Consiglio Grande e Generale di San Marino, resoconto seduta 24 aprile 2023

Consiglio Grande e Generale di San Marino, resoconto seduta 24 aprile 2023

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE, SESSIONE 20-28 APRILE

– Lunedì 24 aprile – Seduta pubblica

+++Il Consiglio Grande e Generale approva la conferma del Presidente di Banca Centrale Catia Tomasetti e la nomina del membro del Consiglio direttivo di Bcsm Emanuele Boni+++

I lavori consiliari riprendono nel pomeriggio- dopo la pausa del week end- il dibattito al comma 8) sulle nomine di Bcsm, tra cui la riconferma del Presidente. Dopo una lunga serie di interventi, l’Aula approva la nomina del candidato indicato da Rete, Emanuele Boni (in sostituzione del già dimissionario Giacomo Volpinari) con 38 voti a favore, 7 schede bianche e 2 nulle. Mentre i voti a favore per Tomasetti sono 32, 10 le schede bianche e 3 nulle. Nel corso del dibattito, gli interventi dei consiglieri hanno palesato la condivisione sulla nomina di Tomasetti in maggioranza e da parte di Libera, mentre Repubblica futura resta non favorevole. Mentre l’Ordine del giorno presentato da Libera per dare un mandato operativo alla presidente verrà messo al voto alla fine della sessione. Da parte della maggioranza c’è contrarietà alla proposta di Libera, ad eccezione di Dml che apre alla sua possibile condivisione, definendola nei contenuti ‘non peregrina’.

Nel corso del dibattito inoltre, da più parti viene sollecitata la sottoscrizione del Memorandum tra Bcsm e Bankitalia. A riguardo, interviene Luca Beccari, Sds per gli Affari esteri, nelle conclusioni: “Noi stiamo negoziando l’entrata nel Mercato unico europeo e questo ci darà una condizione di equivalenza in termini di vigilanza e operatività nel mercato- chiarisce- E’ evidente che, se entreremo nel mercato unico con l’Accordo di associazione, il Memorandum, né con BankItalia, né con la Bce avrà più ragione d’essere. Questa accelerazione sicuramente ha messo in stand by il tema del memorandum”.
La seduta prosegue con l’esame dei successivi comma: la ratifica all’unanimità del Decreto-Legge n. 60 “Apposizione di sigilli per il trasporto internazionale di salme o resti mortali”, con l’adesione- accolta con 25 voti a favore e un non votante- alla Convenzione Internazionale concernente il trasporto di cadaveri firmata a Berlino il 10 febbraio 1937. Sempre in tema di accordi internazionali, viene approva all’unanimità la Convenzione di  Basilea sul controllo dei movimenti oltre frontiera di rifiuti pericolosi e sulla loro eliminazione.

Inizia l’esame di una serie di nomine, tra cui la “Rafferma del Comandante del Corpo della Gendarmeria”, con cui viene approvata all’unanimità la  proroga del mandato del colonnello Maurizio Faraone.

Concluso il comma 13, con la nomina di due Esperti del Comitato Garante per la Contrattazione Collettiva e la Rappresentatività delle Organizzazioni Sindacali e delle Associazioni Datoriali, la seduta si conclude. I lavori riprenderanno domani mattina.

 

Di seguito un estratto degli interventi odierni al comma n. 8.

