Consiglio Grande e Generale,15 dicembre, seduta pomeridiana. Agenzia Dire

Consiglio Grande e Generale,15 dicembre, seduta pomeridiana. Agenzia Dire

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 12-22 DICEMBRE

LUNEDI’ 14 DICEMBRE- Pomeriggio

Nel pomeriggio in Aula prosegue  il dibattito del comma . 5, sul bilancio di Previsione dello Stato per l’esercizio finanziario 2015, oltre al riferimento del Congresso di Stato su progetti di sviluppo ed investimenti pubblici. In seduta notturna si terranno gli ultimi interventi dei complessivi 61 iscritti al dibattito.

Interventi

Comma 5, Bilancio di previsione 2015 e riferimento del congresso di Stato su progetti di sviluppo e investimenti pubblici

Claudio Felici, Psd: “E’ un provvedimento sostenibile e coerente con i percorsi evolutivi che i provvedimenti fin qui messi in campo per il riassesto delle finanze stanno provocando. Mi sembra evidente il suo carattere. Saluto poi come elemento di grande importanza il documento che contiene iniziative che concretizzano l’impegno per lo sviluppo. A fronte di molte buone intenzioni, sia il segretario di Stato Mularoni che il segretario Arzilli hanno compiuto uno sforzo importante e condensato, scritto nero su bianco, per i quali l’amministrazione si impegna perché diventi concretezza. Mi aspetto che nel dibattito e nell’esame del provvedimento possano venire, per una volta, riconosciuti gli sforzi compiuti dal governo in questa direzione, dagli stessi che hanno spesso posto istanze sui temi dello sviluppo. Come tutti i provvedimenti è il bilancio è soggetto a critiche e sospetti, ma in ogni caso è utile che ci sia un terreno fertile di confronto, perché possa esserci una sintesi che porti ad un prodotto ancora migliore. Mi aspetto che il ritornello critico iniziale possa essere attutito, alla luce delle disponibilità date al confronto con l’opposizione. Sono informato che anche in questi momenti ci sono incontri e contatti per definire i contributi di tutte le parti perché possa diventare patrimonio comune. Mi pare un fatto da sottolineare come segno di un cambio di passo nelle relazioni politiche e istituzionali, ma dimostra anche che questa non è una legge di stampo elettorale. Ho ascoltato epiteti e definizioni nei giorni scorsi da parte di forze che ora sono al tavolo per discutere emendamenti. Se ti siedi al confronto devi mettere conto che chi siede con te sia al tuo livello e abbia un obiettivo comune. La politica, quando funziona, serve a trovare una sintesi su posizioni distinte e distanti e a trovare elementi di cui entrambi riconoscono l’utilità.

Il Paese ha bisogno si sentire che c’è una classe di dirigente che guarda al futuro che sia rappresentativa e credibile. Però non illudiamoci, devo nel Paese un’inversione di tendenza nel rapporto tra comunità e classe dirigente, più che politica. Oggi frequentiamo il Paese e raccogliamo lamentele e disagi per poi portarle in Aula, come se fosse l’Aula il collettore delle cose che non vanno, senza sapere poi chi e come se ne deve fare carico. Occorre ristabilire l’ordine delle responsabilità e dell’impegno”.

Manuel  Ciavatta, Pdcs: “Anche quest’anno ci rendiamo conto che non abbiamo fatto pari tra entrate e uscite, qualcosa ancora non è andato bene, per quanto valutando e verificando i risparmi degli ultimi 5-6 anni di esercizi finanziari, rispetto le spese di allora, ogni anno si è risparmiato di oltre 100 mln di euro. Un lavoro virtuoso evidentemente è stato fatto, per quanto il risultato non sia ancora sufficientemente adeguato. E’ chiaro che i prepensionamenti non sono risposte per la spesa pubblica, ma non possiamo non considerare che in un anno i dipenti siano calati di 200 unità, non è da poco. E’ vero che i costi si sono spostati sul fondo pensioni, ma sono persone con livelli di contributi notevole. La spesa pubblica diminuita, grazie a questi, di 5 mln di euro, bisogna dirlo. Pensioni d’oro e vitalizi dei consiglieri: spero saremo tutti d’accordo nel continuare l’opera di ridimensionamento di tutti i benefici non più sostenibili rispetto alle generazioni future. Spending review: l’Iss è un centro di costo che per il bilancio dello Stato, vale quasi metà della spesa, e non è possibile non considerarlo nelle sue criticità e anche potenzialità. La scuola: un collega ha detto che non ci sono più sostituzioni, ma quanto costa?  Sulla pianificazione del territorio: ci sono aree e strutture che possono esser utili per lo sviluppo di San Marino, ma sono in capo a pochi che non le mettono a disposizione della comunità. E questo è un problema. Come Aula consiliare ci dovremmo interrogare se a fronte dei  benefici dati a questi pochi abbia senso pensare di togliere quei benefici. E’ ora di pensare in questi termini, la gente deve iniziare a vedere che non c’è più un’oligarchia dei pochi che influisce sulle scelte. Mi domando se il problema sia maggioranza e opposizione o aula consiliare e  una parte del mondo”.

