Il “re del vino”: appello a San Marino, nuovi sequestri in Italia

Il “re del vino”: appello a San Marino, nuovi sequestri in Italia

Nuovi guai per il “Re del vino”. Mentre sul Titano affronta il processo di appello in Italia scattano nuovi sequestri milionari

Mentre proprio l’altro ieri sul Titano si discuteva l’appello davanti al giudice David Brunelli per la vicenda del riciclaggio del Re del Vino – indagine condotta a San Marino dal Commissario della legge Alberto Buriani e sentenza di primo grado del giudice Roberto Battaglino – che vede sotto sequestro sul Titano circa 6 milioni di euro, oltre confine venivano disposte altre confische per l’imprenditore ravennate Vincenzo Secondo Melandri, recentemente condannato in Italia a 9 anni e mezzo di reclusione per associazione a delinquere, riciclaggio e autoriciclaggio nell’ambito della inchiesta “Malavigna”, mentre sul Titano la pena in primo grado era stata di 4 anni e mezzo, ma l’altro ieri i difensori, Maria Selva e Antonio Vincenzi, in appello hanno chiesto di riformare in assoluzione.

Il denaro sul Titano è una parte di quei cinquanta milioni di euro per i quali la Dia di Bologna, insieme ai colleghi di Firenze e Brescia, ha eseguito il sequestro in Emilia Romagna e Lombardia emesso dal Tribunale di Bologna su proposta del procuratore di Ravenna Alessandro Mancini e del pm Lucrezia Ciriello. L’attività ha interessato 74 immobili, tra fabbricati e terreni situati in Emilia Romagna e Lombardia, numerose partecipazioni societarie e compendi aziendali, 9 autoveicoli (tra cui 5 d’epoca), nonché 20 rapporti bancari, di cui uno presso un istituto bancario di San Marino.

Sul Titano il denaro, che era finito in una polizza assicurativa, è sotto sequestro dalle battute iniziali dell’indagine. Era stata disposta la confisca in primo grado e si vedrà se verrà confermata in appello. Melandri nel 2012 era stato già coinvolto nell’operazione ‘Baccus’, coordinata dalla Dda di Bari, riguardante la criminalità organizzata cerignolana, all’esito della quale la locale Corte di Appello lo aveva condannato a 4 anni di reclusione, per reati associativi finalizzati alla truffa aggravata e ai reati fiscali.

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