futuri negoziati con l’Ue. Gli stessi risultati saranno poi diffusi alla cittadinanza. Preso atto che l’avvio del negoziato comporterà un approfondimento continuo della posizione negoziale fornendo dati e pertinenti argomentazioni sarà dunque opportuno, considerando il prezioso lavoro finora svolto, potenziare il Gruppo Tecnico orientando, tra le altre cose, la sua azione all’analisi dei temi non emersi in modo esplicito durante il lavoro preliminare sulle 4 libertà fondamentali e alla valutazione di impatto delle intese bilaterali esistenti in ciascun settore specifico, unitamente alle indicazioni delle parti di tali intese che vanno opportunamente mantenute e di quelle che si vogliono superare in tutto o solo in parte. Al fine di reperire quelle indispensabili risorse umane necessarie sarà indispensabile procedere all’emissione di appositi bandi. Credo sia anche opportuno istituire un Centro studi permanente inserito all’interno dell’Università a servizio dell’amministrazione e del settore pubblico/privato”.

Antonella Mularoni, segretario di Stato al Territorio: “L’Unione ha evitato guerre e aiutato i cittadini europei a sentirsi più vicini, aiutando anche i giovani con possibilità di studio e scambi. Dobbiamo essere grati a chi ha creduto nell’Ue dall’inizio, ai suoi padri fondatori. Oggi abbiamo un’Europa portatrice di valori che sono un modello per l’intero mondo. Non c’è continente che abbia standard più elevati dell’Europa. Fino a qualche tempo fa, fino al referendum, ci sono state delle divisioni fra le forze politiche. Ora siamo uniti per proseguire un obiettivo che tutti sentiamo, tenendo conto anche dei nostri limiti e delle nostre specificità come Paese piccolo. Il percorso ci ha permesso di rafforzare le intese politiche con i piccolissimi Stati d’Europa, Monaco e Andorra, e tutti i Paesi dell’Unione Europea. Siamo di fronte a una grande sfida che coinvolge tutti i settori professionali della nostra realtà. Abbiamo anche il supporto di un consulente esterno. Serve un lavoro collegiale che coinvolga una politica unita e che allo stesso tempo riconosca che di fronte a noi abbiamo un percorso non semplice. E’ una fase storica che si apre nel Paese e dobbiamo viverla come tale e non solo sul piano delle enunciazione: i nostri comportamenti e la destinazione delle risorse dovranno essere conseguenti. Se ad alti obiettivi non conseguono le destinazioni di risorse necessarie forse significa che facciamo solo chiacchiere. E’ vero che c’è la spending review, ma dobbiamo essere consapevoli che altri Paesi con dimensioni ridotte hanno avuto la necessità di adeguarsi con strutture, risorse e competenze. Al di là del capo missione indicato, in una fase successiva del negoziato dobbiamo pensare di avere persone autorevoli al tavolo della trattativa che sapranno coniugare la parte tecnica con le indicazioni della politica. A livello dirigenziale ci deve essere conoscenza dell’inglese, non può essere che i dirigenti non siano capaci di dialogare con i loro omologhi per barriere linguistiche. Quindi queste professionalizzazioni devono aver corso in tempi brevissimi e dove non ci sia la capacità di adeguarsi dobbiamo pensare di provvedere alla sostituzione, non possiamo permetterci una dirigenza sentita come non autorevole”.