Comma n.8. a) Nomina di un membro del Consiglio Direttivo della Banca Centrale della Repubblica di San Marino a seguito di non accettazione dell’incarico b) Nomina del Presidente della Banca Centrale della Repubblica di San Marino
Stefano Giulianelli, Pdcs
Nel dibattito è emersa una volontà forte della maggioranza di confermare l’incarico all’Avv. Tomasetti quale presidente di Bcsm. Era stata nominata dal Consiglio Grande e Generale il 9 maggio 2018, quale professionista accreditata in ambito finanziario e nel mondo imprenditoriale, massima esperta in materia di finanza di progetto ed energia in Italia, prima donna presidente di Banca centrale che subentra dopo le dimissioni del presidente Grais, ufficializzate nel settembre 2017. Tomasetti eredita una Banca centrale con numerose problematiche e sfide molto impegnative. Questi 5 anni sono stati pieni di difficoltà ed emergenze da portare avanti e sotto il profilo dell’impegno profuso ha dimostrato una professionalità e capacità encomiabile, durante il suo mandato. Ritengo importante riconfermare quindi una professionista che tanto ha dato al nostro sistema. Indubbiamente vanno rimarcate anche criticità nell’ambito del suo mandato, criticità oggettive e non per suoi demeriti. Mi riferisco alla vicenda Asset, che nel febbraio 2022 ha visto una sentenza definitiva su un contenzioso tra l’istituto bancario sammarinese e Bcsm e la sentenza ha dato ragione ai soci Asset e ha registrato l’inammissibilità dell’appello di Bcsm. E’ una vicenda tuttora da affrontare, che all’interno del bilancio di Bcsm dovrà registrare una passività per riconoscere i diritti passati in giudicato dei soci e sarà una vicenda che dovrà trovare una soluzione nel breve termine. Altra problematica per presidente e consiglio direttivo sono gli esiti del processo AQR-Asset Quality Review  sugli attivi patrimoniali degli istituti sammarinesi, che non ha avuto gli sviluppi sperati. E’ stato dimenticato questo processo. Recentemente poi l’operazione di cartolarizzazione, a fine 2022, ha visto anche l’impegno di Bcsm. Nota positiva da considerare è la relazione tra la nostra Banca centrale e Banca d’Italia, contrassegnata da forti legami. Altri problemi affrontati in questi 5 anni hanno riguardato la gestione della crisi in Banca Cis, e successivamente tutto il processo di sorveglianza ex Bns. Io sono stato sempre critico a riguardo, ciò non significa che dagli errori non si possa migliorare.
Federico Pedini Amati, Sds Turismo
Penso che questo tipo di ruolo, come altri per cui sono venute le nomine in Aula in questo periodo, sia una nomina che dà continuità all’operato finora avvenuto. Sulle critiche, di cui parlava Giulianelli, dell’operato di Bcsm in passato si poteva scrivere un libro. Sono tante le questioni bancarie che hanno infatti lasciato perplessi molti cittadini sammarinesi. Purtroppo le nostre banche hanno visto soccombere non solo a una dovuta vigilanza di Bcsm , ma anche soprattutto a un controllo interno delle banche stesse. Per non dire altro. I dissesti bancari purtroppo sono stati molti. Qui c’erano 70 finanziarie e una ventina di banche, nella famosa piazza finanziaria che tanti danni ha provocato a questo paese. Una volta il gettito dello Stato si fondava sugli attivi della banche. E’ cambiato tutto. Per fortuna avevamo e abbiamo un tessuto economico reale che ha prodotto un attivo nel bilancio dello Stato e ha concesso di andare avanti. Oggi tante banche, su cui anche Banca centrale aveva sollevato dei dubbi, versano alla ribalta delle cronache e si stanno svolgendo dei procedimenti che ci dicono che molte cose non sono andate bene. Su tutte, se