Fondazione Caponnetto, Mafia. Estratti su San Marino dal rapporto sull’Emilia Romagna 2012

Fondazione Caponnetto, Mafia. Estratti su San Marino dal rapporto sull’Emilia Romagna 2012

Estratti su San Marino dal rapporto della Fondazione Caponnetto sulla Mafia in Emilia Romagna, 2012

(…)  Occorre tener presente, altresì, che la vicinanza della Repubblica di San Marino
(si vedano i “Report sulla Mafia a San Marino 2011/2012” –
www.antoninocaponnetto.it e stopmafia.blogspot.com), ha avuto un ruolo rilevante
sugli interessi in Regione delle mafie. Infine non bisogna dimenticare, per la
gravità del gesto simbolico, le minacce di stampo mafioso che sono pervenute al
Prefetto di Reggio Emilia, Antonella De Miro, al Giudice del Tribunale di Modena
Lucia Musti e al giornalista Giovanni Tizian
.

(…) Le attività investigative hanno evidenziato che parte dei ricavi sono stati
riciclati grazie alla mediazione di soggetti originari dell’Emilia Romagna e
della Repubblica di San Marino, presso istituti di credito di quello Stato;
Agosto 2011, operazione “Artù”, la Guardia di Finanza di Locri (RC), sotto la
direzione della DDA di Reggio Calabria, ha bloccato una colossale operazione di
riciclaggio di denaro, messa in atto attraverso l’intermediazione di esponenti
di spicco della ‘ndrangheta reggina e di “cosa nostra” siciliana. Venti persone
-tra cui alcune residenti in Emilia Romagna (2 a Bologna, 2 a Reggio Emilia, 2 a
Modena) – sono state tratte in arresto in tutta Italia con l’accusa di
associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio, alla truffa e alla
falsificazione di titoli di credito; Settembre 2011, operazione “Staffa”, la
DIA, con l’ausilio dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato, ha
arrestato 28 persone, indagate, a vario titolo, per associazione di stampo
mafioso , rapina, sequestro di persona, porto abusivo di armi e riciclaggio.
Inizialmente, le investigazioni sono state condotte nei riguardi di un sodalizio
capeggiato da una figura di spicco della camorra napoletana e, in una seconda
fase, sono state allargate ad un gruppo criminoso operante sul territorio
nazionale, in Emilia Romagna e nella Repubblica di San Marino, specializzato nel
reimpiegare/riciclare il denaro proveniente dalle illeceità di varie
organizzazioni. In particolare, dopo che le indagini hanno consentito di
individuare precise responsabilità in capo agli indagati e raccogliere
numerosissimi riscontri investigativi in merito alla consumazione di ben 16
rapine perpetrate a Napoli, la DIA ha documentato il reimpiego di circa 5
milioni di euro, realizzato nella Repubblica di San Marino per conto di più
gruppi di criminalità organizzata, due associazioni della camorra (Stolder e
Vallefuoco) e di cosa nostra (famiglia dei Fidanzati); Settembre 2011,
operazione “Apogeo”, sviluppata tra Campania, Toscana, Umbria, Emilia Romagna e
Marche, i Carabinieri del ROS, coadiuvati dai militari del GICO della Guardia di
Finanza, hanno disarticolato un’organizzazione criminale dedita a truffa
aggravata, riciclaggio, bancarotta fraudolenta, emissione ed utilizzo di fatture
per operazioni inesistenti, con l’aggravante di aver agevolato le attività del
cartello dei casalesi.

(…) Criminalità ex URSS La presenza di persone provenienti dall’ex URSS è abbastanza
consolidata, da anni, sul litorale adriatico. In Emilia Romagna si sono messi in
evidenza, soprattutto, soggetti di origini moldave, costituiti in piccoli
gruppi, molto attivi nei reati a carattere predatorio e nelle estorsioni ai
danni di alcuni loro connazionali. Pur non essendo stata accertata la presenza
di organizzazioni criminali vere e proprie, non si può escludere che queste
abbiano fatto investimenti nella regione, soprattutto, considerata anche la
favorevole vicinanza della Repubblica di San Marino
.