Giuseppe Maria Morganti, segretario di Stato per la Cultura e l’Istruzione: “Il mandato del 16 dicembre non può che essere considerato un grande onore e una pietra miliare perché introduce San Marino verso la partecipazione a un processo di democrazia tra i più importanti degli ultimi secoli. Un piccolo Stato apre a un nuovo mondo alla pari e ciò richiede disponibilità e preparazione al cambiamento. Vivere su quel grande territorio significa esserne anche contaminato e sapere mettere a confronto la propria identità con quelle di altre nazioni. Abbiamo sempre agognato il negoziato, che non è da prendere sotto gamba, se siamo bravi diventa un vantaggio diversamente può rappresentare una penalizzazione. Dobbiamo attrezzarci ad essere bravi. Non dobbiamo avere timore di affrontare il negoziato per gli effetti sul mercato interno. Essere cittadini europei significa vivere, lavorare viaggiare nei Paesi europei e lo stesso varrà per San Marino nei confronti degli altri cittadini europei. Le opportunità che si aprono al mondo delle banche devono portare stimoli a questi istituti che devono attrezzarsi perché i servizi siano adeguati alla concorrenza. Tutto questo richiede competenzam anche disciplinare, per agire su piano professionale. Imprese, Pa, professionisti, politica come si configureranno? Parto dalla politica: dobbiamo essere capaci di saper osservare nella fase di formazione l’aquis comunitario”.

Simone Celli, Ps: “Il percorso di integrazione europea andrà a impattare sulla vita quotidiana. Valuto positivamente l’atteggiamento di apertura al confronto del governo perché su questi argomenti è necessario ricercare l’unità di intenti. E’ un tema su cui, a nostro avviso, è auspicabile una forte condivisione sia del Consiglio che della comunità sammarinese. Il negoziato con l’Ue presuppone due punti: inevitabili cessioni di sovranità sulla base delle 4 libertà fondamentali a cui noi dovremo adeguarci e grandi opportunità che il maggior livello di integrazione europea può garantirci. Il Segretario Valentini conferma la scelta del negoziato a tre: scelta su cui ho sollevato alcune perplessità ma ormai è storia. Portiamo avanti questo tipo di negoziato. Seguiamo da vicino le vicende politiche che riguardano Andorra e Monaco. Il negoziato si intraprenderà quando tutte le parti saranno pronte a intraprenderlo. Ma perché prima del maggio 2015 non definiamo già una road map per diventare operativi il prima possibile? Sollecito il governo a definire la scaletta operativa per poi iniziare concretamente il negoziato. Il gruppo negoziatore? Non lesiniamo investimenti sull’acquisizione di risorse umane di livello. Puntiamo però sulla qualità. Inoltre il gruppo negoziatore oggi ha un’impostazione molto tecnica: io penso che dovrebbe essere dotato della necessaria visione politica. E’ fondamentale inserire figure che hanno una visione politica. Non è solo un problema di approccio tecnico, ma anche di approccio politico. Io credo che possiamo individuare tecnici e professionisti appartenenti ad altre realtà dell’Ue, non solo a quella italiana. Attingendo anche a realtà simili, per dimensioni e caratteristiche, a San Marino. Penso a Malta.

La Macroregione Adriatico-ionica è un’opportunità interessante per le nostre attività imprenditoriali: una partita che San Marino deve giocare da protagonista. Non facciamoci cogliere impreparati da una sfida che può regalarci grandi opportunità. Altra questione riguarda il rapporto con le Repubbliche dell’ex Unione Sovietica: San Marino può favorire un dialogo tra Ue e Russia giocando un ruolo di mediazione”.

Gerardo Giovagnoli, Psd: “In questo momento abbiamo concluso un iter doloroso per noi con l’Italia. Siamo così entrati in “white list”. L’Accordo di associazione è una cosa diversa dall’adesione ma è una possibilità che ci vede pionieri anche in questo caso. Un esempio per i piccoli Paesi che adesso sono nello spazio economico europeo, ma anche per la Svizzera. Siamo in un ambito nuovo in cui potremo essere protagonisti di un cambiamento. Un grande sforzo deve essere fatto sulla P.A. Non è l’Ue a chiedercelo: sappiamo benissimo quali sono i nostri elementi di criticità. Dobbiamo fare passo in avanti. Non sarà semplice. Ma ce la faremo. Noi dovremo mettere mani e piedi a Bruxelles. Abbiamo bisogno di essere inseriti negli ambienti europei ed essere capaci di fare massa comune facendo capire le nostre ragioni. Andorra ad esempio ha costituito un’associazione di amici dello Stato di Andorra. Noi dobbiamo essere preparati anche ad andare a Bruxelles dove si prendono le decisioni. Anche se sappiamo benissimo che alcune direttive dovremo solo recepirle così come sono per potere stare nel mercato europeo. Possiamo uscire da questo Consiglio con un impegno ad accelerare su questi temi. San Marino può avere un ruolo politico importante in Europa come portatori di pace e democrazia. Ce lo riconosce la stessa Europa e noi dobbiamo crederci ancora di più”.

