Il Segretario Pedini Amati sbotta contro Rete: “Provocazioni gli sconfinamenti nel settore dell’industria o del turismo. Non è buona politica cercare di migliorare la propria posizione a discapito degli alleati”

Il Segretario Pedini Amati sbotta contro Rete: “Provocazioni gli sconfinamenti nel settore dell’industria o del turismo. Non è buona politica cercare di migliorare la propria posizione a discapito degli alleati”

Dopo Domani Motus Liberile iniziative e i comunicati stampa di Rete Desk fanno infuriare anche il Segretario al Turismo Federico Pedini Amati che sbotta contro gli alleati per quelli che definisce “provocazioni” ideate dalla forza politica di Zeppa, Tonnini e Ciavatta per “sopravvivere a sé stessa”.

“C’è un partito di Governo – scrive in una dura nota alla stampa il responsabile politico sammarinese del Turismo – che continua ad attaccare il Governo, che continua a creare tavoli di confronto senza tener conto della maggioranza e di tutte le commissioni e di tutti gli organismi di cui fa parte, senza tener conto del programma di Governo, del rispetto dei ruoli e soprattutto senza tener conto di avere due illustri esponenti all’interno Congresso di Stato.

Quindi il primo affondo: “Rete, dal suo ingresso a Palazzo Pubblico, ha senza dubbio avviato un percorso di maturazione istituzionale che ne ha cancellato l’identità originaria di soggetto anti-politico, i suoi vertici hanno evidentemente compreso come le contestazioni brutali non siano efficaci e non siano una buona cura per la politica per quanto questa necessiti di migliorare sempre la propria attività.
Allo stesso modo è evidente come una parte consistente dell’elettorato di Rete fatichi a comprendere ed accettare un’evoluzione del movimento e come provino quindi, i dirigenti, a sostituire l’elettorato perso con un elettorato di altro tipo, nuovo, diverso.

All’idealismo tout-court – è l’analisi di Pedini Amati – si cerca oggi di sostituire un idealismo più addomesticato da ricercare fra i partecipanti dei nuovi Rete-desk. Centri di pensiero nati per costruire, insieme a consulenti esterni, una nuova immagine di Rete sostituendo quella che oggi imbarazza i suoi storici esponenti. Strumenti per un’azione da “professionisti” che rende le dissertazioni di Rete Desk accademiche ed astratte al tempo stesso, idee che non nascono con una connotazione politica e che non nascono con l’obiettivo di essere applicate alla realtà”.

Ed ecco il secondo affondo: “L’esigenza che Rete ha di sopravvivere a sé stessa è comprensibile ma ad ogni modo bisogna ricordare a Rete che esiste un “desk” dell’intera maggioranza: il programma di governo. E che esiste un tavolo di confronto che ha potere esecutivo e del quale Rete fa parte: il Congresso di Stato.
Bisognerà anche ricordare a Rete che non è buona politica cercare di migliorare la propria posizione a discapito degli alleati. Come interpretare, se non come provocazioni, gli sconfinamenti nel settore dell’industria o del turismo?”

Ed ecco il colpo finale: “Perché non avviare un Desk sulla sanità, sulla previdenza o sulla pubblica amministrazione? Perché non impegnare le proprie forze e dedicare i propri sforzi a quei settori che non solo sono di competenza dei loro politici ma che attendono con urgenza importanti riforme?”.

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