CONSIGLIO GRANDE E GENERALE: GLI INTERVENTI DI CIAVATTA, BARTOLETTI E RATTINI

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE: GLI INTERVENTI DI CIAVATTA, BARTOLETTI E RATTINI

COMUNICATO STAMPA

Si è aperta con l’intervento dell’uscente Segretario di Stato per gli Affari Interni, Valeria Ciavatta la sessione pomeridiana del Consiglio Grande e Generale, convocato principalmente per discutere della crisi di Governo in atto. Questi i sunti di alcuni degli interventi dei consiglieri di maggioranza e opposizione.


Valeria Ciavatta (Segretario di Stato uscente di Alleanza Popolare): “Nel Consiglio della scorsa settimana, Ap è stata accusata delle peggiori nefandezze. Oggi in aula il capogruppo del Psd, Claudio Felici, ha demonizzato l’intero gruppo consiliare dicendo che la nostra è la politica della negazione. Non si può pensare che non abbiamo il diritto di pretendere di realizzare ciò in cui crediamo, di non assecondare logiche che pensavamo tutti volessero superate. Durante il primo anno di Governo siano stati produttivi, ma la questione giochi ci fatto perdere tempo. Quello che noi avevamo chiesto di fare con la San Marino Giochi, ovvero porre nella proprietà di Stato i giochi della sorte, era un impegno che il Consiglio aveva preso con il Paese, e allora perché volevate tornare indietro? Abbiamo accettato addirittura cinque sale sul territorio, per capriccio di qualcuno. Non siamo stati disponibili alle mediazioni? Appena dopo la crisi di Governo, con il nuovo programma, abbiamo cambiato su proposta del Psd: la sala è una e la società è una. Poi ancora una volta, con la legge obiettivo, sono cambiate le carte: allo Stato va solo il 33%, non più la maggioranza, nei giochi della sorte. Un andirivieni continuo per rimangiarsi tutto, questo non fa perdere tempo?

In Consiglio sono mancati i numeri fin dalle prime sedute per problemi del Psd. I vertici non sono stati in grado o non hanno voluto affrontare i problemi interni. Perché l’unità del partito per il Psd viene prima di tutto. Anche prima del progetto politico e del Paese. E ciò ha fatto in modo che il gruppo di dissenzienti si allargasse. Con la crisi di ottobre, abbiamo quindi allargato la maggioranza con l’ingresso dei Democratici di Centro. Già allora Ap ha chiesto di tornare alle elezioni, sapevamo che un allargamento non ci avrebbe salvato dalle imboscate. Abbiano poi imparato a nostre spese che non tutti volevano tenere fede ai contenuti del nuovo programma.
Il 18 gennaio, in Consiglio si è avuto di nuovo un pareggio su un ordine del giorno di minoranza allora il Psd dette le colpe a un Governo improduttivo. Sui giornali intanto fu ribadita la sfiducia degli esponenti del Psd verso i rappresentanti di Ap. Noi abbiamo cercato di resistere, ma da quel 18 gennaio si è aperta una crisi non dichiarata.

A quel punto si sono interrotti gli incontri di maggioranza, mentre il Psd incontrava ripetutamente gli Europopolari e cercava di allargare di nuovo la maggioranza. Noi pensavamo in termini della coalizione del 2011, invece si ripropose l’ingresso degli Eps subito. E intanto iniziarono anche gli incontri tra Psd e Democrazia Cristiana. Si riaprirono quindi i tavoli di maggioranza sulla legge obiettivo che hanno stravolto i contenuti di programma di Governo.

Le nostre non sono dimissioni premeditate, noi abbiamo tentato fino in fondo di discutere su proposte indecenti. Fallito il primo tentativo di cambiare i contenuti della legge obiettivo, mentre litigavamo a fine aprile, come riportato da alcuni giornali, tre esponenti Psd propongono al segretario Dc un documento per la formazione di un nuovo Governo, ma il tentativo fallisce. A quel punto il Psd rinuncia a certi contenuti, ma ormai il rapporto di sfiducia al tavolo della sede di via Ordelaffi è sfilacciato.