non altro 1) la gestione del bilancio di Cassa di risparmio, con un passivo registrato di -534 milioni di euro, 2) la gestione di  Banca Cis che ha provocato l’ultimo dissesto finanziario incredibile e 3) ultima la questione Asset che va risolta. Ci sono più sentenze e bisogna come minimo sedersi e affrontare la questione, altrimenti anche Bcsm, lo Stato e il tribunale non danno le giuste risposte a chi è indubbio che le risposte le debba avere. O partiamo dal presupposto che tutti quelli che hanno fatto banca negli ultimi anni siano dei ‘birichini’, oppure ci saranno le responsabilità di tanti, ma non di tutti, altrimenti facciamo di tutta l’erba un fascio
Ho visto purtroppo che ancora oggi il socio Grandoni di Banca Cis dispone comodamente del proprio patrimonio con una società- quando tutti noi sappiamo del procedimento di Banca Cis e  i suoi soci, o comunque i beni dei suoi soci. Come fa il signor Grandoni, con i procedimenti giudiziari aperti, a disporre oggi dei propri beni, quando questi dovrebbero essere messi a favore della collettività? Questo il mio dubbio sulle vigilate del vigilante.  Io vorrei si vigilasse. Ma è possibile ci siano davvero due pesi e due misure perché ci chiamiamo Grandoni? Questo non posso accettare dal vigilante di Banca Cis di cui Gradoni era socio. Non è accettabile, mi auguro questo tipo di storture non capitino più.
Gian Nicola Berti, Npr
Non vorrei scendere in dietrologie. La legge dell’istituto di Bcsm è del 2005, siamo nel 2023, Banca centrale dovrebbe essere maggiorenne ormai e camminare con le proprie gambe. E forse ce la sta facendo, visto che è la prima volta che si arriva alla fine del mandato di un suo presidente che va verso la riconferma. Ci sarà l’impegno di questa maggioranza- e spero anche dell’opposizione- affinché il sistema bancario e il tesoretto dei risparmi dei sammarinesi sia affidato nelle migliori mani. Auguro al presidente Tomasetti un ‘in bocca al lupo’ nell’interesse dei sammarinesi. Pasquale Valentini, Pdcs
E’ positivo che per la prima volta la presidenza di Bcsm arrivi alla sua scadenza e si proponga il rinnovo. E’ molto positivo perché nella Banca centrale questo fatto non è mai stato scontato. Detto  ciò, ritengo si debba esaminare questo rinnovo alla luce dei fattori in cui avviene. Se ci pensate, il cambio della presidenza e della direzione di Banca centrale non è avvenuto sempre per i ‘limiti’ delle personalità che ricoprivano quell’incarico. Con la presidenza Clarizia e la direzione Giannini, per esempio, le loro dimissioni sono avvenute a causa di una iniziativa del tribunale. Poi si è visto che quella denuncia non aveva fondamento, ma aveva già prodotto l’interruzione del percorso. Non sempre la politica ha dimostrato di avere un rapporto corretto con Banca centrale.
Quando in Commissione finanze si è parlato del rinnovo di Statuto, ci si è chiesto cosa vuole la politica da Banca centrale. Non c’è stata in questa fase una presa di posizione chiara, ufficiale, della Banca centrale riguardo alla qualità del nostro sistema. Questo credo sia fondamentale, se vogliamo varcare le soglie dei nostri confini e che l’Accordo di associazione Ue contempli anche la circolazione dei capitali, per capire come sta il nostro sistema e che grado di salute abbia, cosa fare e cosa occorre per consolidarlo. E credo questo sia compito di Banca centrale. Mentre la politica di espansione del sistema è compito della politica. Banca centrale è chiamata a dare il suo parere sull’ipotesi di sviluppo che la politica ha. Il rapporto corretto tra politica e autorità non scarichiamolo sulle autorità stesse. È compito della politica.

