Consiglio Grande e Generale, 27 maggio, seduta notturna. Agenzia Dire

Consiglio Grande e Generale, 27 maggio, seduta notturna. Agenzia Dire

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 21-28 MAGGIO

MERCOLEDI’ 27 MAGGIO- Notturno

In seduta notturna prosegue il comma 23, dedicato alla ratifica dei Decreti delegati, con il dibattito, l’esame e la ratifica con voto palese di due provvedimenti. Il primo è il Decreto delegato n. 50 “Procedure per la vendita di esigue porzioni o relitti di terreno di proprietà dell’Ecc.ma Camera”. Nel corso dell’esame dell’articolato viene accolto un solo emendamento della minoranza, quello di Rete all’articolo 8, che aggiunge per i frazionamenti l’obbligo di autorizzazione della Commissione per le Politiche territoriali.

Il secondo e ultimo decreto esaminato dall’Aula in seduta notturna il decreto n. 51, “Procedure per la vendita di fabbricati di proprietà dell’Ecc.ma Camera”, anch’esso ratificato con voto palese, dopo il ritiro dei due emendamenti presentati da C10 e Rete.

I lavori consiliari si interrompono con la seconda ratifica e riprenderanno domani alle 13.

Di seguito un estratto degli interventi della seduta notturna.

Comma 23. Ratifica decreti delegati e decreti legge

Decreto delegato n.50  “Procedure per la vendita di esigue porzioni o relitti di terreno di proprietà dell’Ecc.ma Camera”

Franco Santi, C10: “Stiano perdendo l’opportunità per creare le condizioni di una Pa ‘proattiva’. Ovvero capace di seguire procedure che possono facilitare determinate soluzioni. E anche in questa occasione, ribadire che la nostra amministrazione non possiede i dati per definire quante porzioni di terreno rientrano nella definizione di terreno alienabile, credo sia una sconfitta per il Paese. Al contrario questa può essere l’occasione per recuperare un po’ di strada in questo senso. Con i nostri emendamenti abbiamo infatti invertito l’approccio del decreto, tenendo buona l’impostazione. Abbiamo ribaltato la logica del decreto, sperando di fare una cosa tecnicamente accettabile e pensando che la Pa si prenda un certo tempo. Noi abbiamo indicato una data per fare il censimento e un elenco di tutte le  porzioni che rientrano nel decreto, farne poi pubblicità per dare tempo alla cittadinanza di presentare domanda. Questo crediamo sia un approccio più moderno e con una logica più accettabile”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Noi abbiamo presentato solo un emendamento. Pur non condividendo il principio che si debba procedere alla vendita, riteniamo possa essere accettabile. Pensiamo però che l’articolo 8 vada a modificare gli intendimenti della legge e non sia più un semplice decreto delegato. Perciò interveniamo per reintrodurre il ruolo del Consiglio dei XII”.

Marco Podeschi, Upr: “Il nostro gruppo consiliare ha più volte sollecitato l’adozione di questo provvedimento per reperire risorse, ma la maggioranza ha sempre ignorato questo suggerimento, posto con il Ps. Nel 2012 dicevamo che questo provvedimento avrebbe potuto evitare la patrimoniale, ma fummo persino irrisi. Oggi invece arriva in aula, anche se un po’ in ritardo. Avremmo gradito che i prezzi di vendita fossero chiariti prima della presentazione della domanda e abbiamo un emendamento a riguardo. Altro aspetto trascurato è il consiglio dei XII. Ancora: un argomento su cui Upr presenterà un emendamento riguarda le particelle catastali. Non siamo entrati nel merito di altri punti perché il decreto così com’è ha una sua ratio. Può dare risposte a sammarinesi che già da anni utilizzano terreni di proprietà dell’Ecc.tissima Camera”.

Stefano Canti, Pdcs: “Approvato l’articolo in Finanziaria, il segretario di Stato si è subito attivato con maggioranza e opposizione per arrivare alla stesura del decreto, per larga parte condivisa. Credo che gli emendamenti di C10 stravolgano gli intendimenti del decreto. Nel rispetto delle istanze che i cittadini hanno già iniziato a presentare, credo che vada dato seguito allo spirito del decreto originario. Da valutare invece quanto presentato da Rete, fa un richiamo a una legge che prevede la possibilità di attivare la commissione per le politiche territoriali”.

Vladimiro Selva, Psd: “Rispetto agli emendamenti di Cittadinanza attiva, credo abbiano una logica più che condivisibile. Ribaltano l’impostazione del governo rispetto all’individuazione delle aree da considerarsi non di interesse pubblico e quindi cedibili. Avevo già prospettato questa possibilità al segretario di Stato. Una impostazione di questo tipo avrebbe dato maggiore serenità, evitando il diniego alle richieste formulate dai cittadini. Molte delle richieste presentate saranno infatti rifiutate e la politica dovrà ‘dire di no’. Ha comunque ragione il consigliere Canti dicendo che le richieste sono già partite e diventa problematico cambiare impostazione in corso d’opera. Sugli emendamenti Rete: molti relitti stradali fanno parte come particelle catastali a strade pubbliche che verrebbero esclusi. Ma larga parte degli appezzamenti cui il provvedimento fa riferimento sono di quel tipo, tecnicamente quindi l’emendamento così non è accoglibile. Ormai il decreto è stato messo in questi termini e ad oggi diventa difficile invertire l’impostazione di Ca, anche se con motivazioni”.

