Consiglio Grande e Generale. Venerdi’ 30 ottobre 2015. Seduta del pomeriggio. Agenzia Dire

Consiglio Grande e Generale. Venerdi’ 30 ottobre 2015. Seduta del pomeriggio. Agenzia Dire

COMUNICATO
STAMPA

CONSIGLIO
GRANDE E GENERALE 26-30

OTTOBRE

VENERDI’
30 OTTOBRE – Pomeriggio

Il
tema del “polo della moda” ha occupato i lavori dell’ultima
giornata di Consiglio grande e generale. Nel pomeriggio è infatti
ripreso il dibattito sul

secondo decreto da ratificare, il
n.
155
,
volto a introdurre interventi su “norme fiscali, di commercio, di
credito agevolato, di urbanistica”, finalizzati alla realizzazione
del progetto imprenditoriale di Rovereta. I lavori si interrompono
nel corso dell’esame dell’articolato del decreto, all’articolo 11
“Applicazione delle disposizioni in materia di credito agevolato
alle imprese” e riprenderà in seduta notturna.

Di
seguito un estratto degli interventi del pomeriggio.

Decreto
n. 155
– Adeguamenti normativi per l’attuazione del
progetto di cui all’articolo 1, comma 1, della Legge 7 agosto 2015
n.137.

Luigi
Mazza, Pdcs
:
“Oggi andiamo a dare attuazione ad impegni già presi in Aula.
Diamo modifiche necessarie per rispondere sul piano fiscale e
normativo alla convenzione sottoscritta. Mi permetto di aggiungere
considerazioni su alcune cose che ho sentito nel dibattito, ovvero,
si è detto che abbiamo costruito un vestito su misura su questo
progetto e concesse agevolazioni senza precedenti, come fosse
negativo. Io sottolineo l’importanza dell’investimento con forte
ricadute sul territorio, non può poi non incidere su queste
valutazioni il momento di rilancio dell’economia che ci pone in
misura diversa dal passato e richiede investimenti diversi, anche
dall’estero. Tutto ciò che favorisca investimenti di questo natura è
auspicato. Vorrei sapere se queste iniziative fossero poi fatte fuori
territorio, quali sarebbero le critiche.

Poco
più di 20 anni fa quando un’azienda storica del territorio, la
Karnak, chiese un’area di 20 mila metri quadrati per espandersi e
avere altre 30 persone assunte. In un periodo di piena occupazione, è
stato detto che non era un sacrificio realizzabile. Karnak andò così
a Torriana a portare la sua logistica e quando è arrivato il momento
di scegliere di unificare le sue sedi, chiude la sede a Chiesanuova e
vengono meno 120 posti di lavoro in favore della sede di Torriana.
Non so se allora la scelta fu sbagliata, la realtà è che quella
scelta oggi fa perdere 120 posti di lavoro a Chiesanuova.
Un’iniziativa che porta posti di lavoro importanti in territorio
generando entrate credo sia un fatto che impone a tutti, maggioranza
e opposizione una riflessione. Noi chiediamo che quanto chiesto sia
auspicabile purché siano rispettate tre condizioni; 1) i lavori
siano affidati a imprese locali, 2) curare fin da ora con i sindacati
e con la formazione professionale i corsi per formale il personale e
che non ci sia la solita scusa perché si prenda gente da fuori; 3)
realizzare insieme alle categorie quanto è necessario di contorno,
attività accessorie e terzisti. Infine, ci devono essere i controlli
sugli impegni assunti dai promotori”.
Augusto
Michelotti, Su:

“E’ un progetto che nasce male e non mi convince. L’indotto sul
turismo sammarinese ci veniva garantito come qualcosa di assoluto
all’inizio e oggi non se ne parla più. Oggi si parla di 200 posti di
lavoro, e di indotto nel settore edilizio, mi auguro siano utilizzate
imprese sammarinesi, e che le ricadute siano consistenti, ma a me
sembra che siano cose fatte a metà. Servono strutture che possano
garantire risposte programmatiche di cosa succederà, nel nostro
Paese non esistono uffici a controllo ante-opera. E lo Stato ci
rimette sempre. Mi auguro che vada a finire bene per il Paese e non
voglio gufare”.

