Consiglio Grande e Generale. resoconto Agenzia Dire

Consiglio Grande e Generale. resoconto Agenzia Dire

                                          COMUNICATO
STAMPA

CONSIGLIO
GRANDE E GENERALE 26- 30 OTTOBRE

                                    LUNEDI’ 26 OTTOBRE-
PRIMA PARTE

La questione morale monopolizza la
prima giornata consiliare, incentrata su un dibattito reso obbligato
dall’attualità giudiziaria. Da una lato, l’opposizione, per voce di Roberto
Ciavatta di Rete, avanza la richiesta di ridare la parola agli elettori,
dall’altro, segretari di Stato e consiglieri di maggioranza respingono la
proposta come strumentale e in grado di delegittimare le istituzioni.             Il Consiglio Grande e Generale si
apre in primis con alcune comunicazioni della Reggenza, tra cui quella relativa
all’ingresso come indipendenti nel gruppo consiliare Pdcs-Ns dei consiglieri
Remo Giancecchi e William Giardi.

Si procede con
l’ordine del giorno dei lavoro, quindi prende il via il dibattito incentrato
sull’attualità e sulla questione morale, il primo a prendere la parola è il
segretario di Stato per gli Affari esteri, Pasquale Valentini: “Pensare
che la soluzione sia l’azzeramento totale e la totale delegittimazione di
tutto, delle istituzioni e delle rappresentanze politiche- manda a dire- non
farebbe altro che fare il gioco di chi ha contrastato fin dall’inizio l’opera
di cambiamento e di chi ha creato i guai per la Repubblica”.

Non è dello stesso avviso, Roberto Ciavatta, Rete,
per cui è giunto il momento di ridare il voto ai cittadini “per fare in modo
che non possano ricandidarsi coloro su cui ricadano sospetti”. Lo sostiene
anche Luca Santolini, C10: “Dobbiamo dire ai nostri cittadini che
all’interno delle istituzioni ci sono persone che vogliono superare questo
momento, restituendo la parola ai cittadini”. Replica Stefano Canti,
Pdcs alla proposta di tornare al voto di Rete:  “Io personalmente non ho avuto e non ho alcun
coinvolgimento con il sistema che sta emergendo, mi sento libero di prendere
qualsiasi decisione ma di certo non accoglierò il loro appello”. Simone
Celli
, Ps, invita a una “robusta autocritica” i dirigenti dei partiti che
all’epoca dei fatti hanno avuto la responsabilità del Paese. “Il nuovo corso-
auspica- dovrà essere guidato da persone che non abbiano avuto contiguità
indirettamente o direttamente con i fatti e le persone al centro
dell’inchiesta”.
Elena Tonnini, Rete, torna a sollecitare lo scioglimento del Consiglio:
“Chiediamo a chi ha svolto il proprio ruolo in Aula di mettersi una mano sulla
coscienza e di impedire alle forze in campo di fare altri danni al Paese e di
tutelare le istituzioni da nuovi scandali, non è delegittimare o azzerare le
istituzioni”. Per Antonella Mularoni, segretario di Stato per il
Territorio, “il Paese in questo momento non ha bisogno di elezioni politiche”.
Anche perché si dice convinta che “la maggior parte dei consiglieri oggi può
dire che sta lavorando per il bene del Paese”. Dall’opposizione, Ivan Foschi,
Su, la maggioranza è al capolinea a causa dei risultati “molto modesti” dopo
tre anni di legislatura. “
E’
opportuno che il Paese resti in mano a una maggioranza dopata- si chiede Mimma
Zavoli
, C10- sarebbe più onesto e dignitoso restituire la parola ai
cittadini”.

Le elezioni anticipate per
Mariella Mularoni, Pdcs, non sarebbero utili al bene del paese perché “bloccherebbero
i progetti di sviluppo avviati”. Vladimiro Selva, Psd, chiede un segnale
dal governo perché dimostri vdi essere “libero da meccanismi e dalla
distorsioni del passato”. Proprio per questo “pretendo- manda a dire- che sia
risolto subito il problema della rete fognaria della cartiera Ciacci”. Per Franco
Santi
, C10, è il momento di “inventarsi leadership, proposte e programmi”. Per
Maria Luisa Berti, Ns, se si chiudesse l’esperienza elettorale, “faremo
il gioco di chi vuole portare il Paese nel caos e togliere il sostegno della
magistratura”. Federico Pedini Amati, indipendente, insiste: “Non avrei
nessun motivo per dimettermi- conclude- ma lo dobbiamo fare di fronte ai
cittadini perché non basta ammettere colpe e dire che si è al fianco della
magistratura”. Il dibattito prosegue.

