Giorgio Costa: La «pace» fiscale rilancia i rapporti Italia-San Marino

Giorgio Costa: La «pace» fiscale rilancia i rapporti Italia-San Marino

Il Sole 24 Ore

1 Oct 2016

Lotta all’evasione. Convegno sulle relazioni bilaterali

La «pace» fiscale rilancia i rapporti Italia-San Marino Il quadro. Il nostro Paese sosterrà la richiesta del Titano di stipulare un accordo di associazione con l’Unione europea

Giorgio Costa

Le bandiere dei due Stati che si intrecciano a simboleggiare un abbraccio. Quel che solo 15 anni fa sembrava impossibile oggi si realizza e Italia e San Marino procedono in maniera spedita, e senza ombre, sulla strada della collaborazione fiscale. E se Pasquale Valentini, segretario di Stato per gli Affari esteri di San Marino, parla di «collaborazione, trasparenza e cooperazione con l’Italia», il viceministro dell’Economia italiano Luigi Casero riconosce «i grandi passi in avanti fatti da San Marino, frutto anche di una proficua collaborazione tra amministrazioni». Teatro della definitiva “pacificazione” tra i due Paesi è stato il convegno che si è tenuto ieri sul Titano dal titolo «San Marino-Italia e lo scenario internazionale». Un titolo prudente, dietro al quale si cela un fatto di rilievo: la reciproca constatazione che è finito il tempo della lotta senza quartiere a uno Stato di 27mila abitanti ma fino a qualche fa molto ospitale verso i capitali in fuga dall’Italia. La quale ha risposto con leggi penalizzanti per gli operatori e, nel 1997, con un “assedio” della Guardia di finanza ai confini: «quel mondo è alle spalle e l’accordo apre nuovi scenari», ha chiosato Vieri Ceriani, consigliere per le politiche fiscali del ministro dell’Economia e ad di Sose. Poi sono venuti gli anni del dialogo, le norme internazionali sempre più stringenti sui flussi finanziari e una lotta serrata all’opacità finanziaria. Pian piano San Marino ha fatto cadere il segreto bancario, la possibilità di società anonime e a suon di Trattati (non solo con l’Italia) ha imboccato una strada diversa. Da parte sua l’Italia ha creduto nella svolta e avviato trattative a livello politico e amministrativo. E, come ha sottolineato Casero, ora sosterrà la richiesta di San Marino di un accordo di associazione all’Unione europea che “integra” il Titano (insieme ad Andorra e Monaco) nel mercato dell’Unione (libera circolazione di merci, servizi, capitali, persone) senza partecipare alla vita delle istituzioni e al processo formativo delle norme. Di mezzo c’è stato lo scudo fiscale (che ha sottratto alle finanze del Titano qualcosa come 7 miliardi di depositi “italiani”) e a quel punto, complice anche la crisi economica, la strada era tracciata. Stop alla “guerra” e via alla collaborazione che, se da una parte è diventata inevitabile stante le nuove normative sulla trasparenza, dall’altra è proficua anche per il tessuto economico di entrambi i Paesi. E che non verrà scalfita dalla voluntary bis che il viceministro Casero ha assicurato sarà contenuta nella nuova legge di bilancio alle condizioni della precedente operazione di trasparenza; «che tutto è tranne che un condono», ha ribadito Casero. Del resto la guerra alle erosioni delle base imponibili è un dato di fatto e gli accordi Beps sono stati la risposta sovranazionale a un fenomeno che ha avuto il suo punto di non ritorno quando il presidente Barack Obama ha puntato il dito, ed era il 2009, contro le isole Cayman, e in particolare la Ugland house, dove erano basate, in una sola villa, 18.500 società. «A quel punto è stato chiaro – ha spiegato Fabrizia Lapecorella, direttore generale del Dipartimento Finanze del Mef – che occorreva una risposta multinazionale che si va sempre più affinando e troverà nuova espressione nell’accordo multilaterale tra 98 Paesi che sarà parafato a metà novembre e dovrà poi essere ratificato dai parlamenti nazionali». Si tratta, ha precisato Lapecorella, «di regole che attuano gli standard minimi antiabuso e che rappresentano un punto di arrivo fondamentale per il contrasto all’elusione da una parte e alle doppie imposizioni dall’altra». E che di norme certe ci sia bisogno per le imprese, in particolare quelle di media dimensione, lo ha ribadito Stella Raventos-Calvo, in rappresentanza della Confederazione fiscale europea, «specie nel momento in cui, in fatto di tassazione, Ocse e Commissione europea dicono cose diverse in fatto di residenza fiscale». Da parte loro, in ogni modo, Italia e San Marino continuano a collaborare anche a livello amministrativo, in particolare al Tavolo tecnico, come ha sottolineato Ida Valli, direttore dell’ufficio tributario di San Marino; Rossella Orlandi, direttore generale dell’Agenzia delle entrate, da parte sua, ha ribadito, che la cancellazione della black list ha fatto venir meno gli adempimenti aggiuntivi di chi ha rapporti con soggetti sammarinesi mentre lo strumento del ruling potrà evitare la contestazione della “stabile organizzazione”; così come la exit tax risolverà questioni frequenti tra imprese che operano vicino a zone di confine. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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