Espresso. I furbetti di San Marino. Reati finanziari

Espresso. I furbetti di San Marino. Reati finanziari

Espresso

I furbetti di San Marino
Reati finanziari

di L.I.

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C’era uno spiraglio, e San Marino l’ha chiuso. Alcuni mesi fa, il sostituto procuratore della Repubblica di Roma Stefano Rocco Fava ha chiesto alle autorità sanmarinesi la copia degli estratti di un conto bancario intestato a un suo indagato, Giuseppe Toniolo. ‘La semplice acquisizione di una copia dell’estratto conto non corrisponde a un sequestro’, ha precisato Fava nella rogatoria, e quindi in questo caso non si possono applicare le leggi ultragarantiste di San Marino in materia di sequestri e perquisizioni. A tutt’oggi infatti, se un magistrato italiano chiede per rogatoria una perquisizione o un sequestro di conti correnti, le autorità rispondono che per procedere è necessario prima avvertire l’interessato e mostrargli copia della rogatoria (che contiene gli elementi di indagine che lo riguardano). L’indagato che fa? Prima presenta un ricorso e poi si precipita a San Marino per far sparire il malloppo, magari frutto di riciclaggio. Intravista la falla, il 30 luglio scorso il Consiglio Grande e Generale di San Marino ha provveduto a modificare la legge che regola le rogatorie blindando ulteriormente le banche locali con una precisazione: ‘L’acquisizione di copia della documentazione costituisce sequestro. Con tanti

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