Il Gruppo Antimafia Pio La Torre sull’operazione Criminal minds

Il Gruppo Antimafia Pio La Torre sull’operazione Criminal minds

Newsrimini

Criminal Minds. Gap Pio La Torre: fatti imbarazzanti, urge Osservatorio

Come ci si può scandalizzare di scenari come quello emerso dall’operazione “Criminal Minds” della Guardia di Finanza quando personaggi con precedenti possono aprire e chiudere imprese senza controlli?
La denuncia arriva dal Gap Pio La torre di Rimini, che cita nello specifico il caso dei Kazazi.
L’intervento del Gap Pio La Torre:
OPERAZIONE “CRIMINAL MINDS”: CORRUZIONE, ESTORSIONI, SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE, SPACCIO DI DROGA E SOSTANZE DOPANTI, E LO STRANO CASO DEL SIG. KAZAZI. COSA VOLERE DI PIU’? LA PREOCCUPAZIONE DEL GAP.
RIMINI. Un’ordinaria terra di mafia. Così può essere definita la Romagna, ed anche la Provincia di Rimini. Ormai nascondersi dietro ad un dito non è più dignitoso.
Quanto emerso nella conferenza stampa indetta all’inizio di questa settimana dalla Guardia di Finanza di Rimini, non fa che confermare un’allarmante evidenza: il nostro territorio è meta privilegiata dalle più note associazioni di stampo mafioso a livello nazionale.
Settimana shock. E’ quasi imbarazzante analizzare i fatti avvenuti durante gli scorsi sette giorni: prima le operazioni antidroga che riguardano il traffico di stupefacenti tra Albania, Puglia e San Marino; poi il voto alla Camera sull’arresto di Nicola Cosentino (indagine in cui è coinvolto anche il noto imprenditore nostrano Flavio Pelliccioni) e quindi del nuovo arresto, nella vicina Cesena, nei riguardi di Alfredo Ionetti,consuocero del boss Pasquale Condello ed accusato di essere il “tesoriere” della cosca calabrese; ed ora, alla luce dell’operazione “Criminal Minds” della Procura di Rimini, vengono a galla ulteriori particolari agghiaccianti: 5 filoni di indagini per un “cocktail criminale” che riguarda reati di corruzione, estorsioni mediante l’utilizzo di camorristi e pregiudicati albanesi, sfruttamento della prostituzione e spaccio di droga e sostanze dopanti nei night di Misano Adriatico e nelle palestre riminesi.
Mafia “Made in Romagna”. Il dato maggiormente preoccupante è che tra i altri soggetti coinvolti vi sono anche professionisti autoctoni: un avvocato del foro riminese, noti imprenditori sammarinesi e marchigiani, un pubblico ufficiale, un titolare di locali notturni della Riviera e un direttore di società di investigazione, sempre di San Marino.
Che la situazione fosse tragica era già difficile negarlo dopo le operazioni “Vulcano” e “Staffa” degli ultimi mesi, ma ora è nostro dovere tacciare di malafede coloro che, dentro e fuori le istituzioni, vorranno tentare anche un po’ maldestramente di sottovalutare il problema delle infiltrazioni mafiose sul nostro territorio.
L’isola che non c’è…Non si può più definire la nostra Riviera come “isola felice” o, al massimo, etichettarla come un “semplice” luogo di riciclaggio di denaro sporco: la criminalità organizzata a Rimini si è radicata nel -tessuto sociale, dopo ormai trent’anni di presenza nel territorio. Non è più tempo di lanciare appelli e dichiarazioni di principio, ora da parte delle amministrazioni locali vogliamo un serio impegno nella costituzione di un Osservatorio Provinciale Antimafia, in grado di poter agire fattivamente sul territorio, incrociando i dati a disposizione delle associazioni di categoria, dei Comuni e degli organi di sicurezza. Qualcuno potrà chiedersi a cosa possa servire un tale Osservatorio. Ecco un esempio: Ardian Kazazi, arrestato nella operazione “Criminal Minds”, gestiva il “Disco Club Balcanina” di Misano Adriatico. Al GAP risulta, però, che lo stesso Kazazi sia stato sottoposto anche al 41 bis (articolo del 21 luglio 2004) e gli siano stati confiscati un appartamento e un box a Cattolica (per la precisione in Via Saludeciese 4/B). A Cesar Kazazi, invece, è stata confiscata la “Futur Games” che gestiva “The Monster Pub”, attività cessata nel 2001 e venduta nel 2004. Perché queste persone sono libere di aprire e chiudere imprese a piacimento senza un minimo di controllo? Se si fossero potuti incrociare i dati di chi detiene o vuole aprire un’impresa, con i nominativi che risultano dai resoconti della Direzione Investigativa Antimafia, ciò non sarebbe accaduto. O meglio: Kazazi, se ha scontato la pena, è libero di aprire qualsiasi impresa, ma di sicuro tutti i clienti avrebbero saputo a chi sarebbero andati i profitti dei loro ingressi. Al riguardo, si attendono eventuali smentite.
…e la giustizia c’è. Il nostro plauso sincero, con la nostra rinnovata stima, va oggi alla Magistratura riminese, alle forze dell’ordine e in particolare al nucleo provinciale della Guardia di Finanza, in grado di portare a termine in maniera eccellente questa serie di indagini di così ampio respiro.

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