Alessandro Cardelli, Pdcs: “Tante volte non ci siamo accorti di come il nostro Paese negli ultimi anni abbia subito una metamorfosi incredibile. Il referendum dell’ottobre 2013 è stato indicativo: la cittadinanza ci ha detto che, nonostante la spaccatura e il grosso astensionismo, l’accordo di associazione all’Ue sarebbe stato negativo per San Marino in quel momento. L’idea però era chiara: l’Europa può rappresentare un’opportunità importantissima per il nostro paese. San Marino nel 2013 basava la sua economia sull’anonimato societario e il segreto bancario e non poteva aderire ai protocolli di trasparenza e agli standard internazionali europei. Ecco perché il referendum andò in quel modo. Ma ora le cose sono cambiate. Il percorso di accordo con l’Ue ci richiederà sforzi ma ci darà anche notevoli vantaggi e opportunità economiche. Il Segretario Valentini ha parlato di Iva: all’interno dell’Ue tutti i paesi utilizzano il sistema Iva mentre noi abbiamo la monofase. L’Iva Svizzera è all’8% e se noi passassimo al regime Iva mantenendo il 17% sarei scettico. Ma se l’Ue ci permettesse di avere un’imposizione fiscale più bassa sarebbe un indubbio vantaggio per il nostro paese. Nel portare avanti questo negoziato non dovrà parlare solo il settore della P.a. e della politica ma ci dovrà essere tutto un gruppo di lavoro che dovrà valersi del contributo anche del mondo dell’associazionismo. Nel momento in cui sono caduti i privilegi su cui si basava il vecchio sistema, l’Europa per San Marino rappresenta una grande opportunità. Cercare di dare un’indicazione chiara e un supporto al governo sarà fondamentale. Dobbiamo dimostrare che il Consiglio è compatto su questo tema”.

Marco Podeschi, Upr: “La relazione del segretario merita la massima attenzione, tutti noi siamo consapevoli che oggi c’è in gioco il destino del Paese e l’opportunità di definire che tipo di rapporto vogliamo avere con l’Ue.  C’è stato un pronunciamento popolare, numerosi dibattiti in quest’Aula, e e oggi il governo ha avuto l’ok da parte della Commissione europea di avviare il negoziato. Spero che presto la maggioranza sblocchi il progetto di legge di riforma della carriera diplomatica, è uno dei tasselli per avviare il negoziato. Mi è piaciuta l’osservazione del segretario Mularoni sulla capacità linguistica all’interno della Pa. Diversi colleghi hanno parlato dell’Iva, mi piacerebbe capire che atteggiamento avranno governo e maggioranza. Si era parlato di un progetto preliminare per la sua introduzione, in fase di trattativa avere o non avere l’Iva non è fattore secondario, nei prossimi mesi mi piacerebbe capire come governo e maggioranza andranno a muoversi. Dobbiamo capire poi come classe politica, fra le tante opportunità che ha l’Ue, su quali argomenti possiamo vertere per avere migliori prospettive di crescita per San Marino. Molti degli ambiti di cui ci occuperemo sono di completo appannaggio del rapporto bilaterale con l’Italia, per esempio prezzi di carburanti. Su alcuni argomenti il rapporto bilaterale è datato e bisognerebbe uscirne con argomenti al tavolo negoziale. Vorrei capire che atti seguiranno all’accordo monetario, quai saranno gli adempimenti e se all’interno del negoziato gli argomenti saranno dati per scontati o ci saranno evoluzioni. Quando la politica affronta temi di politica estera, sicurezza e ordine pubblico mi auguro sia unita. Il mio auspicio è che ci sia condivisione attorno le linee di negoziato che il team degli esperti porteranno avanti nei prossimi mesi. Il mio auspicio è che il governo possa continuare a tenere aperto un dialogo con tutte le forze politiche rappresentante in Consiglio. Per poter dare contributi alla fase negoziale occorre conoscerne infatti gli sviluppi”.

