Milano, 11 dic. (Apcom) – “L’iniziativa avrà in caso di buon esito l’appoggio autorevole del Governo della stessa Repubblica di San Marino che parteciperà con una quota del 20 per cento”. E’ il 30 agosto scorso e Giampiero Fiorani, ex numero uno della Bpi di Lodi e protagonista del fallito tentativo di acquisire Antonveneta, parla al telefono con Attilio Savarè, uno dei tanti coimputati nell’inchiesta sulla scalata alla banca padovana. Fiorani in quel momento è impegnato in un altro tentativo di scalata alla Banca del Titano di San Marino. Finirà male pure quello, l’istituto di credito era infatti commissariato. Ma nell’agosto scorso Fiorani è entusiasta, ci crede.
Il 27 agosto l’ex banchiere parla di “quel presidente del Consiglio e ministro degli Esteri di San Marino, persona molto asciutta, molto furba, del segretario del Consiglio, dottor Guerra, il ‘Gianni Letta d’Italia’”. E lo stesso giorno Fiorani viene intercettato mentre parla al telefono con lo stesso Guerra dell’operazione finanziaria. Allora Fiorani pensava che tutto sarebbe filato liscio come l’olio, non immaginava che a distanza di pochi mesi il nuovo tentativo di scalata gli sarebbe costato altri sequestri di quote societarie insieme ai suoi presunti prestanomi.
Con Savarè Fiorani parla di mandare una mail a Marco Maci, titolare di un gruppo vinicolo a Cellino San Marco nel brindisino, fatturato da 80 milioni di euro, uno degli imprenditori associati alla scalata anche attraverso Dario Mora detto Lele. Nella comunicazione Fiorani indica di inserire la considerazione secono la quale “le quote in mano al Governo stesso conferiranno autorevolezza all’iniziativa e stabilità alla Banca del Titano, oltre che al nucleo di imprenditori che con Mora stiamo convogliando”. Il discorso prosegue con progetti di “decorsi finanziari finalizzati a erogare mutui, leasing e credito al consumo oltre che la distribuzione di carte prepagate nel circuito Visa e Mastercard”.
La stessa mail Fiorani indica di inviarla a Matteo Zoppas, acque minerali San Benedetto, “ma a Matteo dagli del tu, poi telefona a entrambi a nome mio e di Lele”. A Zoppas Fiorani intende richiedere un impegno economico “tra le 2 e le 3, due e mezza, così ci fa un po’ da cuscinetto”. Il 30 di agosto sempre al telefono Fiorani riferisce: “Il Governo di San Marino dovrebbe deliberare questo venerdì l’autorizzazione a sottoscrivere, ci sono stati incontri con esponenti del Governo, l’opposizione è contraria perchè noi siamo privati”.
L’ex amministratore delegato di Bpi spiega inoltre di aver già fatto aprire 2 conti intestati a società estere presso la Banca del Titano, uno dei quali di Enrico Preziosi, presidente del Genoa Calcio e secondo Fiorani partecipe dell’iniziativa. “Le nostre richieste tra cui l’esenzione fiscale per 10 anni sono state accolte” aggiunge.
In un’altra delle telefonate intercettate dalla gdf, su ordine della procura di Milano e depositate al Tribunale della Libertà in occasione del ricorso di un imputato, Fiorani parla con Lele Mora della “presentazione da fare nella sede del Gran Consiglio non in un albergo, per cui è proprio una cosa ufficiale”. Mora interloquisce: “Pazzesca, meravigliosa…” Poi i due si mettono d’accordo per la serata, una cena, due tavoli da 10 persone. E Fiorani: “Ci vediamo a casa tua alle 8 e 10, ciao spettacolo”.
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