Gian Matteo Zeppa, Rete:  “Mi fa specie l’ultima affermazione di Ciavatta, che condivido, dice che bisogna togliere i privilegi. Quando è ora di farlo, se non in una Finanziaria? Ci si sta atteggiando a una sorta di buonismo, forse pre-elettorale, ma mi importa poco. Questa Finanziaria è completamente differente da quella dello scorso anno. Ma vien letto come indice che tutto stia volgendo al meglio. State mentendo sapendo di mentire. Lo sviluppo, di cui si è parlato a vanvera, con interventi pluriennali, non porta risultati immediati. L’intervento di Marco Gatti parlava solo di parcheggi, Tadao Ando e parcheggi, è questo che porta sviluppo? Ci vogliono mettere i 1800 disoccupati a fare i parcheggi? L’urgenza  a San Marino è infatti la tutela del lavoro. E non lo portano subito gli investimenti pluriennali. Sull’alienazione beni dello stato: i frustoli sono pochi metri quadri, ma siamo pagati per lavorare in Consiglio anche per parlare di questo. Venire a dire qui che bisogna trovare unità, ma noi il confronto lo abbiamo fatto, è il governo che lo ha fatto mancare, limitando emendamenti e tempistiche. Questo non è collaborare. In questo Paese per fortuna non siamo ancora in una dittatura parlamentare, governo ed esecutivo possono essere contrari a quello che Rete pensa. Abbiamo fatto emendamenti dove voi quest’anno non avete voluto intaccare sprechi. Voi qui dite che va tutto bene, che andate a indebitarvi con le banche per la spesa corrente. Se vi pare normale parlare di sviluppo quando ci si va a indebitare, non so in quale  mondo parallelo maligno viviate. Dite che il deficit è tranquillizzante, vi pare normale? Mi rinfranca aver saputo che, dopo gli incontri dei nostri consiglieri e del governo, oggi, di tutti i nostri emendamenti che taglierebbero 26 milioni di euro di spese, pare che ne venga accettato uno solo. Uno. Siamo su due barche differenti. Chiedete collaborazione e ogni volta chiudete il naso. Voi non avete intenzione di dire cosa fare del mercato del lavoro, ma chi il lavoro non ce l’ha se ne stra-frega dei parcheggi e del Kursaal”.

Anna Maria Muccioli, Pdcs: “I dati forniti nelle relazioni del governo sulla riduzione costi P.A. sono significativi. La riduzione della spesa deve mantenere inalterato il livello dei servizi. Vi sono ampi margini di intervento in tema di contenimento della spesa. Enti del settore pubblico allargato compresi. C’è forte preoccupazione per la tenuta dei Fondi Pensione. Quella che ci accingiamo a esaminare è una Legge di Bilancio sostenibile e realistica che non ha nulla di elettorale. Io credo che occorre avere più coraggio, determinazione e coesione in tema di sviluppo. Il Paese ha bisogno di sviluppo. Nel bilancio si prevedono investimenti fino a 30 milioni di euro per tre anni per opere infrastrutturali in particolare nel comparto turistico.  Il problema di San Marino è l’occupazione. In questa Finanziaria non ci sono sufficienti provvedimenti per dare risposte concrete a chi ha perso o non ha il lavoro. Occorre fare di più. Occorre rendere più attraente il nostro Paese. Abbiamo una sovrapposizione di norme e serve certezza ed immediatezza del diritto. Il disavanzo di 15 milioni è sostenibile, ma solo se si adottano interventi strutturali. Serve equilibrio di bilancio che auspico di poter raggiungere entro il 2015”.

