Il TAR respinge la domanda cautelare della Karnak: l’azienda ricorrerà al Consiglio di Stato

Il TAR respinge la domanda cautelare della Karnak: l’azienda ricorrerà al Consiglio di Stato

Il TAR respinge la domanda cautelare della Karnak: l’azienda ricorrerà al Consiglio di Stato
L’azienda: “Le motivazioni del pronunciamento sono inconsistenti. Continueremo a fare il nostro lavoro con serenità e confidiamo nel prossimo grado di giudizio”.
San Marino, 23 giugno 2011 – La Karnak Spa, azienda leader nelle forniture per ufficio, è vittima dell’ennesima ingiustizia e annuncia il ricorso al Consiglio di Stato. A seguito del rigetto dell’istanza di autorizzazione alla partecipazione in gare pubbliche, notificata alla Karnak dal Ministero delle Finanze in data 1° giugno 2011 con il decreto n.7/2011, la Karnak ha presentato ricorso al TAR, richiedendo con forza una rapida decisione sulle sospensiva. Oggi però il TAR ha rifiutato di accogliere la domanda cautelare.
“Quello che ci sconvolge – ha commentato la dirigenza Karnak – è che le motivazioni di questo pronunciamento sono inconsistenti. E’ stato presentato infatti un ricorso di ben 33 pagine per chiedere l’annullamento di quanto deciso dal MEF, contrastando e ribattendo punto per punto tutte le infondate motivazioni che hanno escluso Karnak dalle gare di appalto pubbliche in Italia”.
Queste 33 pagine non sono, a quanto pare, neanche state lette, perché il pronunciamento del TAR sembra aver acriticamente ripreso le motivazioni del MEF. Ancora una volta l’azienda precisa la netta differenza sia giuridica che economica tra Karnak Spa e Karnak Italia, nonché la trasparenza nelle linee direttive e manageriali delle aziende del gruppo.
Inoltre, l’intervento nel procedimento della Errebian Spa, concorrente diretto della Karnak, è stato irrituale e viziato da gravi irregolarità procedurali. L’azienda pontina ha potuto mettere agli atti un documento il giorno prima dell’udienza, senza notificare il fatto all’azienda sammarinese. Comportamento che va contro i principi del contraddittorio e del diritto di difesa.
Il presidente del gruppo BIHolding, Marco Bianchini, ha specificato che: “La Errebian ha tutto l’interesse a che la Karnak rimanga fuori dalle gare d’appalto pubbliche, perché è arrivata seconda negli ultimi tre maggiori appalti statali vinti dalla nostra azienda. Un pronunciamento negativo, quindi, gli farebbe aggiudicare gli appalti, nonostante prezzi più alti e dunque meno vantaggiosi per l’amministrazione italiana, che spenderebbe per queste tre commesse almeno un milione di euro in più”.  
Infine una menzione particolare, sempre scorrendo le motivazioni del rifiuto della sospensiva, va al comunicato stampa rilasciato dall’azienda in data 11 giugno 2011, dove la stessa riportava che le gare d’appalto pubbliche rappresentano “solo” il 20% del giro d’affari. Questo è, secondo il TAR, un “pregiudizio non grave” per Karnak, mentre è chiaro che questo specifico settore di business, seppur percentualmente marginale, rappresenti un’area in forte espansione e una fonte d’impiego e remunerazione per un’azienda strategica per San Marino e le provincie di Rimini e Pesaro e Urbino.
“La mancata autorizzazione del MEF e un così forte interessamento da parte di uno dei nostri principali concorrenti, ci fa credere che esista un preciso disegno volto a escludere l’azienda dalle commesse pubbliche, cercando di minare la stabilità del gruppo, peraltro senza alcun successo – conclude la dirigenza Karnak – Siamo convinti delle nostre ragioni e restiamo fiduciosi che il Consiglio di Stato saprà riconoscerle senza farsi influenzare da forze esterne”.
 

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