(…) Settembre 2011, un’evasione Iva da 635 mila euro scoperta dall’Agenzia delle
Entrate di Parma in collaborazione con l’Ufficio Antifrode della Direzione
Regionale Emilia-Romagna. L’evasione smascherata dai funzionari del fisco si
reggeva sul classico modello della “frode carosello”. Le indagini hanno infatti
dimostrato che la merce spedita da San Marino anziché arrivare in provincia di
Reggio Emilia, come risultava dalla fatture, giungeva direttamente negli
stabilimenti della società parmense attiva nel settore della lavorazione della
plastica. In questo modo la società madre era riuscita a ottenere crediti Iva
non dovuti e a godere di un margine più ampio nella determinazione del prezzo di
vendita dei materiali rispetto alle imprese concorrenti. Inoltre, attraverso i
pagamenti a favore dell’azienda sanmarinese, sua diretta emanazione, la società
parmense aveva potuto spostare parte dei capitali in un territorio a fiscalità
privilegiata, beneficiando di un ulteriore vantaggio fiscale
;

(…) Non si può negare che “l’ìnfluenza” della Repubblica di San Marino ha assunto,
negli anni, un ruolo rilevante sulle presenze criminali nella zona. In relazione
a ciò, è utile rammentare quanto affermato da procuratore capo di Rimini, Paolo
Giovagnoli, ”San Marino, in un’unità di simbiosi con il territorio riminese, ha
fatto per anni da collante per la criminalità organizzata perché per anni non
c’è stato alcun controllo sul denaro in entrata”. Interessanti sono i dati
della Guardia di Finanza del 2011. 5.857 interventi che hanno consentito di
verbalizzare 6.050 soggetti e segnalare all’autorità giudiziaria 474 persone di
cui 56 arrestate. Sono stati eseguiti complessivamente 156 verifiche e 472
controlli fiscali, con redditi sottratti all’imposizione per oltre 153 milioni
di euro e un’Iva evasa di oltre 24 milioni di euro. In relazione ai reati
fiscali, a seguito dell’accertamento di 897 violazioni, sono state denunciate
106 persone di cui una arrestata. Avanzate, inoltre, proposte di sequestro per
equivalente pari a 1.811.000 euro. La lotta al sommerso delle Fiamme Gialle
riminesi registra nel periodo considerato un bilancio di 40 evasori totali e
otto evasori paratotali che hanno occultato al fisco ricavi e compensi per oltre
144 milioni di euro e un’Iva dovuta per oltre 22 milioni di euro. Sono stati
individuati 20 lavoratori in nero e 34 irregolari. Sul fronte dell’evasione
fiscale internazionale, in particolar modo con la vicina Repubblica di San
Marino, con l’operazione “Titan Flags” è stata rilevata un’evasione fiscale
internazionale di oltre 27 milioni di euro nei confronti di un soggetto
risultato evasore totale.

(…) Novembre 2010, rogatoria francese a San Marino per un funzionario francese della
commissione europea, che ha avuto incarichi come capo delegazione in Serbia e
capo della sezione riforme istituzionali della delegazione della commissione
europea in Russia e che è indagato per fatture false e divulgazione di
informazioni confidenziali. Gli inquirenti francesi con la rogatoria mirano ad
avere riscontri su possibili depositi bancari o rapporti con fiduciarie o trust
nella Repubblica di San Marino, in relazione anche a delle proprietà immobili
riconducibili al francese a Santarcangelo di Romagna (Rimini); Gennaio 2011, i
Carabinieri di Rimini hanno arrestato, a Casoria (NA) un napoletano ed un
senegalese, per alcune rapine effettuate in provincia di Rimini. Nei giorni
precedenti erano stati arrestati altri due campani per le stesse rapine;
Febbraio 2011, Operazione “Vulcano”, i Carabinieri del ROS di Bologna, hanno
eseguito provvedimenti di fermo di indiziato di delitto per estorsione aggravata
dal metodo mafioso, nei confronti di 10 persone ritenute collegate a clan della
camorra – “Vallefuoco” di Brusciano (NA), “Mariniello” di Acerra (NA),
“casalesi” – attivi a Rimini, Riccione e San Marino. Dalle indagini è emerso che
i tre clan collaboravano tra loro, dividendosi i proventi delle estorsioni. La
“cooperazione è sopravvenuta dopo una serie di scontri tra le consorterie
mafiose. Le vittime dell’organizzazione, contrariamente a quanto avviene
solitamente, erano anche imprenditori della zona; 

(…) Giugno 2011, otto arresti per estorsione, un’attività di recupero crediti
illegale gestita da uomini facenti capo ai clan camorristici dei Vallefuoco e
casalesi, sono stati eseguiti dalla Polizia e dalla Guardia di finanza fra
Marche, Emilia Romagna e Campania, nell’ambito di un’operazione coordinata dalla
Dda di Bologna. Due i filoni di indagine, su due gruppi di estorsori, il primo
attivo nel Modenese, il secondo in Romagna e nelle Marche. L’organizzazione
criminale si nascondeva dietro il lavoro di un’agenzia di recupero crediti
costituita a Rimini, ma riconducibile ad una società di diritto di San Marino;

