Corriere Romagna San Marino
Contro la crisi serve un bilancio in sicurezza». Emanuel
Colombini, 34 anni, alla guida dell’omonimo gruppo che produce mobili è il
nuovo presidente degli industriali sammarinesi
«Fuori i furbetti da
San Marino»
Stoccata alla Cdls: «La scala mobile è un’idea morta in
tutto il mondo»
Patrizia Cupo
SAN MARINO. Fuori i “furbetti” da San Marino e riguardiamo la spesa
pubblica; ai sindacati, infine, un appello: quel referendum sulla scala mobile è
obsoleto e anche «fuori luogo». E’ giovane ma ha molto polso il nuovo presidente
degli Industriali del Titano: Emanuel Colombini, 34 anni, alla guida
dell’omonimo gruppo che produce mobili. All’Anis, succede a Paolo Rondelli, ed è
stato nominato ieri mattina dall’assemblea dell’associazione con larghi
consensi.
La sua giovane età e il fatto che sia alla guida di un’azienda
che si sta velocemente internazionalizzando sarà un valore aggiunto nel suo
ruolo all’Anis? «Vivo questa nomina con forte senso di responsabilità:
la situazione economica e quella del paese sono ad oggi particolarmente
critiche. Vanno fatte scelte strategiche per il futuro e questa sfida mi carica
di energia. Siamo un piccolo paese e abbiamo tante opportunità, ma le stiamo
sprecando: di certo, per un’azienda che vive a contatto coi mercati esteri,
rientrare nella black list è un forte vincolo».
Quindi, prima di tutto, vanno normalizzati i rapporti con
l’Italia? «Sì, e per riuscire nell’intento bisogna assolutamente
continuare a lavorare nel solco della trasparenza e della legalità. Fuori dal
paese le distorsioni: vogliamo lavorare in uno Stato che premi l’economia sana.
Il nostro paese, con la legge sullo scambio di informazioni ha iniziato un
percorso che si allinea agli scambi internazionali: questo può
aiutare».
A tal proposito, anche il mondo economico è stato scosso pochi
mesi fa dall’inchiesta riminese Criminal minds che ha colpito, con l’arresto di
Marco Bianchini, al cuore della più nota azienda sammarinese, la
Karnak… «Ho difficoltà a rispondere in maniera puntuale: non mi sembra
che l’inchiesta tocchi l’industria Karnak. Sugli altri fronti, l’imprenditore
Bianchini si difenderà nelle sedi opportune».
Ma l’Anis si trova ora impegnata su un altro fronte: il rinnovo dei
contratti. «L’accordo finale non è lontano, non siamo negativi, ma
dobbiamo ancora mettere a punto i dettagli. Dall’altra parte, notiamo però un
elemento distorsivo che è il referendum proposto dalla Cdls: mentre stiamo
trattando, si porta avanti il quesito sulla scala mobile, mi pare fuori luogo, e
non corretto come approccio. Ma nutro poi anche una certa ritrosia alla proposta
in sé: si tratta di un’idea morta in tutto il mondo. Gli automatismi? Siamo in
un’altra epoca ».
Quindi, la ricetta contro la crisi? «Bisognerebbe
condire il piatto di più elementi: ma tutto parte dalle scelte che deve fare lo
Stato in questo momento e che devono riguardare prima di tutto la messa in
sicurezza del bilancio pubblico. Quello che ne consegue è una catena che potrà
attivarsi solo se si mette mano alla spesa corrente. Il nostro Stato è in
deficit e stiamo finendo le riserve, andando verso l’indebitamento. Questo
produce un incremento della tassazione: prima di parlare di progetti ambiziosi
bisogna recuperare l’equilibrio; San Marino ha un vantaggio fiscale, ad esempio,
che oggi rischia di perdere. Ma vanno fatte piccole rinunce. Un esempio su
tutti: la pubblica amministrazione ha costi che, in media, sono del 20 o 25% più
alti dell’impiego privato: queste non sono rinunce».