Iro Belluzzi, Libera
L’Odg di Libera nasce in mancanza di una indicazione ben precisa del governo, che non riesce a definire quello che è il percorso necessario per Banca centrale e per il sistema bancario e finanziario. Spero che anche all’interno del Consiglio grande e generale si considerino le indicazioni dell’ordine del giorno, anche con eventuali modifiche. Sul Memorandum con Bankitalia: se il governo non lo vuole fare, e non ha coraggio di andare avanti su quel fronte, sia il Consiglio Grande e Generale, attraverso un mandato dell’Odg, a indicare di giungere a un elemento essenziale per lo sviluppo del sistema finanziario sammarinese, e non un palliativo che allunga solo la malattia. Anche io mi trovo di dover sostenere la figura di Tomasetti, ma anche a sollecitare il Consiglio e la politica a dare un mandato preciso a chi governa Banca centrale.
Michele Muratori, Libera
Nulla da dire sul profilo proposto da Rete per il membro del ConDir, a noi è arrivato il curriculum venerdì scorso, poco prima del dibattito, ma su professionisti validi non abbiamo elementi per contraddire. C’è da dire che questa nomina arriva dopo che un membro del ConDir, nominato da Rete, andava controtendenza alle linee portate avanti da Banca centrale. La questione politica è se all’interno della maggioranza si sia trovata la ‘quadra’ su questi indirizzi.
Noi abbiamo nominato Tomasetti nella precedente legislatura, l’abbiamo sempre difesa e abbiamo invitato a lasciarla a ‘lavorare in pace’. Chiaramente noi, anche per il secondo mandato, siamo per sostenerla. Ma abbiamo presentato un Odg per noi fondamentale che dà delle mission a Banca centrale e la sua presidente. Riteniamo non più procrastinabile il rapporto bilaterale tra la nostra Banca centrale e quella italiana affinché si arrivi a un Memorandum d’intesa strategico. Crediamo che i mandati in bianco non siano più ammissibili in questa fase.
Michela Pelliccioni, Dml
Sulla nomina della dott.ssa Tomasetti credo si debbano fare dei ragionamenti, partendo da fatti oggettivi. Il periodo storico ci vede affrontare sfide mai successe nel corso della storia, occorre ragionare sulle peculiarità del sistema sammarinese, unico nel suo genere. Occorre far riferimento a figure che di questo sistema abbiano conoscenze approfondite. C’è il percorso di associazione con l’Ue, la cartolarizzazione dei crediti, il percorso legato al roll over del bond, e soprattutto il percorso di modifica dello Statuto. E bisogna partire anche da elementi di critica, uno su tutto rispetto la mancata sottoscrizione del Memorandum con Banca d’Italia. E mi chiedo quanto la sovraesposizione mediatica subita dall’avvocato Tomasetti in questi anni, suo malgrado, per processi in cui è stata coinvolta, possano aver determinato un rallentamento per il memorandum. Occorre essere obiettivi e dire che non tutto in questi anni ha funzionato. Le critiche sugli ultimi affidamenti Cis sono un dato non positivo legato all’ultimo quinquennio. Poi ultimi affidamenti erogati da Banca centrale per il sostegno del sistema finanziario richiesto da Abs. Sarebbe stato interessante capire come questi ‘fidi’ siano stati stilati e da chi. Poi ci sono elementi positivi: è la prima volta che termina il suo mandato un presidente  di Banca centrale. Poi Per la prima volta si è stoppata una modalità violenta nei confronti di tutti coloro che si opponevano a un sistema. Nessuno ricorda mai quanto le persone che si sono opposte a determinate strategie lo abbiano pagato a caro prezzo, colpite nella dignità, lasciate senza lavoro, e colpite da procedimenti. Sicuramente il presidente Tomasetti ha ristrutturato i rapporti umani in Banca centrale.
Gian Carlo Venturini, Pdcs
Il presidente Tomasetti subentra al presidente Grais a fine 2019. Volevo evidenziare come il presidente Tomassetti si sia trovata ad affrontare alcuni temi e problematiche in quegli anni non facili, che ancora oggi trovano epilogo in attacchi personali, anche sul piano giudiziario. Da una parte, è la prima volta che si conclude un mandato di un presidente di Banca centrale, e anzi viene riproposto. Il lavoro di Tomasetti non è ancora concluso, ma necessita di adempimenti, soprattutto per la stabilizzazione del nostro sistema e per addivenire alla sottoscrizione del Memorandum con BankItalia, per dare ulteriori certezze alle nostre banche. E un lavoro fondamentale deve essere svolto dalla stessa Banca centrale. Formulo i migliori auspici per un proficuo lavoro per il prossimo quinquennio.