Augusto Michelotti, Su: “Se San Marino deve seguire il ‘modello Montecarlo’ diciamolo e facciamo una colata di cemento: poi ognuno si assumerà le sue responsabilità. E’ il momento di mettere le mani alla programmazione, urbanistica ma anche economica. Io voglio sapere qual è il nostro modello di sviluppo. Nessuno me lo ha saputo dire e non c’è neppure scritto in questa Finanziaria. Se questo paese, che va ai 50 all’ora mentre il mondo va ai mille all’ora, non comincia a ragionare mentalmente in un altro modo non ci saranno miglioramenti. Siamo un paese piccolo: muoviamoci agili e veloci. Dovremo sburocratizzare la P.A. e invece abbiamo una struttura elefantiaca. Ha ragione Zeppa quando dice che la priorità è il lavoro. Ma se chi deve sviluppare le politiche per questo paese non ha le idee per metterci al passo delle nuove tecnologie, non andremo da nessuna parte. La classe politica è in ritardo e deve sbrigarsi. Non esiste programmazione a San Marino”.

Giovanni Francesco Ugolini, Pdcs: “L’economia sammarinese registra alcuni segnali di ripresa economica. Purtroppo i dati sull’occupazione non danno segno positivo e i disoccupati si attestano sui 1.500. Dobbiamo ridurre ulteriormente la spesa. La lotta agli sprechi è fondamentale. Non possiamo più avere una spesa di questa portata. Bisogna stare attenti alle consulenze e a talune retribuzioni spropositate. Dobbiamo applicare la spending review per porre termine ai privilegi e contenere il disavanzo. Ho apprezzato l’intervento del segretario Capicchioni. Un bilancio snello e sincero. Io credo che il segretario abbia già incontrato le categorie economiche e forse su Smac, burocrazia, costi e difficoltà si poteva evitare il muro contro muro. Io perlomeno avrei cercato di evitare la manifestazione di domani. Siamo sulla strada giusta con questo bilancio, a condizione però che si vada avanti con l’azione di riduzione della spesa. Vanno poi reperite maggiori entrate. Mi auguro che il rapporto dello Stato e del governo nei confronti degli istituti di credito, nel momento in cui si ricorrerà all’accensione di mutui e finanziamenti per alimentare gli investimenti, non sia di sudditanza. Dico questo perché con i decreti salva-banche abbiamo sostenuto il loro settore. Bisogna superare gli schemi di una volta e abbattere gli steccati che contrappongono le forze politiche. In ogni consigliere deve prevalere il senso di responsabilità, indipendentemente dall’appartenenza. A ottobre i colleghi di maggioranza hanno aperto al contributo dell’opposizione. Questa legge di Bilancio può essere un banco di prova. Da parte mia c’è piena disponibilità al confronto. I cittadini sono consapevoli della situazione economica del nostro Stato. Non si può più parlare politichese. Recuperiamo realismo sulle effettive condizioni del Paese e mettiamoci al servizio di San Marino con proposte concrete per un futuro migliore”.

