Il punto sui lavori del ‘Raggio verde’ ed in particolare sullo stato del ponte in muratura sul torrente Ausa

Il punto sui lavori del ‘Raggio verde’ ed in particolare sullo stato del ponte in muratura sul torrente Ausa

Rispondendo all’interrogazione del consigliere Fabio Pazzaglia ieri sera in Consiglio comunale, l’assessore ai Lavori Pubblici Paola Taddei ha colto l’occasione per fare il punto sui lavori del ‘Raggio verde’ ed in particolare sullo stato del ponte in muratura sul torrente Ausa rinvenuto durante le operazioni di scavo su via della Fiera, in prossimità dell’incrocio con via del Centino.

‘Per proteggere la città dalle frequenti inondazioni, negli anni ’50 venne messa a punto la costruzione del ‘deviatore Ausa’ a monte del centro urbano, la tombinatura del torrente stesso fino al mare e conseguentemente l’interramento di tutti i ponti che lo attraversavano.

Durante le operazioni di scavo necessarie per la realizzazione della viabilità temporanea e di cantiere è stato rinvenuto il ponte in muratura costruito sul torrente Ausa in corrispondenza di parte della carreggiata di Via della Fiera, in prossimità dell’incrocio con via del Centino.

Dunque, ‘non siamo di fronte, come dice lei, ad un’infrastruttura ancora totalmente integra’ e ancor meno a un ‘ponte ultracentenario’.

Dalla documentazione in nostro possesso e da memoria storica la costruzione del ponte risale al 1920.

Infatti, dalla analisi e dal confronto delle tavolette in scala 1:25.000 riguardanti il processo di urbanizzazione del territorio comunale nelle date 1894 e 1911 è evidente che il ponte sul torrente Ausa non era ancora stato costruito. L’esistenza del manufatto, invece, si rintraccia nella pianta della città redatta dall’Ufficio Tecnico Comunale nel 1927. E’ evidente, quindi, che non si tratta di ‘un ponte ultracentenario’.

Accanto a questo, vorrei aggiungere il secondo assunto: attualmente il manufatto che è stato rinvenuto si presenta in pessime condizioni di conservazione in quanto nel corso degli anni si sono susseguiti una serie di interventi che hanno in parte demolito l’estradosso del ponte per l’alloggiamento di linee di sottoservizi (telecom, gas, acquedotto e linea telefonica militare). Il tutto è naturalmente documentato dalla relazione fotografica allegata e dalla tavola di rilievo dove sono stati indicati i tracciati delle linee di cui sopra.

Inoltre la larghezza del ponte ritrovato è molto ridotta rispetto all’attuale larghezza di via della Fiera perché quando fu costruito esso era in continuità con la sede stradale di allora. In seguito all’interramento del canale e del ponte stesso e all’urbanizzazione delle aree circostanti, via della Fiera è stata allargata e dotata di marciapiedi anche in corrispondenza del ponte interrato.

In questo quadro, e vista la perizia statica effettuata, il manufatto ritrovato risulta staticamente non idoneo presentando segni di cedimento nell’intradosso della volta.

Sulla base di queste considerazioni, risulta quindi assolutamente chiaro che il ponte ritrovato non potrebbe mai tornare oggi alla funzione che aveva un tempo.

Basti per questo pensare alle caratteristiche del nuovo ponte che sarà costruito su via della Fiera previsto dal progetto ‘Raggio Verde’: un ponte con una unica luce di 25 metri, sostenuto da una struttura in cemento armato appoggiata su 40 pali del diametro di 1 metro e lunghi 30 metri ciascuno. Un ponte largo 14 metri che oltre alla carreggiata stradale con una corsia per ogni senso di marcia sarà dotato di 2 marciapiedi laterali atti a garantire il passaggio ciclopedonale. Inoltre il progetto renderà accessibile anche ai diversamente abili il parco già esistente.

In definitiva, il rinvenimento resta un fatto importante per la storia e la memoria della città che l’Amministrazione vuole mantenere, magari attraverso pannelli informativi/descrittivi da collocare lungo i percorsi pedonali della nuova opera che si sta realizzando.

A conclusione, vorrei ricordarle come con la realizzazione del progetto il ‘Raggio verde’ riusciremo a riqualificare il parco Ausa a ridosso del nuovo Palacongressi e Auditorium e offrire alla città di Rimini l’opportunità di ridisegnare e rivitalizzare un’area verde nel centro città, formando un vero grande parco paesaggistico, riconsegnando così al pieno utilizzo della città la continuità di una vasta area pubblica.

Un raggio che collega il centro affari di Rimini con il suo centro ricreativo e naturale rappresentato dal mare: un raggio capace di creare un nuovo spazio urbano, un catalizzatore con il fine principale di esportare cultura dal centro verso il mare e importare natura nel cuore della città.’

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