E ancora: in una situazione in cui maggioranza aveva appena chiuso la legge obiettivo dopo discussioni interminabili ed evitabili, il segretario Psd ha chiesto di fare un rimpasto di tutte le segreterie tranne Esteri e Finanze. Era il caso? Dopo mesi di stasi dovevamo renderci ancora più invisi alla popolazione?

Ap ha sempre cercato di tenere fede ai patti, ma a seguito di quanto successo, ha ritenuto che in futuro non ci sarebbero state le risposte che il Paese attende. Non ci sono condizioni oggettive per garantire con questa coalizione la capacità organizzativa che il Paese chiede a qualunque Governo”.

Federico Bartoletti (capogruppo Europopolari per San Marino): “Non è il momento delle sterili rivendicazioni ma di riflettere sulle soluzioni efficaci per uscire dai problemi politici, istituzionali, economici e sociali che caratterizzano il Paese, e per riacquistare fiducia da parte dell’Italia. L’attuale crisi è un atto dovuto e un atto di chiarezza rispetto a una situazione compromessa. Più volte abbiamo denunciato alcune situazioni, come quella della Banca Centrale, non per personalismi, bensì per evidenziare le giuste responsabilità, la via fondamentale per uscire dai problemi del Paese. Questa crisi insomma non è certo un fulmine a cielo sereno, basta pensare al numero di importanti traguardi raggiunti, fatta salva l’ultima e incredibile seduta del Consiglio Grande e Generale. E a quanto è lungo e articolato l’elenco delle riforme non fatte. Il Governo ha tenuto un atteggiamento negativo anche sulle tante sollecitazioni che sono arrivate da fuori della Repubblica. L’impegno del nostro partito è su tre fronti: fare un’opposizione costruttiva; portare avanti una fase costituente e valorizzare la nostra identità. La maggioranza non ha le condizioni per esprimere un programma di prospettiva politica e risolvere i problemi del Paese, lo dimostra la cronistoria della legislatura. La crisi politica evidente, 10 Governi in 10 anni, e la nuova legge elettorale, richiedono soggetti politici efficaci”.

Maurizio Rattini (capogruppo Nuovo Partito Socialista): “Nessuno di noi è stato colto di sorpresa da questa crisi. A tutti è infatti chiaro che la coesione della maggioranza è venuta meno. E continuare con un Governo incapace di assicurare stabilità è stato sicuramente un errore. Il gesto di Ap è un atto di responsabilità verso un Paese bloccato a tutti i livelli. Hanno capito che la situazione è grave e che non si può curarla con dei palliativi, serve invece un intervento radicale. Dunque non mi sorprendo della scelta di Ap, ma di come la maggioranza sia riuscita a stare insieme fino a oggi. Questa non è una semplice crisi, è un duro attacco a un certo modo di governare. Ora è necessario capire le varie posizioni e valutare le vie d’uscita, continuare a parlare in modo chiaro a avviare un’analisi politica senza riserve e furberie. Noi come partito cercheremo di contribuire a eliminare questo annoso sistema di gestione del potere e della politica del sospetto. Questo Governo non è in grado di reggere il Paese in un momento di difficoltà come questo e il prossimo dovrà ristabilire la fiducia tra Stato e cittadini. Stare al Governo significa infatti farlo per interesse generale. Serve una nuova maggioranza che faccia in piena coscienza politiche precise. Basta ai tentennamenti, le forze politiche responsabili devono mettersi al lavoro”.

San Marino, 18 giugno 2008

Ufficio stampa “Della Torre 1”, 47891, Dogana (Serravalle) – RSM –Tel/Fax 0549-909518 – email: ufficiostampa.rsm@dellatorre.sm

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