Federico Pedini Amati, Ps: “A me sembra che, al di là delle opinioni, la relazione della commissione di Controllo della Finanza pubblica abbia dipinto un quadro reale di San Marino. Purtroppo aggiungerei. E’ inutile continuare a parlare di sviluppo, elementi di novità etc. perché il quadro è disarmante. Il fatto è inequivocabile. Il nostro Paese è vicino all’andamento della Grecia, prima che venisse salvata dall’Europa, in termini di dissesto finanziario. Non siamo dentro l’Ue e quindi non abbiamo possibilità di interventi sovranazionali dunque abbiamo qualche problema in più. Oggi le entrate sono di 518 milioni di euro. Abbiamo 230 milioni di euro di entrate in meno rispetto alla fase pre-crisi. Il dato più allarmante è quello della liquidità dello Stato: è la prima volta che lo Stato ricorre a un finanziamento per pagare la spesa corrente. E’ grave e preoccupante. Nella relazione sulla spending review il governo aveva assunto una serie di impegni. La maggior parte di essi sono stati disattesi. Questa mattina il consigliere Cenci ha ricordato limpidamente che una delle voci principali che accendono un campanello d’allarme, e su cui occorre mettere le mani, è quella degli stipendi della P.A. C’è differenza in termini di stipendio rispetto al privato pari al 25%. In passato abbiamo vissuto con entrate molto maggiori e c’era possibilità di distribuire risorse un po’ per tutti e facendo così si dava anche il via a investimenti nel settore privato. Oggi con una diminuzione pari al 30% delle entrate bisogna mettere mano a delle situazioni che si stanno verificando e che sono discriminanti al contrario. C’è disoccupazione di quasi 2 mila persone mentre ai dipendenti della P.A. non è mai venuto meno né stipendio. né posto di lavoro. Se ci deve essere equità, ci deve essere anche in queste cose. Non tagli lineari perché nel pubblico ci sono stipendi sproporzionati e sacche di privilegio. Sono pronto a votare lo spostamento di SmRtv in un altro luogo meno oneroso, e anche lo spostamento della Giochi del Titano al Kursaal, a patto che le indicazioni del governo inizino a prendere forma. Chi di competenza ci dica, in termini di occupazione e entrate statali, cosa producono queste decisioni. Se il governo non è in grado di andare avanti, come ha dimostrato fino ad oggi, faccia un passo indietro. E mi auguro che persone competenti, capaci e concrete si avvicinino al mondo della politica”.

Tony Margiotta, Su: “Attraverso una relazione impietosa la commissione di Controllo della Finanza pubblica dice che maggioranza e governo non sono intervenuti come dovevano e come indicato negli anni scorsi. Si è sempre parlato di lotta agli sprechi, a un team è stato dato l’incarico di individuare gli sprechi. Sulla riscossione della monofase, oggi ci ritroviamo da parte della commissione l’indicazione che mancano provvedimenti adeguati per riscuoterli. Perché non si è intervenuti? Credo che si portino avanti interessi per i dipendenti pubblici e non si abbia coraggio di intervenire coloro che rappresentiamo. Mi chiedo, sono due anni che parliamo di sprechi e di momento difficile, di crisi, di mancanza di liquidità. Da oggi dovremo iniziare a fare gli interessi di tutti. Credo sia una legge non coraggiosa e di non responsabilità. L’indebitamento che si è scelto per portare avanti progetti di sviluppo, mi chiedo, per cosa fare?  Il fatto che una multinazionale come Amazon abbia denigrato il nostro Paese dicendo che non spedisce più a San Marino fa capire il tipo di riconoscimento che ha in ambito economico, bastava intervenire prima, già da mesi. Tutti i governi hanno fatto progetti per lo sviluppo, ma nessuno li ha mai concretizzati. Devono essere mirati ed escludere che qualche potere oscuro ci guadagni. Il turismo è uno dei motori economici basilari e da potenziare, è un settore che può ripulire l’immagine infangata del nostro Paese. Si vuole puntare su quello matrimoniale, per me non ci sono problemi, ma guardo anche al turismo culturale. Con gli emendamenti, Cittadinanza attiva propone un reddito di cittadinanza, interveniamo nuovamente sulla trasparenza dei beneficiari effettivi del sistema bancario e finanziario, interveniamo in modo che licenze bancarie in sosta non siano redistribuite, ma siano piuttosto passate in Consiglio grande e generale. E ce ne sono tanti altri, durante l’articolato potremmo approfondire anche emendamenti di altri partiti dell’opposizione, ma vorrei concludere con questo augurio: la politica ha la responsabilità in questo momento di discutere, ma soprattutto di agire”.