Di seguito un estratto degli interventi della prima parte
dei lavori odierni.

 

Comma 1. Comunicazioni

Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari Esteri:
La
cessazione dell’incarico dell’ambasciatore Clelio Galassi è effettiva. Ne
abbiamo già parlato in Commissione Esteri, tutte le verifiche sull’onorabilità
di Galassi sono state fatte al momento della nomina. Allora non vi erano motivi
perché la nomina non potesse essere fatta. Gli avvenimenti dell’ultimo periodo
non erano prevedibili, né da chi ha fatto la nomina, né dal diretto
interessato. La sua funzione è al momento conclusa, si tratterà ora di guardare
con serietà come sostituire questo incarico nel più breve tempo possibile.

Volevo poi fare alcune valutazioni sulla vita politica e
istituzionale in questo momento. Prendo le mosse da quello che ritengo, all’interno
della maggioranza e del governo, essere la sintesi di un giudizio che insieme
abbiamo dato, nel documento di verifica avviato a fine autunno dell’anno
scorso. Il documento ha per larga parte come tema la questione morale. Si legge
che ‘le indagini giudiziarie che sono in corso stanno delineando il deterioramento
del sistema politico e del Paese ancora più grave di quello che si poteva
immaginare’. Gli ultimi fatti confermano quanto già sottoscritto. Quello che
appare è proprio il deterioramento del sistema-Paese, con implicazioni documentate
dalla magistratura di funzionari pubblici, imprenditori, e conferma quanto i
partiti di governo avevano rivendicato. Per onore del vero, bisogna dire che l’emersione
di questi fenomeni è dovuta alla presa di posizione e all’avvio di
consapevolezza riguardo questo sistema che ha portato un periodo lungo di
riforme e interventi che hanno consentito di creare le condizioni per far
emergere quanto sta emergendo e che iniziasse un’opera di trasformazione.
Possiamo dire che oggi è tutto a posto e che l’opera di deterioramento nel
sistema politico e del Paese non c’è più? Sicuramente no. In tutta onestà,
bisogna dire che l’eliminazione del deterioramento non è completato. In questo
caso, mi sento di dire che da un certo momento in poi, dal 2006, poi dal 2008 e
ancora di più in questa legislatura, anche se l’opera di cambiamento non è
ancora totale, le forze, le persone, i fatti che hanno costituito contrasto a
quest’opera di cambiamento non sono stati più maggioranza, sia nelle singole
forze politiche, né nell’azione di governo che ha potuto andare avanti, creando
un flusso di cambiamento arrivato fino ad oggi e che ha creato le premesse a
questi elementi di chiarezza, che ci auguriamo vadano fino in fondo.
Quest’opera di cambiamento va portata a compimento. Se c’è una linea di
indirizzo da esprimere è che l’opera di cambiamento prosegua e vada fino in
fondo, si crei il cambiamento perché l’azione singola e collettiva avvengano nel
rispetto del diritto e della legalità.
La popolazione in questo momento vive smarrimento e la reazione di pensare che
la soluzione sia l’azzeramento totale e la totale delegittimazione di tutto,
delle istituzioni e delle rappresentanze politiche, non farebbe altro che fare
il gioco di chi ha contrastato fin dall’inizio l’opera di cambiamento e di chi
ha creato i guai per la Repubblica”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Apprezzo la volontà del
segretario di Stato di riconoscere elementi ormai di pubblico dominio.
L’ordinanza che ha portato all’arresto di Gatti ognuno di noi ha potuto
leggerla. Quello che emerge dalla carte può considerarsi drammatico. La
magistratura ci parla di un sistema regolamentato attorno alla gestione del voto
di scambio. Dove sono finiti quei 3-4 mila voti che avevano come bagaglio
quelle persone che non si sono più candidate? Ci sono responsabilità politiche
che non spettano ai giudici, ma all’Aula, per evitare che la cittadinanza di
quest’Aula faccia di tutta l’erba un fascio. Ci sono elementi che destano
sospetto e fanno pensare che l’Aula sì abbia fatto tanti passi avanti, ma non
si sia ripulita del tutto da chi ha fatto parte di quel sistema.  Ritengo che bisogna ridare il voto ai
cittadini per fare in modo che non possano ricandidarsi coloro su cui ricadano
sospetti”.