Marino
Riccardi, Psd:

“C’è un impegno formale da parte della proprietà che i dipendenti
saranno per stragrande maggioranza sammarinesi e così come che
favoriranno la scelta di imprese locali per la costruzione. Credo che
tra gentiluomini e tra persone per bene la parole valgano. Mi auguro
si sia razionali e che non si abbiano gli occhi bendati o che
guardino una sola direzione di fronte questa occasione. Abbiamo tutto
il tempo disponibile per poter formare le persone che servono,
abbiamo il centro professionale e non possiamo piangere su noi
stessi. Quando maggioranza e governo portano risultati forse dà
fastidio. Quando sento sempre lamenti e chi trova il pelo nell’uovo
mi sembra che viviamo in un altro mondo”.
Roberto
Ciavatta, Rete:
“Qui
non si tratta di cercare il pelo nell’uovo, ma di non chiudere tutti
e due gli occhi. Certo che servono 200 posti di lavoro. Oggi siamo
felici di leggere che aprirà un nuovo centro commerciale che non ha
bisogno di chiedere favori al segretario di turno. Tutto l’affaire
‘polo del lusso’ ruota attorno alla forzatura di trasformare una zona
verde in un’area edificata. Sono 200 posti di lavoro, ma il nostro
territorio è limitato. Abbiamo una serie di aree a San Marino
degradate, sono in mano alle banche, le abbiamo aiutate
nell’assestamento, ma non chiediamo agli investitori di andare in
quelle aree. Abbiamo non 200, ma 1.600 disoccupati e allora dovremo
fare una decina di altri progetti. Senza entrare nel dettaglio di chi
è il terreno, delle deroghe e incentivi, è tutto legittimo quando
lo decide il Consiglio, mi auguro che vada tutto benissimo. Il
problema è che non potremo più farlo. Bisogna stimare quanto siamo
disposti a pagare, in territorio e sgravi, per ciascun posto di
lavoro”.
Andrea
Belluzzi, Psd:
“Imprenditori
di livello hanno ritenuto San Marino un luogo idoneo a fare un
investimento di questo tipo, sia le norme, sia l’accordo sono state
leve per giungere a ciò. Mi collego poi al discorso dei controlli,
spero si arrivi all’attivazione di un percorso di controllo
convenzionale sugli impegni presi e conseguiti dalla proprietà.
Sento dire che ci sobbarchiamo sempre oneri eccessivamente gravosi
per sostenere l’imprenditoria. Non sono d’accordo, dobbiamo valutare
quanto ci costerebbe sostenere attraverso gli ammortizzatori sociali
i lavoratori che potrebbero trovare impiego. Ritengo corretto
valutare la rilevanza di un investimento a prescindere dal proprio
ruolo di maggioranza o minoranza”.
Federico
Pedini Amati, Indipendente:

“Non sono favorevole al polo del lusso e non per partito preso. La
portata dell’infrastruttura e dell’investimento, in rapporto al
numero di assunti, non ha un ragionevole senso, oltre al fatto che le
promesse di assunzioni restano promesse. Facciamo in modo tutto
viaggi in modo trasparente. Si dice che apriranno 150-200 società,
ma quali saranno le conseguenze per il settore del commercio di tutta
San Marino, abbiamo fatto studi sull’impatto sul commercio nazionale?
No, ci buttiamo in un progetto faraonico e non sappiamo quante
attività sammarinesi chiuderanno”.
Luca
Beccari, Pdcs
:
“In un dibattito precedente si diceva che la Dc parla perché ha
interessi. E oggi mi viene da pensare che i consiglieri di minoranza
parlano non perché sono contro il polo del lusso, ma perché pensano
che il polo del lusso possa essere un risultato per la maggioranza e
il governo. Sento troppe contraddizioni. Non vi preoccupate, la
faccia ce la mettiamo noi, non abbiamo bisogno dei vostri voti. Qui
parliamo di un imprenditore non presente a San Marino, mi spiegate
dove è il minore introito? Abbiamo già detto in agosto che il
progetto sarebbe stato inquadrato nell’ambito del credito agevolato e
che si sarebbe andati in deroga solo sui punti che servivano per un
progetto che ha delle componenti straordinarie”.
Nicola
Selva, Upr:

“C’è chi pensa che il polo del lusso sia una fregatura e chi pensa
che di meglio non si possa avere. La verità sta in mezzo e i
progetti vanno analizzati con equilibrio. Siamo preoccupati per le
strategie messe in atto affinché non sia danneggiato il comparto
commerciale in un momento come questo per la crisi in cui versa.
Temiamo la concorrenza per il centro storico, per il dirottamento dei
turisti a Rovereta. Non esistono al momento altri progetti di
rilancio dell’economia vera, quindi seppur con tante contrarietà, ho
rispetto per chi cerca di portare questa realtà a San Marino. Ma
deve essere chiaro il futuro del Paese che si sta tracciando. La
nostra posizione sul progetto è critica, ma non nascondiamo che il
Paese in questo momento abbia bisogno di progetti concreti”.
Simone
Celli, Ps:
“Il progetto è di dimensioni notevoli. Porterà
lavoro alle imprese sammarinesi e genererà nuove entrate fiscali.
Ragionerei anche in termini di immagine, un gruppo imprenditoriale
importante decide di venire a San Marino, è un’inversione di
tendenza positiva. Stato e governo dovranno controllare
l’applicazione della convenzione. Lo Stato ci mette del suo, la
politica fa la propria parte, i sammarinesi si mettono in discussione
e si aprono, è giusto che ci sia un controllo rigoroso di quella che
sarà l’attuazione della convenzione. Questo Paese ha ancora troppa
burocrazia. Troppa discrezionalità con i poteri concessori del
Congresso di Stato. Sono temi da affrontare”.
Stefano Canti,
Pdcs:
“Ci sarà pubblicità gratuita per San Marino, servirà
per la promozione turistica. Mi auguro che le imprese edili
sammarinesi possano aggiudicarsi l’appalto. Il rilancio
dell’economia passa per il rilancio del comparto edilizio”.
Gian
Matteo Zeppa, Rete
: “Canti e Riccardi hanno sempre detto le
paroline ‘mi auguro’. Questo è un progetto della maggioranza, che se
ne prenda carico. Ciò cozza con la visione più tranquilla, pacata e
realista di alcuni membri della maggioranza. Non è vero che il mio
movimento è contrario a priori. E’ nato tutto nelle segreterie di
Stato. Si dice che il progetto è così grande che era necessario
farlo passare di lì, bisognava andare in deroga a leggi appena
approvate. Non mi pare normale. Il punto nodale è il consumo del
territorio. Il motivo del contendere è avere difficoltà nella
programmazione. Qui si crea un precedente grave. E’ se qualcosa va
male? La convenzione tutela lo Stato?”.
Franco Santi, C10:
“La critica viene posta per sottolineare alcune problematiche di
metodo e su alcuni passaggi portati avanti dal governo. Da questo
punto di vista anche chi in maggioranza ha lavorato per portare a
casa il risultato si deve confrontare in maniera pacata. Guardiamo
alla tabella Doing Business. E’ la fotografia della nostra capacità
di fare impresa. Andiamo a migliorare quelle performance. C’è
utilizzo di nuovo territorio, la normativa a nostro avviso dovrebbe
essere uguale per tutti. Abbiamo criticato il rapporto
costi-benefici. L’insediamento di una nuova attività del genere su
un sistema complessivo commerciale che è già in crisi potrebbe
essere un elemento di disturbo. Così come potrebbe fare crescere
tutto il comparto. Non lo sappiamo. Ci sarebbe piaciuto avere dati
per valutare. Li abbiamo chiesti ma non ci sono stati forniti”.
Mario
Venturini, Ap
: “Dovremmo parlare del decreto, ma si ripete il
dibattito sulla convenzione. Non vorrei ripetere i concetti espressi
in quella sede. Non si può passare sopra a tutto. Rassicuro
l’opposizione: non temete, la maggioranza non passerà alla storia,
non risolveremo i problemi della disoccupazione. Anche perché 1.500
disoccupati meno duecento fa 1.300 disoccupati, non risolve il
problema. E’ un provvedimento che dà una piccola risposta. La
convenzione è stata consegnata prima dell’inizio del Consiglio in
cui doveva essere analizzata. Quattro giorni prima era sul web e
ripresa dai giornali. Penso alla convenzione Grey&Grey. Allora Ap
fece due interpellanze per conoscere la convenzione. Una volta
succedeva così, il governo non dava le convenzioni ai consiglieri.
L’Anis ha impiegato manodopera italiana per la ristrutturazione
della sua sede. Questo non lo dice nessuno. Mi piacerebbe che quando
si ricorda quell’immobile, venisse raccontata tutta la storia. Qui
