IlSole24Ore. Faro sul tesoretto della banda del 5%

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Faro sul tesoretto della banda del 5%

L’altra inchiesta. Gli inquirenti al lavoro per capire se i fondi facciano capo solo agli ex manager Mps o ci sia un sistema più ampio

 Non solo Antonveneta. I procuratori di Siena proseguono le indagini anche su un altro dossier, che vede per protagonista la cosiddetta “banda del 5%”. Il secondo fascicolo si concentra quindi sui manager infedeli che, secondo le ricostruzioni, avrebbero usato per oltre dieci anni le operazioni finanziarie e i prodotti derivati sottoscritti nel tempo da Mps per fare la “cresta”, da nascondere in conti correnti di paradisi fiscali. Per ora sono stati sequestrati in tutto 80 milioni, tra ufficiali e non. E intorno a questa grande mole di denaro, ritrovata perlopiù in Svizzera, a San Marino, nel Lussemburgo e in paesi extra europei (tra cui la repubblica di Vanuatu), gli inquirenti si stanno ponendo ora nuovi interrogativi. A chi appartenevano realmente i soldi? Erano tutti quanti riconducibili ai soli manager che hanno organizzato le operazioni con complesse triangolazioni? O invece potrebbero indirettamente essere collegati ad altre persone, magari più importanti?

La questione che ha insospettito Procura e nucleo valutario della Gdf è il fatto che tutti questi milioni erano fermi, seppur in luoghi protetti, e non investiti o celati in qualche modo. Cosa piuttosto insolita per esperti di finanza che generalmente, per rendere impossibile la ricostruzione di provenienze e proprietà, muovono vorticosamente il denaro, investendolo o “coprendolo” in varie società. Il sospetto è dunque che la “banda del 5%” costituisca solo la punta di un iceberg ben più strutturato e ramificato.

Gli inquirenti dunque proseguiranno nella ricostruzione nei prossimi mesi, dopo aver messo un primo punto su Antonveneta. Gli indagati per ora sono 6, di cui tre interni alla bancae tre brokeresterni. Quello che viene considerato il responsabile dell’organizzazione è Gianluca Baldassarri, ex capo dell’area finanziaria di Mps, in custodia cautelare per pericolo di fuga e inquinamento prove, relativamente al reato di concorso in ostacolo alla vigilanza (per quanto riguarda il derivato Alexandria sottoscritto con banca Nomura). Baldassarri quindi non si trova in carcere in questo momento per questioni legate direttamente ai profitti illeciti, ma a lui sarebbe anche contestata l’appropriazione indebita. Per lui è previsto il rito immediato il 26 settembre, insieme all’ex presidente di Mps Giuseppe Mussari e all’ex dg Antonio Vigni. All’interno della banda ci sarebbe, per i pm, anche il suo vice Alessandro Toccafondi. A carico di Baldassarri è stato aperto un fascicolo per riciclaggio anche dalle autorità giudiziarie del Canton Ticino. Nei prossimi mesi, per gli inquirenti, sarà soprattutto interessante capire chi stava davvero dietro alla “banda del 5%”.

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