Luca Santolini, C10: “Io credo che questa ulteriore
ordinanza ai danni di Gabriele Gatti, con le accuse gravissime mosse nei suoi
confronti, abbia sollevato il velo ipocrita che copriva quelle contraddizioni e
quelle tensioni che ci sono dentro l’attuale maggioranza. Una maggioranza
raffazzonata alla meglio per raggiungere il 51%. Questo è un governo che fino
ad oggi ha fatto una grande fatica a governare perché ognuno lavora per sé, per
portare a casa qualche risultato da poter spendere in campagna elettorale.
Abbiamo sentito tanti annunci che però non hanno portato a nulla per i
contrasti che ci sono dentro la maggioranza. La riflessione che vorrei fare io
è non solo sulla mancanza di legittimità dell’Aula (che a mio avviso comunque
c’è), bensì sul fatto che se il Governo ha faticato a governare fino ad oggi,
d’ora in poi potrà essere solo peggio. La credibilità di questo Governo ormai è
inesistente. Prova a rimanere a galla tirando dentro qualche fuggiasco
dell’opposizione. Questo Governo non ha più nulla da dare. Per arginare questa
sfiducia nei confronti delle istituzioni che si sta diffondendo per il Paese
occorre pensare a come fare per tornare quanto prima a nuove elezioni. Dobbiamo
dire ai nostri cittadini che le istituzioni ancora ci sono e che all’interno
delle istituzioni ci sono persone che vogliono superare questo momento
restituendo la parola ai cittadini”.

Stefano Canti, Pdcs: “Ho avuto modo di leggere con attenzione il mandato
di arresto emesso dal Tribunale in quanto su alcuni organi di stampa locali è
stato interamente pubblicato il giorno seguente all’arresto dell’ex Consigliere
Gabriele Gatti. Vorrei condannare fermamente il tentativo di delegittimazione e
di interferenza nei confronti del Tribunale e dei suoi rappresentanti. La
Magistratura è autonoma e deve agire come tale. Anche io, come già detto da
alcuni colleghi Consiglieri, vorrei esprimere pieno sostegno alla magistratura
ed alla sua azione nella ricerca delle responsabilità. La magistratura deve
andare fino in fondo su queste vicende e nessuno la deve condizionare. Deve
essere chiaro a tutti che nessun politico è al di sopra della Legge, e se un
politico sbaglia deve pagare e essere punito come un semplice cittadino. Mi
auguro che le inchieste avviate possano, entro un tempo ragionevole, trovare
una soluzione e la politica di conseguenza cogliere questo momento per
continuare nel processo di rinnovamento allo scopo di recuperare la credibilità
dell’intera classe politica e con l’obiettivo di ricostruire l’economia e per
dare quelle risposte ai problemi che oggi attanagliano il Paese riguardanti, in
primis, l’emergenza lavoro e lo sviluppo economico.  Se la magistratura produce quello che sta
producendo – va detto con forza e senza timori – è frutto di un cambiamento
radicale voluto da questo Governo (la delega alla Giustizia appartiene ad una
Segreteria di Stato a guida Democristiana) e da questa Maggioranza e, gli
strumenti messi a disposizione della Magistratura. Oggi al Pdcs ed al Psd è
stato riconosciuto un cambiamento strutturale di certo più incisivo nel momento
in cui al proprio interno hanno avviato un’opera di profondo rinnovamento
dell’azione politica. Oggi l’Esecutivo ed i Partiti di Maggioranza non debbono
fermarsi neppure un istante a riflettere se proseguire o meno questa
Legislatura bensì, continuare insieme nella coerenza e della condivisione
dell’azione di comune impegno per il Governo del Paese. Di fronte alle
aggressioni ed alle critiche di alcuni partiti di opposizione, io credo sia
giusto intervenire per non fare passare alla cittadinanza un messaggio distorto
di ciò che è oggi il mio Partito e le persone che ne fanno parte. A queste
persone, vorrei ricordare che alle ultime elezioni politiche, come me anche
altri colleghi Consiglieri, hanno messo il proprio nome e la propria faccia per
rappresentare un cambiamento nel modo di fare politica e nel sensibilizzare
l’opinione pubblica sul fatto che certe logiche sono state ampiamente superate
con il rinnovamento del gruppo Consigliare e non più rispondenti al nostro
modello di Partito. Il gruppo Consigliare della Democrazia Cristiana – di cui
anche io ne faccio parte – è il risultato di un rinnovamento portato avanti
dalla dirigenza del partito. Io credo che la strada per affermare il
cambiamento sia stata ampiamente intrapresa e chiaramente affermata, ma ciò che
conta ora è non interrompere il processo messo in campo. Il Movimento Civico
Rete ha richiesto uno scatto di orgoglio verso coloro che in maniera
trasversale all’interno di ogni Partito non è implicato nel sistema ed ha
rivolto un appello al Consiglio Grande e Generale di votare il proprio
scioglimento e l’accompagnamento verso il 2016 escludendo i partiti
responsabili di questo disastro. Al Movimento Civico Rete dico che io
personalmente non ho avuto e non ho alcun coinvolgimento con il sistema che sta
emergendo pertanto, mi sento libero di prendere qualsiasi decisione ma di certo
non accoglierò il loro appello in quanto il mio impegno personale è rivolto a
quanto detto finora e che ripeto. Sono convinto che, insieme al Partito dei
Socialisti e Democratici, Alleanza Popolare e Noi Sammarinesi, nonostante
alcune difficoltà, saremo in grado di trovare una soluzione all’attuale crisi
politica ed economica del Paese. Ritengo sia giusto parlare di un Governo di
emergenza o di una verifica di Governo, quando un esecutivo non riesce a
raggiungere gli obiettivi fissati nel programma con cui ci si è presentati di
fronte agli elettori, ma poiché, questo Governo e questa Maggioranza, hanno
dimostrato e stanno dimostrando con fatti concreti la loro piena efficienza,
penso sia più ragionevole parlare di una accelerazione dell’azione di Governo,
individuando 3 o 4 provvedimenti da adottare entro un breve periodo, per
imprimere sulla ripresa economica, lo sviluppo del Paese ed il rinnovamento
della politica. Se dunque, entro un ragionevole lasso di tempo, gli obbiettivi
fissati non saranno raggiunti, in quel momento dovrà essere fatta una
valutazione se sia necessario un rimpasto di Governo o in caso estremo
ricorrere ad elezioni anticipate”.

