Italia e Svizzera tratterebbero per accordo fiscale. Corriere della Sera, Giovanna Boursier

Italia e Svizzera tratterebbero per accordo fiscale. Corriere della Sera, Giovanna Boursier

Corriere della Sera

Accordo fiscale, si tratta. Ma la Svizzera non rinuncia al segreto bancario

Giovanna Boursier

Qualche giorno fa, il governo Monti ha annunciato che non firmerà l’accordo
fiscale proposto dal governo svizzero, già firmato invece da Germania e Gran
Bretagna, che prevede una doppia tassazione sui capitali esportati.
Praticamente, a partire dal 2013 le banche elvetiche gireranno ai paesi
firmatari sia una tassa sulla rendita dei capitali (che in qualche modo già
versano con l’Euroritenuta del 35% sugli interessi dei conti) sia una “una
tantum” sull’intero deposito che serve a sanare il passato di evasione fiscale
che i conti cifrati si portano dietro. La Germania, per questo, ha fissato
un’aliquota dal 19 al 34% e basta fare due calcoli per capire che se venisse
applicata ai circa 200 miliardi italiani stimati in Svizzera, potrebbe voler
dire almeno 20 miliardi di gettito per il nostro paese, garantiti da chi in
cambio chiede di uscire dalle black list bancarie internazionali, ma soprattutto
vuole tenersi i capitali e mantenerli anonimi.

Questione non
da poco, che aveva già bloccato le trattative col governo Berlusconi (anche se
l’ex ministro Tremonti aveva varato lo scudo 2009 con appena il 5% di aliquota)
e che sembra riproporsi adesso. Mentre, oltretutto, i giornali scrivono che da
una parte l’Europa minaccia sanzioni a Berlino e Londra perché gli accordi
sull’imposta liberatoria non rientrerebbero negli standard Ocse in materia di
trasparenza e informazione fiscale, e dall’altra annuncia di voler ampliare la
direttiva sulla fiscalità del risparmio per arrivare nel 2017 allo scambio
automatico di informazioni tra autorità fiscali, a cui dovrebbe aderire anche la
Svizzera che per ora ha firmato con 36 paesi ma non con l’Italia, accordi basati
sugli standard Ocse in cui lo scambio di informazioni avviene solo su richiesta.
In questa intervista l’ambasciatore Svizzero dice: “Le trattative per accordi
fiscali col governo italiano non sono affatto interrotte, non è necessario
parlare di accordi uguali a quelli tedesco e inglese, l’Italia dovrebbe aderire
anche allo scambio di informazioni su richiesta e comunque il governo Svizzero
non intende rinunciare al segreto bancario né adesso né nel 2017”.
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