I partiti nelle Giunte, l’apologia del potere fine a se stesso. Filippo Mariotti, ‘Chiesanuova Insieme’

I partiti nelle Giunte, l’apologia del potere fine a se stesso. Filippo Mariotti, ‘Chiesanuova Insieme’

I PARTITI NELLE GIUNTE, L’APOLOGIA DEL POTERE FINE A SE STESSO
“Le Giunte di Castello non servono”, “le Giunte non hanno alcun peso”, “sono uno spreco di denaro”, “il 30 novembre è meglio non andare a votare”. In tanti lo pensano e in troppi asseriscono frasi di questo tipo al bar, in piazza – quelle vere e quelle virtuali – e perfino a Palazzo.
Eppure, giunti ormai alla scadenza quinquennale del mandato, i partiti – anche se avrebbero ben altro a cui pensare – si sono affannati freneticamente per trovare, fra i simpatizzanti, persone da poter inserire nelle proprie liste. Vista la disaffezione generale alla cosa pubblica, frutto di smisurate promesse non mantenute e dei vari scandali politici che si susseguono a ritmo vertiginoso, non è stato un compito facile.
Allora i partiti, sempre più somiglianti ad enormi scatoloni vuoti, si sono visti costretti ad interpellare anche nipoti e cugini di secondo grado dei protetti o di chi nel corso degli anni è stato oggetto di benevolenza da parte di “mamma” Pubblica Amministrazione, sicuri della loro gratitudine per questo o quel favore.
Passione, competenza, serietà – addirittura residenza – non sono requisiti necessari per entrare a far parte di queste consorterie, perché il fine ultimo è mettere una bandierina nel Castello per dimostrare ancora una volta la forza del proprio schieramento, un po’ come a Risiko: l’apologia del potere fine a se stesso.
Così l’assopito interesse del novello candidato alle questioni del proprio Castello durante il quinquennio precedente si trasforma, come per magia, in un attivismo da politico consumato, alla stregua dei capibastone da cui apprendono anche le peggior metodologie di propaganda: i telefoni dei concittadini scottano dalle tante telefonate, i campanelli delle case suonano all’impazzata, sui social rimbalzano i post promozionali.
Si giunge addirittura a sfidare il Regolamento che disciplina la campagna elettorale distribuendo volantini con indicazione di voto, quindi senza un minimo di contenuto, insultando di conseguenza l’intelligenza dei cittadini perché li si crede talmente inetti da non saper prendere una decisione (“cum grano salis” direbbero i latini).
Ma è di questo che hanno bisogno i nove Castelli? Hanno bisogno di partitocrazia? Hanno bisogno di persone catechizzate dall’alto che non osino mordere la mano di chi ha sempre provveduto alla loro famiglia?
Assolutamente no. Alla comunità servono donne e uomini liberi che, una volta eletti, rendano conto solo ai bisogni della cittadinanza, alla propria coscienza e a nessun altro. Persone che non debbano ringraziare alcun uomo di partito divenuto per l’occasione venditore porta a porta – e non è un modo di dire – della propria lista, che non siano condizionate dal governo di turno e che siano spinti da un innato senso di giustizia e responsabilità.
E se per queste poche righe sarò bersaglio degli strali delle eminenze grigie, poco importa. Sarò anzi orgoglioso di aver colpito nel segno e continuerò ad infilare “la penna ben dentro al vostro orgoglio”.
Filippo Mariotti
Candidato membro di Giunta lista 1
CHIESANUOVA INSIEME – cittadini al centro

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