Simone Celli, Ps: “Rifiuto di abbracciare l’atteggiamento
giustizialista. Mi ispiro al principio del garantismo. Invito tutti i
rappresentanti seduti in Aula a fare lo sforzo di tenere separati il livello
giudiziario da quello politico. Chi fa politica non deve cadere nell’errore di
interferire nel lavoro della Magistratura. Piena fiducia e massimo rispetto nel
Tribunale unico del nostro Stato. Oltre non intendiamo spingerci perché il
nostro ruolo deve essere confinato all’accertamento di eventuali responsabilità
politiche. Che non solo esistono ma sono addirittura gravissime. La questione
morale non può limitarsi a individuare alcuni capri espiatori. Sarebbe troppo
facile e troppo comodo. Alcuni dirigenti politici pensano di lavarsi la
coscienza andando a sbandierare qualche condanna a personaggio eccellente. Ma a
essere messo sotto accusa è un sistema malato e corrotto. Non tutta la politica
è marcia. Ma è vero che occorre riconoscere gli errori commessi nell’esercizio
del potere politico. Occorre una sincera assunzione di responsabilità da parte degli
attuali dirigenti di quelle forze politiche che hanno avuto il compito di
gestire la cosa pubblica quando si sono verificati i fatti contestati. A dirlo
è un ragazzo di 33 che all’epoca dei fatti non aveva neppure raggiunto la
maggiore età. La correttezza mi impone di non omettere quei passaggi storici in
cui alcuni pseudo-socialisti non hanno rappresentato degnamente la nostra
tradizione. Ecco perché dico che non possiamo nasconderci dietro una foglia di
fico. Chiediamo scusa ai cittadini sammarinesi per la degenerazione morale,
etica e culturale della classe politica. Senza una robusta autocritica non
credo abbia senso parlare di discontinuità e rottura con il passato. Il nuovo
corso dovrà essere guidato da persone che non abbiano avuto contiguità indirettamente
o direttamente con i fatti e le persone al centro dell’inchiesta. Ai moralisti
dell’ultima ora, perché di smemorati ne vedo tanti in quest’Aula, che omettono
il passato o strumentalizzano il presente dico solo una cosa: come è giusto
riconoscere le responsabilità politiche, è altrettanto giusto riconoscere che
il Consiglio Grande e Generale negli ultimi anni con il contributo di gran
parte dei gruppi ha varato quei provvedimenti legislativi che stanno rendendo
più efficace e efficiente l’azione della Magistratura. Concludo con un
velocissimo passaggio sulla vicenda delle registrazioni carpite furtivamente
che mi hanno visto inconsapevole protagonista insieme ad altri due colleghi
Consiglieri. Con la notizia dell’archiviazione del procedimento penale
instaurato con l’esposto presentato autonomamente da me e dai Consiglieri
Mancini e De Biagi, si chiude una delle pagine più dolorose e sofferte del mio
impegno politico. Ho atteso in silenzio l’esito delle indagini della
Magistratura, convinto della liceità del comportamento da me osservato in quel
frangente. Ora che c’è una pronuncia definitiva, desidero ringraziare tutte le
persone che in questo periodo molto complesso mi hanno manifestato amicizia e
solidarietà e soprattutto desidero esprimere profonda gratitudine verso la mia
famiglia che come sempre mi ha supportato e sostenuto. Riconosco lo sbaglio di
aver peccato in quanto superficialità, leggerezza e faciloneria e di questo non
posso far altro che assumermene la responsabilità. Alla fine resta una vicenda
dolorosa che comunque mi ha fatto crescere, mi ha maturato e mi ha fatto capire
che dagli errori si può sempre ricavare una lezione positiva”.

Elena Tonnini, Rete: “C’è chi ha raggiunto ruoli istituzionali grazie alla
distorsione e ottenendo i voti di chi ha avuto la volontà di smantellare le parti
sane della nostra economia. Se si comprende la potenza del progetto criminale
in atto nel Paese, si comprende che non è del tutto parte del passato. Bisogna
attivare maggiori anticorpi. Effettivamente il percorso è iniziato, e non
neghiamo il ruolo di chi, prima di Rete, denunciava abusi. Ma il disegno
criminale è in atto da 30 anni e non è terminato. Non ci troviamo di fronte a colpi
di coda, è un disegno che tenta di evolversi. Ma oggi possiamo agire per
evitare che il lavoro fatto sia svilito. A breve nuove inchieste metteranno nel
mezzo ancora una volta le istituzioni, è il rischio che vorremmo evitare.
Chiediamo a chi ha svolto il proprio ruolo in Aula di mettersi una mano sulla
coscienza e di impedire alle forze in campo di fare altri danni al Paese e di
tutelare le istituzioni da nuovi scandali, non è delegittimare o azzerare le
istituzioni. Alcune cariche in Aula sono diretta continuità di quei voti. La
responsabilità non è andare avanti a tutti i costi quando ci sono persone che
possono essere condizionabili. Andare avanti con un’Aula in cui si ha
consapevolezza che non c’è immunità totale rispetto possibili comportamenti di
corruzione e rispetto corruttori ancora in grado di influenzare chi è in Aula,
significa esporre consapevolmente San Marino a nuovi scandali. Noi lo vogliamo
evitare.  Chiediamo il Consiglio Grande e
Generale sia sciolto al più presto, accompagnando gli impegni di finanziaria e
assestamento senza che questi siano influenzabili dai corruttori”.