Massimo Andrea Ugolini, Sds perla Giustizia
La conferma della nomina va sul solco della fiducia e dello sviluppo del settore. E’ una nomina importante. Tomasetti ha gestito un momento non facile, ha preso il testimone della tempestosa gestione Grais-Savorelli. Ma ha saputo, anche di fronte a numerosi attacchi, mettere sempre al primo posto la tutela del sistema bancario finanziario sammarinese, anche dovendosi presentare di persona, per difendere Banca Centrale. Non è sicuramente un mandato in bianco, come qualcuno vuole far passare. Il percorso di Associazione europea sarà importante, occorre Bankitalia sì, ma occorre lavorare affinché la dirigenza di Banca centrale possa preparare il sistema finanziario a dialogare con il sistema europeo e italiano.
Denise Bronzetti, Gruppo misto
Le ricostruzioni storiche ascoltate finora fanno pensare che gran parte della politica di allora e di oggi non fosse troppo a conoscenza di quello che in realtà erano e sono stati i motivi veri per cui furono nominati a loro tempo Grais-Savorelli & co. Certi momenti li ho vissuti, so bene come arrivarono sul tavolo determinati curriculum e sarei in grado di descrivere chi sosteneva che cosa, chi aveva dubbi e chi non aveva capito nulla e tuttora non è in grado di capirlo. Questi passaggi servono comunque a capire che l’Avv. Tomasetti e la sua Banca centrale sono arrivati in un momento davvero difficile e particolare, non solo del sistema bancario sammarinese, ma del sistema sammarinese, quando sul fronte giudiziario si era verificato il delirio.
Oggi leggo la riconferma dell’Avv. Tomasetti non solo come attestato di stima nei suoi confronti, ma come vero passo in avanti della politica. Gran parte dell’Aula consiliare oggi riconosce non solo le sue competenze, ma tutto quanto accaduto prima di lei, e decide di andare in continuità per evitare ritorni al passato che hanno destabilizzato e messo in grossi guai la Repubblica di San Marino. Questa maggioranza- e mi fa piacere anche Libera- ha deciso di mettere un punto fermo sulla prossima gestione di Banca centrale ed è un aspetto fondamentale che va riconosciuto come scelta politica nei confronti di un paese che ha necessità di essere tenuto e messo continuamente in sicurezza. Mi accodo infine ai richiami sul nuovo mandato su cui quest’Aula dovrà ragionare. E’ stato fatto solo in parte, ricordo una commissione Finanze dove, presenti in audizione i vertici di Bcsm, si è iniziato a parlare del nuovo Statuto, non sfugge a nessuno che c’è una Banca centrale non solo sovradimensionata con un sistema che si è sensibilmente ridotto e di certo è necessario ragionar eprima possibile sulla struttura, e non solo sulla nuova mission.
Mirco Dolcini, Dml
L’incarico del 2018 di Tomasetti è stato portato regolarmente a termine, nonostante momenti storici di urgenza, e non può che essere considerato un punto a favore per la sua ricandidatura. Una sua conferma deve servire per agevolare il percorso di credibilità del nostro sistema verso l’esterno. Servirà ridare dignità economica ai soci Asset banca, dopo l’illegittimo commissariamento accertato dal tribunale. Occorrerà modificare lo Statuto. Le  nostre banche non hanno bisogno di stravolgimenti, ma di lavorare con tranquillità. L’Odg di Libera lo possiamo considerare non peregrino, alcuni punti sono condivisibili, nostra volontà è entrare nel merito del testo e valutarne il contenuto.
Nicola Renzi, Rf
Una riflessione generale su quali avrebbero dovuto essere le modalità con cui scegliere un ruolo così rilevante, ma prima ancora vorrei partire da quello che i consiglieri Morganti e Zanotti ci hanno riferito in chiusura della scorsa settimana. Pare ci sia un passaggio di quote azionarie in Banca di San Marino e di questo l’Aula consiliare non sa nulla. E’ giusto i soci facciano le loro valutazioni, ma ogni mutamento oggi in istituto vigilato equivale a un cambiamento di sistema.