Ivan Foschi, Su: “La relazione è un adempimento puntuale che dimostra l’impegno della segreteria e delinea un percorso che è all’inizio e che presenta difficoltà. E’ una marcia di avvicinamento all’Ue e ci auguriamo possa andare a buon fine e in tempi celeri. Le 4 libertà sono i veri nodi politici su cui l’Aula dovrà deliberare.

Saremo potuti entrare in Ue dalla porta principale ma ci troviamo qui in condizioni ben diverse da come potevamo esserlo solo dieci anni fa. Le scelte vanno compiute per tempo quando si hanno carte buone in mano, non quando siamo con l’acqua alla gola. La nostra politica estera è stata sempre rivolta a Roma, poi negli anni ’90 è iniziata la diffidenza legata al nostro stato extracomunitario. Si operava troppo spesso nella zona grigia senza regole chiare e condivise. Era una condizione estremamente effimera che non poteva continuare e occorrevano invece scelte politiche coraggiose per metterci al riparo da quanto poi è successo. Il negoziato non sarà facile e proprio perché arriviamo per ultimi non sappiamo cosa ci sarà sul tavolo Se ci fossimo mossi in anticipo avremmo potuto spendere i vecchi capisaldi per avere qualche contropartita”.

Francesco Morganti, Psd:  “San Marino ricerca oggi relazioni più strette con l’Ue attraverso la negoziazione di un nuovo accordo che tenga conto del fatto che la Repubblica è geograficamente situata all’interno dell’Unione, nonché delle specificità del nostro Paese. Il Consiglio dell’Ue ha adottato, nel dicembre del 2014, la decisione che autorizza l’avvio di negoziati per uno o più accordi di Associazione fra l’Unione e il Andorra, Monaco e San Marino. Serve un’ampia condivisione sui temi di una discussione i cui effetti interesseranno un orizzonte temporale che durerà decine di anni. Quello che ci accingiamo a decidere non può e non deve riguardare solo la maggioranza. La condivisione deve esserci con l’opposizione e con l’intero Paese. Si deve andare a Bruxelles come Paese, dobbiamo trovare la maggior coesione possibile tra gruppi politici, formazioni sociali e categorie economiche. Sarebbe utile che questo spirito bipartisan e inclusivo, fosse mantenuto di governo in governo. Dobbiamo prendere come esempio i Paesi in cui è stato adottato il principio della continuità sul tema del rapporto con l’Unione Europea. Guardiamo ad Andorra.  L’accordo multilaterale dovrà contenere elementi comuni tra Ue e tutti e tre i paesi di piccole dimensioni, ma anche elementi specifici tra San Marino e Unione Europea, nel rispetto delle nostre peculiarità. I punti prioritari riguardano la rimozione delle barriere esistenti che oggi operano a discapito dei propri cittadini e dei propri operatori economici e l’identificazione di obiettivi economici e leve di crescita e sviluppo sostenibile armonizzato con le politiche dell’Unione. Sulle deroghe è chiaro che al centro dell’attenzione vi siano le questioni della libertà della circolazione delle persone, dei servizi e questioni riguardanti il ruolo dello Stato nell’economia. Il Psd ritiene esservi la necessità di lungimiranza e pragmatismo rispetto a un processo che coinvolge San Marino come entità Stato nel suo complesso. Oggi abbiamo una grande opportunità. Siamo al tavolo con l’Ue. Presentiamoci con una voce sola, forte e chiara”.