(…) Dicembre 2011, la Dia di Napoli ha sottoposto a sequestro la società Beach
Paradise che gestisce il Beach Cafè, famoso locale sulla spiaggia di Riccione,
riconducibile a Flavio Pelliccioni, il 55enne di Monte Colombo (Rimini)
arrestato nell’ambito dell’operazione ‘Il Principe e la scheda ballerina’ della
Procura Antimafia di Napoli. Secondo gli inquirenti era proprio Pelliccioni ad
aver procurato le garanzie bancarie affinché venisse finanziato il progetto del
centro commerciale Il Principe, su cui puntavano fiancheggiatori e affiliati del
clan dei “casalesi”. A Pelliccioni la Dia ha sequestrato due società ed alcune
quote sociali per varie attività tra Riccione, Milano e Ravenna e quattro conti
correnti. Secondo gli inquirenti, sarebbe stato Pelliccioni a procurare le finte
fideiussioni bancarie contando su una rete di prestanome e due società anonime
sammarinesi. Nel 2003 il Beach Cafè andò a fuoco e Pelliccioni parlò di
intimidazione mafiosa; Gennaio 2012, operazione “Criminals minds” la Guardia di
Finanza di Rimini ha eseguito 16 ordinanze di custodia cautelare in carcere, 7
ordinanze degli arresti domiciliari, 2 obblighi di dimora ed il sequestro di
beni per un valore complessivo di oltre 10.000.000,00 di euro. I soggetti – due
dei quali già coinvolti nell’operazione “Vulcano” riferita al clan dei casalesi
– sono indagati, a vario titolo, per i delitti di corruzione, divulgazione di
notizie riservate, calunnia, estorsione, ricettazione, trasferimento fraudolento
di valori, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, detenzione e
spaccio di sostanze stupefacenti e di sostanze dopanti, morte come conseguenza
di altri reati. L’indagine ha coinvolto pesantemente soggetti noti in provincia
e oltre, quali: un imprenditore sammarinese e il titolare di un Night Club
(custodia cautelare in carcere); il rappresentante legale di una società di
investigazioni che ha operato nella Repubblica di San Marino, l’ex direttore
generale di una finanziaria sammarinese, un dipendente di una grande impresa
sammarinese, due imprenditori marchigiani e due body-guard (arresti
domiciliari). Alla misura cautelare in carcere sono anche stati sottoposti due
soggetti di origine campana, un pubblico ufficiale e 10 albanesi residenti nella
provincia di Rimini. Infine, sono stati sottoposti all’obbligo di dimora un noto
avvocato del foro di Rimini e la titolare di un’associazione che gestisce un
locale notturno. Le indagini economico-patrimoniali condotte hanno infine
consentito di individuare e “recuperare alla legalità” ingenti patrimoni nella
disponibilità di alcuni indagati che li avevano trasferiti e intestati in modo
fittizio e fraudolento a vari prestanome. In particolare, è stato disposto il
sequestro di un Night Club, una società sammarinese avente ad oggetto il
noleggio di auto di lusso, 1 autovettura e 13 immobili, il tutto per un valore
complessivo di oltre 10.000.000,00 di euro; Marzo 2012, operazione “Mercedes”,
la Squadra Mobile della Questura di Rimini, insieme agli omologhi Uffici delle
Questure di Milano, Roma, Lodi, Modena e Prato, insieme al collaterale Organo
Investigativo Spagnolo, ha arrestato 27 persone, di etnia marocchina, cinese,
ucraina e italiana, facenti parte di un’associazione dedita al traffico
internazionale illecito di sostanze stupefacenti (tra Marocco, Spagna e Italia)
e al riciclaggio e sequestra mille chili di hashish, oltre due chili di cocaina
e 1.300.000,00 euro ritenuto provento di riciclaggio. Nell’ambito dell’indagine
la Guardia di Finanza di Rimini, ha sottoposto al sequestro preventivo beni
immobili, quote societarie e autovetture per un valore di circa sei milioni di
euro, riconducibili agli indagati. Tra gli arrestati figurano anche imprenditori
di nazionalità cinese ritenuti gravemente indiziati di riciclare denaro provento
dell’attività illecita per tramite le proprie aziende attraverso le quali
compivano articolate operazioni finanziarie tali da ostacolare la tracciabilità
del denaro che periodicamente veniva loro consegnato in pagamento dello
stupefacente per conto dei trafficanti Spagnoli

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy