IlSole24Ore
Una centrale rischi anche per le banche di San Marino
Rossella Bocciarelli
TOKYO – «È stato un incontro molto proficuo. A noi della Banca centrale, il Fondo monetario ha chiesto una maggiore apertura verso l’esterno e un maggiore scambio di informazioni con piccoli stati che hanno sistemi e problemi analoghi ai nostri, come il Lietchtenstein, Malta o Lussemburgo».
Il governatore della Banca centrale di San Marino, Renato Clarizia, subito dopo l’assemblea plenaria Fmi ha incontrato qui a Tokio il vicedirettore del dipartimento Europa del Fmi, Aasim Usain e il direttore del Monetary and Capital Department, Cristopher Towe, insieme a una delegazione del Governo del Titano guidata da Pasquale Valentini, segretario di Stato per le finanze e il bilancio. «Quel che sta a cuore al Fondo è la stabilità dei sistemi – osserva Valentini- vogliono vedere quanto gli Stati siano consapevoli delle loro criticità».
A San Marino, che con i suoi 32 mila abitanti nel 2012 avrà un Pil pari a 1,4 miliardi, il Fondo ha raccomandato di tener d’occhio la crescita dello stock del debito: oggi è al 18% del Pil ma per effetto del crescente gap che si sta creando tra la dinamica delle entrate (in flessione del 30%) e quella spese (ridotte soltanto del 17%) questo stock potrebbe arrivare nel 2017 al 30% e portarsi in una zona pericolosa.
Per questo, il suggerimento degli esperti di Washington è di mettere in cantiere una modifica del sistema d’imposizione che potrebbe implicare anche per il minuscolo Paese tornato solo a ottobre 2011 alla white list stilata dall’Ocse in tema di trasparenza fiscale, l’introduzione di un’imposta indiretta come l’Iva.
Se sul fronte della politica di bilancio si sta rivelando particolarmente attiva la funzione di monitoraggio Fmi, (mentre a breve dovrebbe approdare alla verifica parlamentare il nuovo protocollo sottoscritto con il governo italiano sulla doppia imposizione), sul versante dei controlli di stabilità c’è una fattiva collaborazione con Banca d’Italia.
Clarizia è stato infatti ricevuto ai primi di settembre a via Nazionale proprio per concordare le modalità con le quali impiantare una centrale-rischi adatta a garantire un sistema composto da 10 banche operative, in modo da metterle in condizione di poter valutare per ciascun cliente l’esposizione complessiva, tanto verso le aziende di credito di San Marino quanto quella verso le banche italiane. E stringere la rete dei controlli.