SAN MARINO 20 OTTOBRE 2011 – Crisi occupazionale e nodo frontalieri i temi affrontati oggi tra Luigi Cal, direttore generale dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) per l’Italia, San Marino e piccoli Stati, e la segreteria della CDLS.
Nel corso dell’incontro, che si è tenuto presso la sede della Confederazione Democratica, il segretario Marco Tura ha illustrato nel dettaglio i contraccolpi occupazionali che la crisi internazionale e lo stallo diplomatico fra Italia e San Marino hanno provocato in Repubblica.
La crisi si è concentrata- ha spiegato Marco Tura -: su due settori in particolare: l’industria e le costruzioni. Il nostro settore manifatturiero lascia sul campo i due terzi dei posti di lavoro persi nel settore privato, che sommati ai circa 100 posti di lavoro persi nel settore edile e nell’indotto, rappresentano l’87% del totale. La stragrande maggioranza dei posti di lavoro persi sono frontalieri, con il risultato che i lavoratori di oltreconfine hanno pagato il calo occupazionale e di conseguenza limitato il tasso di disoccupazione interno. Tuttavia – conclude il segretario CDLS – i disoccupati a San Marino hanno toccato quota mille, rappresentando una emergenza sociale a cui va data presto una risposta. Il 50% dei disoccupati sono giovani e quasi tutti scolarizzati: la sfida più grande è trovare una soluzione occupazionale, non tanto un posto di lavoro qualsiasi”.
Il direttore dell’Ufficio OIL, agenzia delle Nazioni Unite che riunisce rappresentanti dei governi, dei datori di lavoro e dei lavoratori, ha sottolineato le responsabilità della politica di fronte alla crisi internazionale: “E’ dal 2008 che i governi dovevano regolare la finanza e i mercati, ma a distanza di tre anni sono sempre i mercati e la finanza che dettano le regole del gioco. Questa debolezza della politica sta creando gravi problemi al mondo del lavoro. L’impegno dell’OIL è invece quello rispondere alle sfide imposte dalla globalizzazione istituzionalizzando il concetto di lavoro, riaffermando l’universalità dei suoi valori e dei suoi obiettivi”.
Anche per questo Luigi Cal ha confermato il suo impegno “nell’incoraggiare i governi di san Marino e Italia a trovare un accordo per risolvere i problemi che interessano i 6mila lavoratori frontalieri e più in generale a normalizzare le relazioni economiche fra i due Stati”.
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