Luigi Mazza, Pdcs: “Nell’esaminare il bilancio previsionale 2015 molte sono le riflessioni da cui partire. Questo non è un bilancio attraverso cui si possono annunciare risultati trionfali, né risultati catastrofici. E’ inutile che Zeppa dice che mentiamo. Noi diciamo la verità poi, se uno vuole, può capire. Siamo di fronte a un bilancio che dà le risposte alle dichiarazioni rese negli ultimi anni, quando dicevamo impossibile ridurre il bilancio senza riforme strutturali, come quella tributaria, e che servivano risposte rapide con provvedimenti straordinari. Lo abbiamo detto ogni anno, alcuni di voi ci hanno accusato di mentire e che avremmo avuto debiti tali da arrivare al default. Questo bilancio ha numeri che tutti possono capire. La caduta delle entrate nel nostro sistema è stata disastrosa, abbiamo affrontato quella discesa nei tempi che consentivano di ridurre spese con voci straordinarie che oggi non ci sono più. Abbiamo oggi di fronte a noi entrate che arrivano da un sistema che è stato capace di produrre una riforma tributaria che sicuramente ha inciso sulle aliquote dei lavoratori dipendenti. Ma abbiamo detto anche che non avremmo fatto un passo indietro sulle misure di accertamento sul lavoro autonomo, diversamente non saremmo in grado di mantenere la promessa che i sacrifici saranno chiesti a tutti. Quella riforma ha due parti, lavoro dipendente e autonomo, e se non siamo in grado di portare tutto all’interno di quella legge, la riforma è iniqua.  A chi dice che bisogna tornare a votare rispondo che il Paese ha bisogno di un governo che governi, andare al voto significa invece fermare le trattative in corso con l’Ue e sulle riforme strutturali. Le entrate sono lì e non si possono negare, ma ci sono anche i costi. Le cose che discutiamo ora erano già scritte nella previsionale del 2012. Ho letto la relazione della commissione di Controllo, ma fate attenzione, è relativa al consuntivo 2013, non al previsionale del 2015, abbiate il coraggio di dirlo. I suggerimenti della commissione oggi sono stati attuati o no? Alcuni dati ce li dobbiamo dire. Nel 2012 la commissione della spending review ci aveva detto che i due centri di costo principali erano i trasferimenti al settore pubblico allargato e del personale in attività. I numeri giustificano interventi impopolari, sulla spending review abbiamo detto che le indennità devono essere limitate alle funzioni effettivamente svolte, sono state tolte quelle estive per gli insegnanti, quelle di chi si era trasferito. Le retribuzioni: nell’allegato Zeta si parlava di un nuovo contratto di pubblico impiego per ridurre la forbice con il privato. L’anno scorso abbiamo fatto un taglio lineare contestatissimo, del’1,5% e del 5% per i precari, noi oggi diciamo che il nuovo contratto deve andare incontro a quella riduzione, dovremo andare avanti a quella direzione e il nuovo contratto deve avere le riduzioni indicate. Il costo del personale si è ridotto in modo forte nell’ultimo anno. Ridurre di 4 milioni di euro nel settore pubblico nella sola Pa, per voi non è spending review? Tanto deve essere ancora fatto nella riorganizzazione e nell’accorpamento e certo, nella linea dei pensionamenti. L’Fmi ci ha detto chiaro di licenziare nel 2012, e noi abbiamo sempre risposto che ci sono risposte alternative. Non c’è bisogno di licenziare, ridurre servizi e stipendi. Nella Pa ci manca una fascia sicuramente necessaria e dobbiamo avere coraggio di affiancare alla politica del pensionamento quella della riqualificazione, per indicare i i dirigenti che servono. Nei prossimi tre anni 400 persone andranno in pensione a livelli medi, noi abbiamo necessità di avere un’altra categoria di dirigenti nella Pa, capace di affrontare le nuove sfide. Ci dicono che non abbiamo affrontato le pensioni d’oro, non è vero. Presentiamo un emendamento su un abbattimento del 100% della differenza oltre i 4 mila euro”.

