La sessione consiliare che apre oggi potrebbe essere molto insidiosa per la tenuta del Governo, sorretto dalla coalizione Patto per San Marino, maggioranza in
San Marino Oggi titola: Consiglio “blindato” per evitare sorprese durante le votazioni / A preoccupare la maggioranza il dibattito sulla politica estera
Si apre questa mattina la tre giorni di Consiglio Grande e Generale con al centro dell’assise almeno tre temi cruciali: la legge che limita il mandato dei segretari di Stato a 10 anni, il dibattito sulla politica estera e la ratifica di alcuni decreti tra cui quello, il 190 del 2010, che regolamenta lo scambio di informazioni. Che il percorso per la maggioranza e per il governo sia in salita lo dimostra la stesura stessa dell’ordine del giorno che ha creato e continua a creare malumori e tensioni. La legge “rottama segretari” infatti, è stata inserita praticamente all’inizio, mentre in diversi ne chiedevano lo slittamento tra i punti finali. Questo può voler indicare che la si sia voluta inserire con forza perché si teme la tenuta stessa del governo. Stando infatti alle tensioni registrate, anche durante la riunione del congresso di Stato di venerdì scorso, in caso di uno scivolone della maggioranza sul dibattito riguardante la politica estera, la legge sarebbe comunque salva. Sull’esito del voto alla legge dei 10 anni sono in pochi infatti ad avere dubbi, stando la rassicurazione, ormai arrivata da quasi ogni partito di minoranza, di un sostegno. Così, anche se dalle fila del Patto si perdesse qualche voto, l’appoggio massiccio dell’opposizione garantirebbe comunque la riuscita. Di qui la volontà di inserirla tra i primi punti (non senza polemiche) in modo da riuscire a portarla a casa anche in caso di una crisi di governo. Il Patto ha sconfessato le cassandre assai spesso in questa legislatura, ma i timori hanno cominciato a far breccia più del solito e i sostenitori della legge hanno spinto e ottenuto l’inserimento tra i primi punti. Per questo il rischio di qualche voto in meno durante il dibattito successivo (punto 6 all’ordine del giorno) sui rapporti con l’Italia rischia di giocare brutti scherzi.