Paride Andreoli, Ps: “Fa piacere dibattere su questo decreto. Ne discutevamo dieci anni fa e l’allora segretario al territorio Venturini aveva in animo e aveva fatto un grande lavoro per portare all’attenzione del Consiglio grande e generale, cui non è mai arrivato, un provvedimento. Anche poco tempo fa il Ps e Upr hanno portato all’attenzione dell’Aula e della cittadinanza questi temi, viste le difficoltà del bilancio e gli atti che il governo stava portando avanti. Avevano individuato, per alleviare le pene del bilancio grazie a nuovi introiti, la vendita di porzioni di terreno dello Stato. Allora sembravamo degli alieni. Oggi sarebbe difficile dire che siamo contrari a questo decreto, non saremmo credibili. Per tanto confermiamo la validità di queste volontà.  Quando il Ps fa proposte non le fa a caso”.

Francesca Michelotti, Su: “Sostengo le posizioni presentate prima di me dal consigliere Santi. Ca propone una serie di emendamenti, uno correlato all’altro, per dare un altro approccio al decreto. La scelta del segretario di Stato e del governo è determinata da una logica di semplificazione delle procedure ed efficienze. Ma abbiamo pensato che fosse auspicabile un approccio diverso, che liberasse la parte pubblica da una pressione possibile sugli organismi preposti e che possa permettere agli organismi di decidere senza avere la pressione degli interessati sul collo. Potrebbe dare una maggiore garanzia di obiettività quidi una ricognizione su tutti i frustoli che, sulla base di determinati requisiti, possono essere individuati quali cedibili o meno”.

Luca Santolini, C10: “Ringrazio per aver accolto i nostri emendamenti come una proposta alternativa ma fondata. Posso accettare che si ritenga percorribile l’opzione originaria del decreto, ma non la motivazione, per dire no all’emendamento ,il fatto che siano già arrivate richieste dei cittadini. Allora che senso avrebbe venire qui in Aula a ratificare il decreto con la possibilità di fare emendamenti?”.

Antonella Mularoni, segretario di Stato per il Territorio, replica: “Su questi decreti abbiamo già avuto modo di confrontarci, governo maggiorana e opposizione, poi è chiaro che il governo deve decidere, ma lo ha fatto ascoltando le voci di tutti. All’interno della maggioranza la questione sollevata da C10 era stata discussa, in particolare dal consigliere Vladimiro Selva. Interpellati anche gli uffici competenti, mi era stata segnalata la difficoltà di trovare risorse umane da impegnare nella ricognizione dei terreni. Mi auguro vivamente, e l’ho già chiesto ai dirigenti della commissione dell’articolo 4, che la politica cerchi di non insinuarsi in questa vicenda. I funzionari pubblici devono fare l’interesse dello Stato e applicare il decreto secondo gli interessi dello Stato. Ci sono anche meccanismi di controllo, il valore di vendita deve essere di mercato, conclusa l’istruttoria poi la segreteria incontra i gruppi  consiliari, le pratiche verranno in Consiglio e saranno votate dai due terzi dello stesso per essere approvate.  Le risorse ricavate saranno utilizzate per obiettivi ritenuti di pubblica utilità. Abbiamo riflettuto a lungo sugli emendamenti e sulle sollecitazioni dei gruppi anche di opposizione. Sull’esame dell’articolato, in particolare Ca ha presentato molti emendamenti, alcuni dei quali fatico a capire e ce li spiegheranno. Quelli sulla filosofia non li accetteremo, li altri li valuteremo. Rispetto agli emendamenti di Rete, non abbiamo problemi ad accettare quello modificativo articolo 8 comma 2. Noi non avevamo inserito il passaggio dell’autorizzazione, perché esaurite le parti decise del decreto i frazionamenti potevano essere semplicemente valutati dagli uffici. Rispetto il primo emendamento, in maggioranza dopo l’approfondimento si è giunti alla conclusione che non possa essere accolto. L’emendamento di Upr pure non lo riteniamo accoglibile”.

Decreto n. 51. “Procedure per la vendita di fabbricati di proprietà dell’Ecc.ma Camera”

Roberto Ciavatta, Rete: “Si ripropongono le tematiche del decreto precedente, proseguirei con l’esame dell’articolato, auspicando comprensione e accordo anche su questo decreto all’articolo 12”.

Andrea Zafferani, C10: “Anche in questo decreto la problematica sollevata è analoga a quella sollevata al decreto precedente”. 

Antonella Mularoni, segretario di Stato per il Territorio, replica: “Gli emendamenti hanno il medesimo oggetto. Abbiamo previsto due passaggi delle pratiche in Consiglio, non previsti nella versione originale, visto anche l’importanza del valore dei fabbricati, superiore rispetto a quello dei relitti di terreno. Una vota decisi i beni alienabili, la seconda fase prevede una votazione successiva complessiva, riteniamo sia una procedura garantista, consentendo una votazione caso per caso nella prima fase. Nel momento in cui il Consiglio ha deciso che quello è un bene alienabile, non è bello tornare sulla pratica per valutare solo l’assegnatario, per questo riteniamo i due emendamenti non accoglibili”.

Andrea Zafferani, C10: “Ringrazio il segretario di Stato per la sottolineatura di un comma che ci era sfuggito. Quando si va alla procedura di messa in vendita sarebbe opportuna la maggioranza dei due terzi del Consiglio, se così fosse potremmo ritirare l’emendamento”.

Antonella Mularoni, segretario di Stato: “Sì, l’intenzione è di prevedere una votazione di due terzi già nella prima fase”.

Roberto Ciavatta, Rete: “E’ un iter assolutamente garantista e ritiriamo l’emendamento”.

Andrea Zafferani, C10: “Idem per noi, ritiriamo l’emendamento”.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy