Il dirigente del compartimento dell’Emilia Romagna Geo Ceccaroli: «Si conferma un trend preoccupante per cui la pedofilia diventa un pericolo imminente anche per i più piccoli».
Avevano 30 e 46 anni gli “insospettabili” riminesi al centro di due dei quasi 200 casi di pedofilia e pedopornografia trattati dal Compartimento Polizia postale e delle comunicazioni Emilia-Romagna. Due presunti mostri che nei rispettivi computer e smartphone custodivano immagini anche di bimbi in tenerissima età, sottoposti a violenze impossibili da descrivere. Un mondo quello della pedopornografia on line che vede «famiglie e vittime costrette a fare i conti con la capacità manipolatoria di adulti consapevoli, con la circolazione illegale di immagini di violenza e con la condivisione in circuiti apparentemente anonimi e sulle darknet». E «a riprova dell’aggravamento della minaccia contro infanzia e adolescenza in Rete, cresce il numero di indagati per reati di pedopornografia e adescamento denunciati», che lo scorso anno sono stati «circa 110, di cui otto arrestati». (…)
Articolo tratto dal Corriere di Romagna