Ci sono cose che scaldano il cuore e toccano le corde più profonde anche nei momenti più difficili. L’affetto, la stima e il sostegno che una larga fetta di popolazione mi ha voluto manifestare, mi ha confortato e allo stesso tempo caricata di responsabilità. E’ sulla base di questa spinta, unitamente agli impegni che la Direzione dell’ISS e la Segreteria di Stato si sono assunti accogliendo il mio progetto di rilancio della UOC di Medicina Interna, che ho accettato di riconsiderare le mie dimissioni.
Avrei preferito che tutto quanto restasse nell’alveo di una dialettica ed un confronto interno all’ISS ma tutto ha assunto una valenza pubblica e mediatica e dopo che tanti hanno parlato credo tocchi a me fare chiarezza.
Ho assunto la direzione di questa unità, estremamente complessa ed articolata, nel 2009 con l’intento di attuare quel cambiamento che a mio parere avrebbe rappresentato il cardine su cui realizzare un moderno reparto di Medicina.
Grazie al prezioso apporto di una squadra straordinaria siamo cresciuti, ci siamo ammodernati, siamo riusciti a rivisitare il lavoro antico di assistenza al malato. Certo non sono mancate le difficoltà, a volte le ostilità ma abbiamo raggiunto obiettivi importanti, anche se ancora c’è da tanto fare.
Le difficoltà ad interpretare il mio ruolo e la consapevolezza che senza la condivisione di un cambiamento sostanziale non si sarebbero scardinate vecchie regole e modelli, non mi lasciavano alternative. Non resto ancorata ad un incarico se non posso portare un contributo fattivo, se non corrisponde a quei valori che i miei maestri mi hanno tramandato e che hanno sempre guidato il mio sentire e agire da medico. Una scelta molto sofferta, considerato che l’ospedale ha sempre rappresentato il punto di riferimento del mio lavoro ultra trentennale, il fulcro dei miei sentimenti di forte legame e appartenenza alla comunità e al Paese.
Al Segretario di Stato e al Comitato Esecutivo ho presentato un rigoroso documento tecnico che affronta le criticità e fissa alcuni punti che considero non negoziabili, come il riconoscimento del ruolo centrale della Medicina Interna nella strategia globale dell’ospedale, in virtù della multidisciplinarietà delle sue articolazioni. Altro punto fondamentale è la possibilità di rafforzare la squadra dei professionisti che garantiscono la piena operatività, e questo significa calibrare adeguatamente le valenze professionali ma anche garantire stabilità lavorativa e opportunità di carriera. Non ultimo il giusto riconoscimento del mio ruolo di Direttore di Area Medica tenendo nella giusta considerazione gli aspetti che riguardano le responsabilità, la complessità e le competenze professionali.
La realizzazione di questi obiettivi costituiva la condizione unica perché io potessi continuare il lavoro intrapreso. L’impegno che hanno assunto per tenere fede a questi punti e rilanciare la mission della Medicina mi ha spinto a proseguire nel percorso avviato da anni.
Qualora dovesse accadere che contenuti, tempi e modi non si concretizzassero, non esiterei a riconfermare la mia decisione di lasciare.
Non potendolo fare di persona voglio ringraziare pubblicamente le tante persone che mi hanno sostenuto, oltre alla squadra che insieme a me affronta ogni giorno il nostro lavoro con passione e dedizione, senza dimenticare la mia famiglia, che ha accettato di “dividermi “ con la grande famiglia dell’ospedale!
Maria Loredana Stefanelli
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