Antonella Mularoni, segretario di Stato per il Territorio: “L’ordinanza
di carcerazione cautelare di Gabriele Gatti contiene al suo interno elementi
molto importanti per il Paese. Mettono nero su bianco quello che da decenni la
gente ipotizzava in assenza di prove documentali. Esprimo la soddisfazione per
una magistratura che anche nel nostro Paese finalmente fa il suo mestiere. Il
sostegno maggiore che possiamo dare è farla lavorare tranquillamente e farla
arrivare alla prima fase delle indagini per avere un quadro preciso che venga
reso pubblico. Già da questa ordinanza abbiamo uno spaccato molto preoccupante.
I danni più grandi avuti nel Paese si sono avuti quando abbiamo perso la
consapevolezza che i denari si possono fare con il lavoro onesto. Abbiamo
gettato le fondamenta per avere un Paese corrotto in profondità quando abbiamo
iniziato a parlare di piazza finanziaria e soldi facili. Se la commissione
d’inchiesta era riuscita ad ottenere che certi personaggi non si candidassero,
poi però queste persone hanno pesantemente condizionato anche le ultime
elezioni politiche. Di fronte però ad una indagine così capillare che sta
andando avanti, riteniamo davvero che la cosa migliore sia interrompere la
legislatura in questo momento, non rischiamo di compromettere il lavoro della
magistratura? Le persone che hanno condizionato le elezioni oggi non sono in
grado di condizionare la maggioranza delle persone in Aula e nel governo. Oggi
c’è un Consiglio grande e generale non più così fortemente condizionato e
condizionabile in proporzioni molto piccole rispetto la passata legislatura.
Dall’ordinanza emerge che la classe politica la pulizia interna l’ha già
iniziata a fare, ma ci sono altri settori che fino adesso non hanno fatto mezza
pulizia. Settori dove persone non si sono messe da parte, avevano le ricette
giuste per tutte le stagioni e mi aspetto che anche le organizzazioni
economiche conniventi di questi comportamenti prendano posizione. Mi aspetto
anche che venga chiesto, a chi ha messo nelle tasche indebitamente tanti soldi
con reati oggi prescritti, di mettere a disposizione della collettività il
maltolto. Anche come governo attiviamo le azioni civili per il recupero di
somme incamerate, ed esempio nella vicenda del Centro uffici. Il compito della
politica è far sì che le indagini portino risultati anche alle finanze
pubbliche. Non credo che il Paese in questo momento abbia bisogno di elezioni
politiche, non faremmo un favore al nostro Paese. La maggior parte dei
consiglieri può dire che sta lavorando per il bene del Paese e se non lo farà
sa che oggi c’è una magistratura che potrà perseguirlo”.

Ivan Foschi, Su: “Oltre alle condotte dei singoli emerge una condotta di
sistema su cui si è retta la nostra Repubblica in tutti questi anni. Non ci sono
zone franche o di immunità. In passato sono emersi episodi di rilevanza
politica, con videoregistrazioni di vacanze-premio in cambio di voti, ma non
tutti hanno agito di conseguenza. Nel corso degli anni ci sono stati elementi
che ci hanno dato chiavi di lettura per le attuali ordinanze. Sono convinto che
non bisogna fare di tutte l’erba un fascio, 
in ogni categoria ci possono essere mele marce, né si può criminalizzare
un’intera categoria e un’intera classe politica. La soluzione deve essere
collettiva, bisogna dare gli strumenti per uscire da quelle logiche e da quei
fenomeni. Già nel ’93 caso Long Drink, il giudice Emiliani evidenziava
responsabilità e compiacenze politiche. Nomina di Galassi: non doveva nemmeno
essere ipotizzata. A una figura con responsabilità politiche come le sue,
poteva essere riconosciuto il premio di ambasciata in Vaticano?
Sono d’accordo che non sia tutto come prima. Ma dobbiamo pensare come non
ricaderci più, dobbiamo mettere regole, dare più impulso alla democrazia. Oggi
ci sono ancora molte zone d’ombra e ci pare che questa maggioranza sia al
capolinea perché non riesce ad andare oltre. Dopo tre anni i risultati sono
molto modesti. E’ sufficiente per farci dire che è ora di voltare pagina”.

Mimma
Zavoli, C10:
“Il costituirsi parte
civile contro colui che è stato il proprio capo per oltre 20 anni è risibile.
La Dc e molti dei suoi uomini di vertice hanno generato le condizioni di
opportunità in cui hanno potuto agire con spregiudicatezza e l’opportunismo dei
suoi uomini forti. Che hanno ridotto al silenzio gli oppositori del regime,
costringendoli ad uscire dal partito per costruire nuovi contenitori politici.
Non sono sufficienti i proclami di rinnovamento che provengono da quel partito.
Chi avrebbe dovuto costituirsi parte civile sono quegli elettori e gruppi di
cittadini onesti che hanno sempre creduto con convinzione nelle idee di quel
partito. Quelli che hanno creduto a quello che c’era dietro quel simbolo. Per
favore, e mi rivolgo alla dirigenza Dc, evitate di cospargervi il capo di
cenere perché siete poco credibili. Dovreste chiedere scusa e rimettere il
mandato conferito nelle mani della vostra gente. Siamo disabituati a cercare
limiti e confini tra ciò che è lecito e ciò che non lo è. La politica che vuole
costruire un buon futuro per i propri rappresentanti prima o poi dovrà
interrogarsi. Molti hanno lasciato che le cose accadessero, altri addirittura
sapevano che le cose stavano accadendo. Si poteva fermare tutto ciò? Alla luce
degli accadimenti gravissimi è opportuno che il potere del Congresso sia
oltremodo dilagante? E’ opportuno che il Paese resti in mano a una maggioranza
dopata? Sarebbe più onesto e dignitoso restituire la parola ai cittadini”