Mimma Zavoli, Civico 10: La finanziaria rimane un testo leggero, con poco coraggio. Non volete impensierire i cittadini. Non c’è rispetto per i sammarinesi giovani che rimangono ad attendere il loro turno nelle liste di avviamento al lavoro, aspettando possibilità di impiego. Il governo allunga il brodo del fabbisogno, temporeggia e procede a suon di proroghe. Il restyling del centro storico fa perno sulle peculiarità dell’Unesco ed evidenzia la volontà di individuare una via d’uscita per la crisi e la ripresa economica. Per realizzare solo una parte di quanto ipotizzato occorreranno anni, e il centro storico diventerà un cantiere a cielo aperto. C’è una gru che svetta al Belvedere da anni. La ditta che ci lavora sta rispettando le scadenze? In caso negativo, cosa è successo? E quanto è costato? Il budget è stato rispettato? Per rispettare quanto scritto si richiederà grande organizzazione, niente dovrà essere lasciato al caso. Indirete gare d’appalto come quelle per le opere pubbliche pensate con la normativa del ’99, che non avete volute aggiornare? Si potrebbero generare degli abusi. Le anomalie degli appalti sono sotto gli occhi di tutti: le sale operatorie sono costate quasi il doppio e c’è anche un’indagine amministrativa a riguardo. Speriamo che a vincere gli appalti non siano i soliti 3 o 4. Entriamo nell’epoca del debito pubblico come se fosse qualcosa di naturale. Non sono state eliminate le spese inutili, come le collaborazioni con i consulenti pagati a peso d’oro e le spese per le pulizie all’ospedale. Fate debiti mentre scialacquate fondi pubblici. E dite che è normale. Spostate il peso finanziario sui fondi pensione, i prepensionamenti causeranno grandi problematiche. Manca un progetto, non avete il coraggio di decidere cosa e come dovrà diventare la Pubblica Amministrazione. E’ come andare contromano bendati in autostrada. Serve una Pubblica Amministrazione forte, efficiente e performante, a partire dalle dirigenze. Dico a Claudio Felici che noi non rappresentiamo l’antipolitica, ma ascoltiamo i cittadini, senza essere autoreferenziali.

Alessandro Cardelli, Pdcs: Il bilancio, rispetto alle previsioni, ha mostrato risultati di cui bisogna essere parzialmente soddisfatti. Chi ci ha votato non vuole sentirsi dire che c’è la crisi, perché lo sa già. Dobbiamo dire cosa dobbiamo fare concretamente. Abbiamo vissuto una lunga stagione di benessere economico in cui i sammarinesi non si accorgevano delle difficoltà che ci sono nel generare risorse. Abbiamo vissuto sopra le nostre possibilità negli anni 80 e 90. Ma quella San Marino non esiste più. Il debito pubblico è importante, ma non siamo come la Grecia. Si poteva evitare, ma è peggio lasciare il Paese fermo. Nel privato ogni giorno si rischia il posto di lavoro, nel pubblico no. Spesso vediamo gli imprenditori come persone contro gli interessi dello Stato o delinquenti. Ma la stragrande maggioranza degli operatori è gente che lavora, che magari si indebita per fare crescere la propria attività. Sarebbe importante dare un’indicazione chiara sulle date dei progetti infrastrutturali, sul loro inizio e sulla fine dei lavori. Ricerca e sviluppo possono essere una buona possibilità, ma fatti con criterio. Il mercato farmaceutico ha registrato un + 20% nel mondo, penso che si potrebbe pensare a un’apertura in questo senso. La legge di sviluppo del 2013 ha dato i risultati sperati? Io non ho competenze in merito, ma parlando con gli operatori noto che si registrano difficoltà nell’affacciarsi a San Marino. Non dobbiamo basare la nostra leva economica sul piano fiscale. Francia, Germania e Italia combattono le politiche di vantaggio fiscale. Noi lo dobbiamo mantenere, ma ci serve anche una burocrazia più snella, e telecomunicazioni che funzionano. Con le politiche di pensionamento anticipato abbiamo coinvolto in 3 anni 600 – 650 unità. Il 20 – 25% dovranno essere sostituiti da persone qualificate. Per esempio con le lingue estere. Ritengo anacronistico chiudere le porte all’Unione Europea. I 30 milioni da investire nelle infrastrutture danno un’indicazione su una serie di strutture nel territorio, che sono strategiche. L’aeroporto in questo senso può essere un’opportunità, ma bisogna farsi delle domande. C’è instabilità. Come può incidere sulla nostra situazione?

Alessandro Mancini, Ps: Questo doveva essere il bilancio della svolta, da negativo a positivo, perché siamo circa a metà legislatura. Pensavo potesse generare nuove risorse. Le risorse per rimettere in moto l’economia sono troppo limitate. La revisione della spesa dei conti pubblici ha ancora bisogno di essere analizzata. Sullo sviluppo serve un ordine di priorità sui progetti da fare, per individuare quelli fattibili a seconda delle risorse pubbliche e private presenti. Questo ambito non va criticato, perché significa creare nuovi posti di lavoro e creare indotto. Questi progetti hanno le basi per aiutare l’economia. L’azione debole del governo non è compatibile con il momento di crisi. Serve una svolta sul piano politico. Invito l’Aula a rimboccarsi le maniche, chi ha senso di responsabilità faccia la propria parte.