Questo non ci può esonerare dal ragionare in modo un po’ meno retorico. Il nostro sistema è basato su una banca di Stato che entra in concorrenza con le banche private grazie a iniezioni di liquidità dello Stato, ma è un sistema che ha poche possibilità di sviluppo nella situazione attuale. Cosa si sarebbe dovuto fare? Quando fu nominata Tomasetti, l’ex Sds Finanze Celli propose due candidati. Furono uditi dalla commissione e fu fatta una valutazione. Questa volta si è scelto il percorso di conferma tout court. Noi abbiamo detto tante volte che la pensiamo diversamente.
Diverso il discorso sulla nomina del membro del ConDir. Sul suo curriculum, nulla di eccepire. Ma Rete aveva detto che prima della nomina voleva aspettare il nuovo Statuto, poi qualcosa sarà cambiato. Nulla di male. Noi siamo convinti che, visto la nomina di un direttore di Banca centrale, non sammarinese, questa sarebbe stata la volta buona che al vertice della struttura potesse esserci finalmente un sammarinese. Tutti poi avrebbero atteso il percorso di perfezionamento del nuovo Statuto, con la definizione della durata dei mandati e dei ruoli per poi fare la nomina. La maggioranza ha scelto altra strada. Però sono stati ottenuti risultati molto buoni, hanno detto alcuni, altri sono dalla maggioranza hanno fatto interventi più equilibrati. Io ricordo come in commissione Finanze si annunciò che il Memorandun era cosa fatta e sono passati 4 anni. E ciò dovrebbe indurci a riflessione.
Ci sono poi dei ‘piccoli nei’ nel percorso di Bcsm. Con questa rinomina il Consiglio sta dicendo che è normale che un presidente di Bcsm possa dire al congresso di Stato di aver interloquito con i servizi segreti italiani. Io non la ritengo normale. E in quest’Aula di ciò non si vuole parlare. E ancora, il presidente ci dice di aver interloquito anche con la commissione Antimafia italiana, e idem non si dice niente. E poi più recentemente abbiamo scoperto che il Presidente di Bcsm è andata a Roma a fare esposti contro dei sammarinesi. Io non so se sono cose giuste o sbagliate, ma dovrebbero farci interrogare un po’ tutti, invece c’è rimozione totale. Non penso ci siano dubbi su come voterà Rf e penso che abbiamo perso occasione in quest’Aula.
Maria Luisa Berti, Npr
Sulla nomina del presidente di Bcsm non può che esserci condivisione per il  rinnovo all’avvocato Tomasetti, non ci sono situazioni ostative alla sua conferma. Anzi, il rinnovo si pone in assoluta continuità con il percorso avviato in questi anni, non solo sul fronte giudiziario, ma nella missione di promuovere la stabilità del sistema finanziario, dopo la serie di vicissitudini che hanno creato danno al sistema.
Sulla nomina del membro di ConDir, non conosco personalmente la figura del dott. Boni, ma confido abbia caratteristiche e capacità per svolgere al meglio proprio ruolo. Esprimo rammarico per le dimissioni del dott. Volpinari. Infine, ritengo non proprio legare la conferma della nomina all’approvazione di un odg che contiene anche proposte condivisibili, ma quanto proposto ritengo possa essere rinviato a un confronto in atto in ambito della commissione Finanze.
Emanuele Santi, Rete
La strada intrapresa dal presidente di Bcsm su molti aspetti è quella giusta, ma il rinnovo deve essere da stimolo a tutto il Con Dir per fare meglio quello che in questi anni non ha funzionato. Inutile negare che le criticità ci sono state. Ma al di là delle persone, vorrei parlare della struttura di Banca centrale. Abbiamo un vertice che andrà riconfermato ma c’è anche tutto il resto. Delle sfide importanti da cogliere ci sono. La prima è la strategia su cui portare il nostro sistema. Cosa fargli fare. Capire quali siano i potenziali sviluppi per dare redditività alle banche è fondamentale per il sistema bancario. Sulla vigilanza e sul potenziale Memorandum con Bankitalia si deve giocare una partita importante. Terza grande sfida è il rinnovo dei debiti. La strada da percorrere deve essere un giusto mix: devono avere circolarità, si è parlato di mercato secondario per titoli interni, è la strada da percorrere. Quarta sfida è la cartolarizzazione, è arrivato il momento di scoprire le carte e vedere se questi Npl sono stati svalutati e  a quanto. E a quanto consiste la garanzia dello Stato. Ci sono partite in essere importanti, non dovrà essere una mission in bianco. Un mandato forte della politica ci deve essere.
Matteo Ciacci, Libera
Arriviamo alla nomina strategica del presidente di Bcsm. I primis, le riflessioni, rispetto a quello che ha partorito la maggioranza e al metodo con cui questa maggioranza e governo hanno valutato la  sostanziale riconferma di Catia Tomasetti: sulle nomine strategiche è positivo cercare un confronto proficuo con tutte le forze, proprio la nomina di Tomassetti nel 2017 arrivò dopo una commissione in presenza di due candidati. Non solo invece in questo caso non abbiamo avuto modo di dire la nostra, e confrontarci sulla conferma di Tomasetti, ma per di più – cosa più assurda- nessuno oggi ha predisposto un preciso mandato, che la politica vuole dare al presidente di Banca centrale. Nessuno si è preso l’impegno di redigere un Odg, per dire cosa fargli fare nei prossimi 5 anni. Qual è mandato del presidente di Bcsm? E’ inaccettabile politicamente. Ravviso poi che le posizioni di critica sul profilo di Tomasetti sono state tutte assopite, come sempre a favore di un progetto più ampio, la scadenza della legislatura. Mi riferisco in particolare a Rete.