Mariella Mularoni, Pdcs: “Il
problema della moralizzazione della vita pubblica è tornato alla ribalta grazie
al lavoro della magistratura a cui va il massimo sostegno. La gente comune, i
nostri elettori, si sente tradita. C’è un forte disagio nei confronti della
politica. Stiamo andando verso la perdita di credibilità dei partiti. Di errori
in passato ne sono stati fatti. La corruzione si è estesa dalla vita pubblica
al mondo delle professioni, del lavoro e a quello imprenditoriale. Questo
Governo, per dare seguito a un completo adeguamento agli standard
internazionali di trasparenza, ha dato vita a una serie di provvedimenti che
hanno consentito alla Magistratura di operare libera da condizionamenti. Il mio
auspicio è che la Magistratura vada fino in fondo in questa operazione di
pulizia e trasparenza. Questo cammino di adeguamento legislativo agli standard
internazionali portato avanti senza sosta dal Governo è stato una pronta
risposta alle sollecitazioni dell’opinione pubblica. Queste misure non saranno
sufficienti, se non saranno accompagnate da una riforma della cultura della
legalità e del costume nella nostra comunità. E’ necessario che la politica
sappia rigenerarsi su una salda base etica. Sarà compito della Magistratura
valutare le responsabilità penali mentre noi dovremo affrontare le
responsabilità politiche. Non accetto l’opinione che tutta la politica è
corrotta e collusa perché in silenzio o perché facciamo parte di un partito che
purtroppo è stato colpito da un’azione della Magistratura. Facciamo pulizia se
necessario, ma come me ci sono tante persone oneste che si sono messe al
servizio delle istituzioni nell’interesse del Paese. Non buttiamo 67 anni di
storia del nostro partito, fatto di ideali e valori, solo perché negli ultimi
anni qualche esponente di rilievo non si è comportato correttamente. Dobbiamo
ora preoccuparsi di dare un messaggio di riconquistato rigore. Le elezioni
anticipate non sarebbero utili al bene del paese. Le elezioni bloccherebbero i
progetti di sviluppo avviati. Rafforziamo piuttosto l’azione di governo”.


Vladimiro Selva, Psd: “Io non credo
che la maggioranza dei cittadini con consapevolezza abbia aderito al sistema
del passato. Sicuramente molti hanno goduto delle ricadute positive. Io come
sammarinese mi sono già rammaricato. In parte il cambiamento è stato
determinato anche da pressioni esterne. L’11 settembre, norme anti-riciclaggio
e contro il finanziamento illecito al terrorismo sono state situazioni che ci
hanno spinto a adottare provvedimenti che ci hanno spinto maggiormente verso la
trasparenza. Ma c’è stata anche un’evoluzione che ha portato in questa
legislatura a un rinnovamento importante. In quest’Aula oggi siedono persone,
nella stragrande maggioranza dei casi, che sono libere. Senza pendenze e
condizionamenti esterni. A inizio legislatura c’era chi metteva tutti sullo
stesso piano ma io stesso chiedevo: “cercate di vedere il cambiamento” perché
altrimenti così viene indebolito il cambiamento. Io credo che negli elementi
emersi sulla stampa relativamente all’ordinanza di custodia cautelare si debba
valutare soprattutto il progetto di restaurazione. Il Paese sta attraversando
grossa crisi e sono in molti ad aver detto “non si stava così male quando
c’erano loro”. Ma noi siamo andati avanti. Noi abbiamo fatto grande fatica per
migliorare il sistema economico e i conti pubblici. Questa maggioranza si è
presa impegni precisi con riforme strutturali che possono migliorare il Paese:
dalla riforma della p.a. all’Igc. Io voglio credere che il Governo sia libero
da meccanismi e dalla distorsioni del passato. Proprio per questo pretendo che sia
risolto subito il problema della rete fognaria della cartiera Ciacci per
dimostrare che il Governo è libero da condizionamenti”.