c’è stato un ‘no’ già da quando circolavano le prime notizie
sul progetto, poi i motivi di contrarietà sono venuti e sono
cambiati via via”.
Andrea Zafferani, C10: “Riconosco
che su questa convenzione c’è stata più trasparenza che in
passato. L’intervento politico si doveva fermare nel momento in cui
la maggioranza ha deciso che l’occupazione aveva la priorità sul
verde pubblico. Lì si doveva fermare l’intervento. Invece avete
creato attorno agli investitori un vestito su misura con molte
deroghe. Discussa la variante, il governo avrebbe dovuto dire che le
leggi c’erano, utili e giuste, da applicare. Questo è il problema
nella convenzione, le deroghe specifiche per investitori che creano
distorsioni per la concorrenza, ciò sa di vecchia politica. Mi
aspetto dal governo un programma preciso di riforme per risolvere le
criticità rilevate da Doing Business, come l’accesso al credito,
dove siamo penultimi. E’ un dramma”.
Antonella Mularoni,
Segretario di Stato al Territorio
: “La nostra volontà è
realizzare qualcosa che sta nello spirito di quanto ideato. E’
stata posta una questione sui parcheggi. L’opera chiesta sono
parcheggi che serviranno allo sviluppo della zona di Rovereta come
area commerciale. Abbiamo a inizio anno fatto la variazione di Prg,
ci mancano dei parcheggi, questa è una possibilità che diamo alle
attività che vorranno convenzionarsi per avere parcheggi in
quell’area. Il centro avrà un numero di parcheggi sufficiente per
la sua attività, di gran lunga superiore a quanto previsto dalle
normative sammarinesi. Sull’outlet di Ponte Mellini il congresso
non è stato investito di nulla. Si tratta di attività che andranno
in locazione, non attività che faranno investimenti particolarmente
significativi. Ma non è vero che non è stato fatto nulla, il
recente provvedimento sull’occupazione femminile è stato pensato
anche per l’attività che partiva a Ponte Mellini”.
Gian
Carlo Capicchioni, segretario di Stato
replica:
“Il dibattito di oggi mi sembra la replica di quello della scorsa
estate. Ci ritroviamo a dare sempre le stesse risposte. Sottolineo,
come prima di me ha fatto il consigliere Venturini, la svolta sulla
trasparenza e sul metodo e su come si è lavorato con questa
convenzione. E’ stato reso edotto il Consiglio e la cittadinanza, non
potete dire che non c’è stata trasparenza. Rispetto le deroghe alle
leggi fiscali, credo che siamo di fronte a un progetto eccezionale
per la nostra economia e le norme che già esistevano di incentivi
non sono state pensate per un progetto simile. C’è stata la
necessità di confrontarsi con l’investitore perché a quelle
condizioni non c’era la possibilità di realizzarlo. Il governo in
completa trasparenza ha operato correttamente e ha fatto del suo
meglio per giungere a un equilibrio di interessi tra investitore e
Stato. Crediamo che il progetto porti grossi benefici, è vero che
200 posti sui 1600 disoccupati è ancora una poca cosa, ma qualcosa
è. Dà risposte, anche se parziali, all’occupazione, alle nostre
imprese che saranno coinvolte e che si stanno già interessando. Poi
ci saranno benefici indiretti, per imprese di pulizie, giardinaggi,
per tutti i servizi necessari a mantenere in efficienza il centro.
Pedini diceva che porterà alla chiusura di almeno100 attività
commerciali, io credo sia proprio il contrario. Questo investimento
porterà a San Marino circa 2 mln di persone l’anno con ricadute per
tutto il comparto commerciale e turistico. Il tempo ci darà più o
meno ragione. Qualcuno parlava delle verifiche sulla corretta
realizzazione del centro è nell’ordine delle cose. Se vogliano
individuare un organismo specifico, a farlo non ho difficoltà.
Qualcuno parlava di oneri a carico dello Stato, l’unico costo per lo
Stato è il costo in conto interessi del credito agevolato che sarà
ben compensato da quello che il centro porterà. Solo la sua
realizzazione vale un centinaio di milioni, il 6% delle imposta,
anche se fosse la metà per i servizi, sono subito 3 mln di imposta
monofase. Che si aggiungeranno alle casse dello Stato e sono importi
netti. Dietro questo investimento credo poi che altri investitori si
affacceranno al Paese, non possiamo che trarne vantaggi in termini di
lavoro e introiti per lo Stato”.
San
Marino 30/10/2015/ 02

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