Fabio Berardi, Pdcs: “Dopo il referendum e in alcuni dibattiti ho notato un modo di valutare questa opportunità come se fosse un ripiego rispetto all’adesione all’Ue. C’era una chiara posizione della commissione, che valutava dopo anni di analisi che l’Ue non era pronta per accogliere in termini di adesione i piccoli Stati. Questo accordo deve trovare equilibri fra varie componenti, ci sono da tenere in considerazione i requisiti dell’Ue con le nostre peculiarità. I nostri giovani forse sono europei già di natura, per motivi di formazione o di lavoro. Bisognerà dedicare risorse nuove, anche economiche, per gestire questa fase. La decisione finale sarà in capo a tutti i sammarinesi in base al lavoro preparatorio che verrà fatto. I vantaggi saranno tanti, in primis la presenza nel mercato unico, oltre a nuove opportunità per imprese e cittadini, libera circolazione delle persone, calibrata per le dimensioni della nostra realtà. Dopo 2 anni di quesiti, rapporti e verifiche, il Consiglio è giunto a questa decisione perché ritiene San Marino pronto per questo passo. Non possiamo negare di essere uno Stato enclave e la presenza del Paese che ci circonda. Ricorderò sempre l’aiuto di Frattini a me personalmente e al nostro Paese. Ha firmato un accordo con Antonella Mularoni e dato a me supporto per l’Ecofin, è sempre stato al nostro fianco e ci ha dato consigli in quel contesto”.

Tony Margiotta, Sinistra Unita: “
Avrei preferito aderire all’Unione Europea. Visto il referendum e la decisione della cittadinanza, mi adeguo e dico meglio un accordo di associazione che niente. Penso che questo passaggio doveva essere fatto qualche anno fa, quando c’era l’opportunità di farlo in una posizione più vantaggiosa. Il Lussemburgo, in tempi non sospetti, ha aderito e fa parte dell’Ue con deroghe e paletti sulle 4 libertà di cui abbiamo già parlato. L’Aula si deve esprimere per dare delle linee guida. La relazione di Valentini è completa ed esauriente. Per arrivare all’accordo ci vorranno ancora due o tre anni. Un periodo che andrebbe ridotto. Sulle 4 libertà credo che si debba adeguarsi. Non possiamo comunque fare un copia incolla con Paesi più grandi di noi. Dobbiamo tutelarci, ma dare anche l’opportunità ai nostri cittadini di fare esperienze fuori”.

Luca Santolini, Civico 10: “Il gruppo che affronterà il negoziato deve avere una visone non solo tecnica ma anche politica. Non deve avere una impostazione italocentrica. La strada europea deve darci un orizzonte più ampio di quello fornito dal rapporto con il nostro vicino. Occorrerà prepararsi per l’internazionalizzazione dell’economia. Devo capire se essere ottimista o no. La base di partenza è composta da una Pa con settori interi devastati da una gestione clientelare. L’impostazione è rigida e burocratica, chi compie il suo lavoro al meglio ne esce frustrato. Ci sono ritardi negli impresi presi dal governo da tempo, come il sistema Iva e la riforma dei corpi diplomatici. La Pa è composta da persone, e su quelle l’azione politica dovrà concentrarsi. Non va bene, dopo il referendum, presentare questa strada come piena di opportunità dimenticandosi dei pericoli. Non basta lavorare sulla Pa, servirà anche un settore privato pronta ad affrontare nuove sfide. Importante quindi la fase informativa e di confronto. San Marino ha perso molti treni, poteva giocare d’anticipo come Malta, mentre oggi trattiamo con l’Europa assieme a Paesi dalla sovranità limitata. Il rischio è di perdere tutto”.

Manuel Ciavatta, Pdcs: “Ricordo che fino a un anno e mezzo fa le uniche possibilità erano adesione o non adesione. La popolazione si è espressa con il referendum. L’associazione è nata come terza possibilità. Ed è un’opportunità nuova per il nostro Paese. Ci dovremo trovare a essere competitivi in molti settori, come quello economico, la scuola, la cultura di persone diverse. Avremo opportunità legate alle nostre peculiarità, che ci dovremo giocare al meglio e ci garantiranno certe possibilità tipiche. Ci viene richiesto il massimo del nostro impegno e sforzo, in senso collettivo. Il nostro piccolo Stato e la sua gente devono capire che bisogna muoversi velocemente. Per chi oggi è qui, e chi ci sarà nelle prossime legislature, sarà una sfida”.