Poi sulla figura di Tomasetti: sulla prima parte del mandato, ha dimostrato capacità di dialogo tra istituzioni e banca centrale,e  ha avuto la capacità di percorrere un percorso di cambiamento rispetto la cricca e il mondo degli affari.  Il tandem Guidi -Tomasseti ha dato il là a un percorso, a partire  dalla legge sulle risoluzioni bancarie. Il suo ruolo è stato importante, quando c’era bisogno di tenere fermo il timone, Tomasetti c’è stata e  Libera ne dà atto e ha una posizione molto diversa da Rf, constatata dai fatti. E’ chiaro però che non ci possiamo limitare al 2019 -2020,  ma il presidente e Bcsm vanno avanti e devono fare di più in un progetto di prospettiva. O non siete d’accordo nemmeno su questo? Sarebbe sciocco non prendere in considerazione in questo senso il nostro Odg. Francesco Mussoni, Pdcs
Noi siamo favorevoli alla proposta di Rete per la candidatura di Boni a membro del Consiglio direttivo. Sul punto b) si potrebbe chiudere allo stesso modo, ma c’è una storia e un peso maggiore su questa nomina. Confermiamo il presidente per quello che è stato in grado di fare nella sua autonomia, con il consiglio direttivo, in collaborazione con “questo” governo. Nel momento in cui si è insediato, con un paese che stava per fallire rispetto al sistema finanziario, ‘questo governo’, in collaborazione con Banca centrale, è riuscito a dare stabilità a questo sistema. Tomassetti, ha potuto confermare il suo ruolo per la stabilizzazione al sistema in un periodo difficilissimo, con commissariamenti e fallimenti. Il presidente ha dimostrato per il sistema paese di essere anche elemento di raccordo con il sistema finanziario italiano ed elemento di fiducia e conferma per le politiche di questo governo. Questo è stato fatto, nel periodo di tempesta si doveva stabilizzare il sistema. Quindi sulla mission del futuro: oggi dobbiamo confermare una figura che dovrà rilanciare il sistema con il governo. E’ una nomina che facciamo, mentre il tema resta aperto sulla mission del sistema bancario. Ma la missione del presidente è chiara: è una figura abbinata alla direzione generale. E’ figura di rappresentanza di un consiglio direttivo e di un rapporto autonomo con la vigilanza. Oggi la visione di un presidente di un consiglio direttivo è di creare una crescita dei servizi finanziari e bancari. Altro punto è quello, insieme al governo, anche in ambito dell’accordo di associazione Ue, di accompagnare il sistema bancario in una situazione di eurocompatibilità e di collaborazione stretta con la Bce, in modo si aprano investimenti sul nostro territorio. Terzo punto è il rafforzamento della trasparenza e dell’efficacia dei controlli sul sistema, che devono continuare a funzionare in prospettiva. E ancora, accompagnare il sistema nella gestione Npl, tema che deve essere completato e significativo per la stabilità del sistema. Così come aprire il sistema ad investimenti bancari e finanziari rilevanti. Un mandato c’è, nel rendere il sistema vantaggioso anche per famiglie e imprese. Il mandato di conferma ha già queste cose condivise. La conferma del mandato è di imprimere un’accelerazione a questi temi, è dare fiducia a Tomassetti e a una Banca centrale autonoma ma coordinata alla politica del Paese. Di qui la riscrittura dello Statuto di Bcsm e delle funzioni da ottimizzare, anche questo è tema di esercizio importante tra politica e istituzioni che si devono accompagnare, mano per mano, verso l’accordo di associazione Ue.
Luca Beccari, Sds Affari Esteri
Vorrei riallacciarmi al consigliere Valentini, rispetto alle turbolenze vissute da ex Segretario in passato. Ascoltando il dibattito e volendo avere un occhio distaccato, appare quanto meno strano che in un Paese come il nostro, quante siano le vicende della politica più recente ruotate attorno a Banca Centrale. Ed è cosa singolare rispetto altri Stati, dove le autorità di vigilanza non vengono chiamate in causa nel dibattito politico, eppure il nostro paese, negli ultimi 7-8 anni, ha vissuto una serie di turbolenze frutte di intrecci tra Bcsm e politica. Questo ci dice che la politica fa un po’ fatica a delegare poteri a soggetti non politici. Non ricordo quando ci sia stato un rapporto sereno e fiduciario tra politica e Bcsm. Forse in questi ultimi anni e a partire dall’incarico di Tomasetti qualcosa in questa direzione si  mosso. Non possiamo abbandonarci a troppe narrazioni credo, se dobbiamo fare il gioco della narrazione per vendere ognuno la ‘propria verità’, quanto meno non soffermiamoci a narrazioni riduttive, come dire che ‘Tomasetti va bene finché c’è un governo in carica’, ma dopo vive di rendita. Al di là di chi ha posizioni contrarie e lo ha espresso, converrebbe piuttosto ragionare se vi sono effettivamente le condizioni per sostenere la rinconferma, che non è uguale a una prima  nomina. Io non ricordo se il governo precedente con la prima nomina ha fatto un odg per definirne il mandato, a me non risulta. Ora l’Odg sarà valutato e votato, ma non credo sia un problema di metodo da discutere, non possiamo far passare il termine ‘siamo un po’ d’accordo, ma non possiamo del tutto, allora c’è un problema di metodo”.