Luca Lazzari, indipendente: C’è troppa distanza fra la commedia del falso che vediamo qui e il dramma del vero che c’è fuori da Palazzo Pubblico. Mi appello alla Reggenza affinché aiuti noi tutti a rompere l’incantesimo che ci tiene lontani dall’interesse della Repubblica.

Roberto Ciavatta, Rete: C’è un distacco sempre più marcato fra la classe politica e dirigenziale del Paese e le persone comuni. La maggioranza elogia la ripartenza dell’economia. Ma a me non sembra di trovarmi del Paese di cui parlano loro. Per “Doing Business” abbiamo peggiorato la nostra attrattività verso gli imprenditori. La burocrazia nel Paese si oppone alla volontà di investire. I disoccupati sono 230 in più rispetto all’anno scorso. Iro Belluzzi fece una scommessa dicendo che entro il 31 dicembre 2014 sarebbero arrivati nuovi posti di lavoro, ne quantificò 400. Non è stato così. La spesa corrente per il 2015 aumenta del 3,13%. Quindi non è stata ridotta. E nel contempo abbiamo fatto una bella apertura di linea di credito con le banche, di 32 milioni, per finanziare stipendi e pensioni, cioè la spesa corrente. Che tipo di sviluppo si va a individuare? Si parla di polo museale, di parcheggi e di progetti colossali di cui si parla da 15 anni e che non sono mai stati realizzati. Si dice che i soldi da investire verranno reperiti vendendo immobili non strategici, non specificando quali sono. Nei nostri emendamenti ci siamo concentrati su soluzioni per ridurre la spesa laddove ci sono degli sprechi. Si prevedono tagli molto significativi alla politica. Non pensiamo che il costo della politica sia il male del Paese, ma che debba dare un esempio nel momento in cui va a chiedere dei sacrifici. Ci sono elementi inaccettabili, che favoriscono chi ha fatto errori nei propri investimenti. C’è un intervento che ammette la possibilità di importare gas per autotrazione a San Marino. Che mi vede favorevole. Ma non evitiamo di dire che il diretto beneficiario immediato è un politico che siede in quest’Aula e ha un distributore sul confine a Rovereta. Prima di aprire allo sviluppo occorre rendere trasparenti tutti i meccanismi della politica. Il Greco ci ha chiesto di mettere mano alla legge sugli appalti, ma si fanno decreti anziché leggi, con degli escamotage. Hanno un peso coloro che si prendono quegli appalti nelle scelte che vengono fatte? Abbiamo fatto una proposta per far sì che i dipendenti delle organizzazioni sindacali vengano pagati dai sindacati. Costano 700mila euro. Questa è una finanziaria pre-elettorale, perché toglie i provvedimenti impopolari che c’erano l’anno scorso. E’ anche irresponsabile, perché si indebita pur di non perdere consenso.

Franco Santi, Civico 10: Tante criticità emerse nella relazione della commissione che ha dato una serie di segnalazioni più o meno allarmanti che forniscono un quadro preoccupante. La commissione ci dice, tra le altre cose, che la liquidità è compromessa che gli interventi di contenimento della spesa si sono rivelati insufficienti e che abbiamo un debito di oltre 240 milioni di euro. Serve tra le altre cose una riforma della contabilità pubblica. Dal mio punto di vista è importante capire e collocare nel giusto contesto quello che secondo me è un evidente scollamento tra quello che si è deciso in quest’Aula e quello che ha fatto l’Esecutivo. Non per nulla siamo in una fase di verifica di maggioranza. Oggi ci troviamo ad affrontare una Finanziaria che il segretario Capicchioni ha definito realistica e sostenibile. Io penso sia una Finanziaria che continui a contenere pecche tra la realtà e le cose da fare. La relazione della commissione di controllo sulla Finanza pubblica dice che la crisi strutturale dei conti si può affrontare con un avanzo di bilancio pari ad almeno il 2% del Pil: parliamo di circa 40 milioni di euro. Noi invece ragioniamo di una Finanziaria che parla di un disavanzo di 15 milioni di euro. Non capisco i toni trionfalistici di alcuni membri della maggioranza. Spero che la politica riesca a comprendere quello che ci sta dicendo la commissione. Dopo la Finanziaria si dia voce agli elettori.  

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