Franco Santi, C10: “Assistiamo a processo mercificazione della moralità.
Di contro, è il momento di inventarsi leadership, proposte e programmi, non di
fare catechismo. E’ il momento di appellarsi alla gente decente, quella che non
è disposta a darsi per vinta , che vuole mettere i bastoni alle ruote della
canaglie e che, quando qualcuno gli chiederà che cosa ha fatto per il suo
Paese, prenderà una sedia su cui inviterà chi gli ha fatto la domanda e
risponderà ‘ho fatto questo, questo e quest’altro’”.

Maria Luisa Berti, Ns:
“Leggo una certa ipocrisia in certi interventi. Questo personaggio quando era
libero tutti lo osannavano come principale personaggio della politica
sammarinese. Un sistema di connivenza e di ambiente che avevano permesso questa
leadership c’era e tutti, direttamente o indirettamente, anche la cittadinanza
ne hanno fatto parte. Prendiamo atto dei miei culpa, ma anche dell’incapacità
della politica. Affrontiamo dibattiti sulla corruzione solo quando ci sono
provvedimenti giudiziari. Nel 2006 ricordo quando Noi sammarinesi è nato nel
documento di fondazione aveva riportato la necessità di sollevare
l’amministrazione dal rischio di corruzione, sprechi, fini clientelari e
malcostume. Oggi questi concetti li ritroviamo in provvedimenti giudiziari. La
politica deve fare propri questi concetti indipendentemente dai moniti della
magistratura. Oggi vediamo con elementi obiettivi un sistema colluso e sarebbe
opportuno che tutte le categorie coinvolte si lavassero dei panni sporchi. Oggi
Rete chiede di affrontare le emergenze e andare subito alle elezioni. Non sono
d’accordo perché nel 2012 quando si apprestava a terminare la legislatura ci fu
un intervento di chi voleva ‘smanare’ la commissione d’inchiesta. Se noi oggi
chiudessimo l’esperienza elettorale, faremo il gioco di chi vuole portare il
Paese nel caos e togliere il sostegno della magistratura che in passato non
c’era. Cerchiamo invece di fare opera trasversale di unione per contrastare
azione denigratoria per magistratura e dannosa per il Paese. C’è del buono
nell’aula consiliare, facciamo in modo si unisca contro corruzione”.

Federico Pedini Amati, Indipendente di minoranza: “Di fronte ai
cittadini e le cose accadute bisogna che un Parlamento si inchini, ammetta che
la politica ha fallito e allora ridiamo il mandato agli elettori, evitando
certamente il caos. Sono sicuro che in Aula una parte sia gente sana e non corrotta,
ma una buona parte è ancora corrotta, che farà parte di un ordinanza n. 3, n.4
etc. Si diceva ‘se avete delle prove denunciate e fate fare alla magistratura’,
oggi la magistratura, seppur in largo ritardo, ci dice che c’è e sta facendo la
sua parte. I fatti sono talmente circostanziati che si fa fatica a capire che
non siano successi. Negli anni Ap e altri hanno denunciato questi soprusi, e si
faceva passare che erano matti e nemici dello Stato, io c’ero e con i capi di
turno sono stato uno dei pochi a dire loro il mio pensiero in faccia.  Sono arrabbiato con questo governo perché non
sta portando fuori il Paese dalla situazione allarmante in cui si trova. Dopo
l’arresto di Gatti mi aspettavo che il Consiglio ne discutesse in un comma
specifico, di fronte ai cittadini, non in comma comunicazione. Perché Gatti è
stato ed è ancora personaggio rilevante della Dc. Anche Podeschi è stato un
protagonista della Dc. Perciò faccio fatica ad accettare che il Pdcs si sia
costituito parte civile del processo Mazzini. E’ parte stessa colpevole perché
ha messo avanti queste figure. Si vuole fare credere ai cittadini che in larga
parte non si conoscevano queste nefandezze. Quando denunciavo io ero nella
minoranza. Mi auguro che il Consiglio si metta mano sulla coscienza e ammetta
che la politica è delegittimata. Io non avrei nessun motivo per dimettermi ma
lo dobbiamo fare di fronte ai cittadini perché non basta ammettere colpe e dire
che si è al fianco della magistratura. Il momento è adesso”.

 

San Marino, 26 Ottobre 2015/01

 

 

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