Sul Memorandum con BankItalia: quanti decenni sono che se ne parla? Oggi ci concentriamo nel presente. Noi stiamo negoziando l’entrata nel Mercato unico europeo e questo ci darà una condizione di equivalenza in termini di vigilanza e operatività nel mercato. E’ evidente che se entreremo nel mercato unico con l’Accordo di associazione, il Memorandum, né con BankItalia, né con la Bce avrà più ragione d’essere. Questa accelerazione sicuramente ha messo in stand by il tema del memorandum. In una fase in cui dovremo capire, da qui a sei mesi, come procedere, può essere che il Memorandun sia necessario, ma anche no. Oggi i punto è: perché immaginare il riavvio di un negoziato con Bankitalia sul Memorandum, quando le parti sanno si gioca una partita diversa? Una volta non si firmava perché non c’erano le condizioni di dialogo tra le Banche centrali e nemmeno forse tra i due Stati. Ma oggi stiamo migrando verso un’altra prospettiva. Gli obiettivi cambiano in continuazione, ciò che è prioritario oggi, tra 10 giorni cambia. Io non lo so se è attraverso una nomina che dobbiamo conferire un mandato che forse tra tre mesi è superato. Piuttosto io ci sto per aggiornare gli obiettivi strada facendo, questo è l’approccio realistico. Saranno comunque valutazioni che faranno i partiti, ci siamo per confrontarci sulle prospettive del sistema bancario e finanziario, poi se questo avviene su due minuti in un odg che domani potrebbe non valere più, o se avviene negli organismi preposti, in modo costante, forse il risultato è lo stesso. Il punto è che che la maggioranza – e mi sembra di capire anche in parte l’opposizione- condivide l’opportunità di rinnovare la fiducia all’Avv. Tomasetti Il resto continueremo a discuterlo nelle prossime puntate.

 

San Marino News Agency

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