Contro il neo Gruppo Socialista Riformista

Contro il neo Gruppo Socialista Riformista

Salutiamo con ammirazione la prima iniziativa del neonato gruppo dei socialisti riformisti che, con una sola mossa, punta a molteplici effetti cercando di accreditarsi subito come garanzia di serietà, con la graziosa sponda offerta dai DDC. Il primo riscontro è quello di infischiarsene della correttezza istituzionale, anticipando alla stampa il testo di un’interpellanza di cui sono primi destinatari il Segretario di Stato competente e il Consiglio Grande e Generale.

Il secondo, quello di comprovare la rottura della coalizione Riforme e Libertà e la vicinanza politica e ideale con un’altra rappresentanza consiliare con cui è stata sottoscritta l’interpellanza.

Il terzo è l’ansia di dimostrare all’opinione pubblica, a pochi giorni dalla sua nascita, efficienza operativa e spirito moralizzatore, in modo da togliere ogni dubbio a chi disapprova l’operazione politica scissionista appena compiuta.

Il quarto è quello di illudersi che lo scandalismo e la semina del discredito gratuito siano paganti.

Per quanto riguarda i contenuti dell’interpellanza, è falso sostenere che si sia agito in modo clientelare e discrezionale, metodi questi che erano certo più avvezzi ai promotori dell’interpellanza quando ricoprivano posizioni di potere. Il reclutamento infatti è avvenuto, dietro richiesta dell’AASP, attingendo alle pubbliche graduatorie relativamente a 10 salariati, che, va precisato, non sono pubblici dipendenti ma addetti dell’AASP ed aventi specifiche qualifiche richieste per la tipologia del lavoro da svolgere. Possiamo rassicurare i presentatori dell’interpellanza che questo governo ha abbandonato i metodi di clientelismo, di abusi, di prevaricazioni frequenti in passato, in ossequio alla legalità e correttezza dei comportamenti. I tentativi di percorrere la strada dei polveroni e delle menzogne per accaparrarsi il consenso sono naufragati in partenza.

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