Contratto collettivo Pa, i docenti precari e stabilizzati delle scuole di San Marino: “In atto una forzatura gravissima”

Contratto collettivo Pa, i docenti precari e stabilizzati delle scuole di San Marino: “In atto una forzatura gravissima”

Riflessione di una rappresentanza di docenti precari e stabilizzati delle scuole medie, superiori e del Centro di formazione professionale di San Marino sul nuovo contratto collettivo della Pubblica amministrazione.

“Nella giornata di mercoledì 22 novembre i sindacati hanno indetto un’assemblea rivolta agli insegnanti precari e stabilizzati per discutere dell’ormai famigerato Allegato 2, che, all’interno del nuovo contratto collettivo della Pa, va a introdurre modifiche inaudite nel processo di reclutamento dei docenti di ogni ordine e grado – scrive in una lettera inviata alla nostra redazione una rappresentanza di docenti precari e stabilizzati delle scuole medie, superiori e del Centro di formazione professionale di San Marino -. Innanzitutto, i numerosi presenti hanno manifestato la loro contrarietà al modo in cui i sindacati hanno proceduto nell’iter di contrattazione, divulgando l’Allegato 2 fra i diretti interessati soltanto pochi giorni fa. Durante la lunga trattativa in materia, che va avanti da mesi, i sindacati si sarebbero dovuti assicurare che il testo, un testo, lo ripetiamo, che sovverte il sistema attuale in vigore da quarant’anni, fosse noto, recepito e discusso dai docenti. Sarebbero stati necessari molteplici incontri e confronti ben più approfonditi su un tema così importante”.

“I sindacati hanno quindi proceduto a presentare il testo da loro contrattato e approvato – fa sapere la rappresentanza di docenti precari e stabilizzati delle scuole medie, superiori e del Centro di formazione professionale di San Marino -. Essa, dopo le pressioni svolte in autonomia dagli insegnanti (che si sono rappresentati e difesi da soli sui giornali e nelle sedi istituzionali), elimina solo alcune delle pesanti criticità evidenziate. L’impianto, deleterio di per sé, permane e presenta ancora punti critici insormontabili, che invalidano a parere dei docenti tutto l’allegato”.

E non è certamente finita qui la questione: “Gli insegnanti intervenuti hanno pertanto dimostrato la loro convinta contrarietà al documento, ritenuto irricevibile. È stato ribadito il colossale problema della valutazione, che così strutturata, risulta fumosa e vessatoria e viene messa in atto solo verso gli aspiranti docenti al fine di disincentivarli in vista del calo demografico. La valutazione auspicabile, hanno affermato gli insegnanti convenuti, dovrebbe essere quella psicoattitudinale, rivolta a tutti, e dovrebbe verificare innanzitutto l’idoneità educativa degli insegnanti, custodi e formatori dei ragazzi che sono loro affidati. L’Allegato 2 prevede invece una valutazione opaca e senza un vero scopo, i cui parametri e contenuti, fatto gravissimo, verranno definiti in seguito da un regolamento che dovrà stendere la dirigenza della Funzione Pubblica!”.

“In secondo luogo, è stata ancora criticata la prova di idoneità professionale prevista per i docenti che passassero dalle scuole medie a quelle superiori – scrivono ancora gli autori della riflessione -. Tale procedimento, ricalcato imitativamente sulle procedure della Pa senza che vi sia una reale differenza di titoli abilitanti fra i due ordini, è fortemente discriminatorio perché concepisce il passaggio dalle scuole medie alle scuole superiori come un avanzamento di carriera e impedisce invece il passaggio contrario dalle scuole superiori alle medie, vietato in quanto considerato un ‘demansionamento’ (sic)!”.

Unica nota positiva dell’allegato è la creazione di Pdr di sostegno – ci tiene a dire la rappresentanza di docenti precari e stabilizzati delle scuole medie, superiori e del Centro di formazione professionale di San Marino -. Tale soluzione sarebbe molto positiva, tuttavia deve tenere conto di due fattori: 1) al momento i Pdr di sostegno sono sottodimensionati; 2) il calo demografico è una realtà. Quindi tale soluzione deve essere modellata su un fabbisogno che tenga conto delle proiezioni dei prossimi anni e non deve risolversi in una stabilizzazione solo temporanea nel mondo della scuola. Gli insegnanti si auspicano pertanto che l’iter della creazione dei Pdr di sostegno possa procedere e venga attuato seriamente all’interno di un impianto normativo saldo, trasparente e onnicomprensivo”.

“Infine, i docenti hanno evidenziato che l’impostazione generale dell’allegato, inemendabile, trasforma gli insegnanti in burocrati e, soprattutto, mentre tenta maldestramente di ‘risolvere’ il precariato, di fatto lo legalizza e diversifica per ‘mascherarlo'”, sottolineano sempre gli autori della riflessione.

Non mancano le domande da parte della rappresentanza di docenti precari e stabilizzati delle scuole medie, superiori e del Centro di formazione professionale di San Marino: “È in atto una forzatura gravissima. Come può un contratto collettivo modificare in modo irreversibile (e con effetti disastrosamente imprevedibili) le leggi specifiche della normativa scolastica?. Come ci si può arrogare il diritto di ‘legiferare’ su una materia così importante, delicata e complessa al posto del Parlamento, democraticamente eletto e rappresentante tutti i cittadini (e quindi tutte le parti in causa: famiglie, docenti, lavoratori, ecc.)? Perché vengono bypassate le Commissioni Consigliari preposte?”.

“La tecnicità della materia non può sostituire un serio dibattito pubblico, concertato e condiviso, su una delle questioni fondanti del mondo scolastico! Una ristrutturazione del genere non può essere liquidata come questione amministrativo-contrattuale. Ci sono in gioco le sorti di tutta la scuola, nel suo ruolo educativo di formatrice dei cittadini di domani!“, chiosa la rappresentanza di docenti precari e stabilizzati delle scuole medie, superiori e del Centro di formazione professionale di San Marino.

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