Elena Tonnini, Rete: “Abbiamo visto come la relazione di Valentini ricalchi tutte le tappe della storia del rapporto tra San Marino e Ue. Manca però ogni tipo di riferimento al referendum sull’adesione all’Ue che ha sostanzialmente bocciato il percorso di completa adesione. Ci auguriamo di non vedere alla fine di questo dibattito un ordine del giorno basato su ruoli, incarichi, gruppi di lavoro senza avere capito bene quali sono le linee di indirizzo politico. Servirebbero accordi mirati sulla libertà di circolazione dei sammarinesi nei paesi membri dell’Ue. Per quanto riguarda la circolazione dei lavoratori l’inserimento di San Marino nell’Unione avrebbe ripercussioni per il nostro territorio. Molti posti di lavoro, creati grazie alle opportunità offerte dall’accordo d’associazione, verrebbero occupati da stranieri e in particolare da quelli provenienti dai territori limitrofi. Gli effetti benefici non sarebbero per San Marino, ma per gli altri Stati. Tutto questo è la relazione dell’Ue a dirlo e non Rete. Io non condivido molto l’idea iniziale sulla visione dell’Europa come patrimonio e di Europa come autorità che propone un progetto di unità. L’Europa originariamente si fondava su pace e cooperazione, intesa come sinergia tra paesi con specificità molto diverse tra loro. Ma l’Europa di oggi non è più l’Europa di allora. E’un Europa divisa con una visione molto accentratrice. E’ l’Europa delle politiche di austerity fallimentari. Un’Europa attenta ai numeri, ma poco attenta alle particolarità locali. E’ importante proseguire in un processo di sempre maggiore rapporto, ma alcune cose vanno chiarite. Ai tavoli europei dobbiamo tenere un atteggiamento attivo, propositivo e una rappresentanza autorevole. Un atteggiamento passivo sarebbe molto controproducente . Peculiarità, particolarità, sovranità, identità diventino parole da riempire di contenuto con specifici progetti”.

Maria Luisa Berti, Ns: “L’accordo di associazione all’Ue è buona scelta perché è un’opportunità e non una limitazione per il nostro Paese. Non mi sento una cittadina europea, ma mi sento una cittadina sammarinese. In questa fase mi sento di condividere e rafforzare la ratio sottesa all’ordine del giorno approvato in passato: massimo coinvolgimento lungo tutto il percorso di integrazione europea di tutte le forze politiche, sociali, economiche e professionali del Paese. Tutto il paese deve essere coinvolto e tutto il Paese deve rispondere. Noi abbiamo la necessità di intravedere un’opportunità ma anche la necessità di tutelare le peculiarità e la sovranità di un piccolo Stato. Il consiglio dell’Ue ha autorizzato l’avvio dei negoziati per uno o più accordi di associazione europea, rappresentando un accesso a quello di Stati terzi appartenenti a uno spazio economico europeo. Una riduzione degli ostacoli al commercio, alla libera circolazione delle persone ed a favore dello scambio di beni con i paesi membri. Mi sento di fare un appunto alla relazione del segretario Morganti: di fronte a questo tema secondo il segretario bisogna avere l’approccio di valutare principalmente effetti positivi. Sarebbe un errore a mio avviso. Le valutazioni di una scelta devono tenere conto anche di eventuali pregiudizi che quella scelta potrebbe arrecare. Va poi benissimo potenziare il Gruppo Tecnico, anche con professionalità che arrivano dal mondo reale. Mi piacerebbe che in quella sede ci fossero interlocutori che appartengono concretamente a realtà diverse dalla p.a.”.

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