Ivan Cimmarusti di IlSole24Ore: Finanziamenti pubblici: gli interessi della cricca per l’albergo all’Aquila

Ivan Cimmarusti di IlSole24Ore: Finanziamenti pubblici: gli interessi della cricca per l’albergo all’Aquila

IlSole24Ore

Pressioni sull’allora governatore Chiodi

Finanziamenti pubblici: gli interessi della cricca per l’albergo all’Aquila

Accesso agli atti.  Nominata la Commissione d’indagine: ne fanno parte Marilisa Magno (prefetto), Enza Caporale (viceprefetto) e Massimiliano Bardani (Mef)

 Ivan Cimmarusti

un unico filo che legava il boss di Mafia Capitale, Massimo Carminati, a Filippo De Angelis, coinvolto nell’inchiesta Enav, e ai finanziamenti per l’imprenditoria della Regione Abruzzo. Un contatto teso a muovere sospette pressioni sull’allora governatore Giovanni Chiodi, per dirottare quei fondi sull’Hotel Federico II dell’Aquila. Una struttura alberghiera su cui ci sarebbero stati gli interessi di Fabrizio Testa, il referente del clan per i rapporti con la politica.

Gli atti d’indagine della Procura di Roma continuano a svelare retroscena del potere di “penetrazione” dell’organizzazione criminale capeggiata da Carminati. È De Angelis il vero perno attorno a cui si muovono le ipotizzate pressioni sull’allora governatore Chiodi, il quale, preme specificare, non risulta essere coinvolto nell’inchiesta. Tuttavia, dagli atti risulta aver inviato un sms di rassicurazioni affermando che «appena arrivano i fondi inizieremo con i pagamenti». Un messaggio successivo al piano della “cricca”, pronta a «rompere i coglioni», come emerge dalle intercettazioni, per raggiungere l’obiettivo.
Ma andiamo per gradi, partendo dai rapporti De Angelis-Carminati. I due hanno un punto di contatto indiretto: la Fidens Project Finance Sa, società segnalata dall’Uif di Bankitalia per alcune operazioni sospette su San Marino.
Stando agli atti dell’inchiesta Mafia Capitale, coordinata dal procuratore capo Giuseppe Pignatone e dall’aggiunto Michele Prestipino, «la società risultava formalmente intestataria, in virtù di un contratto fiduciario, del conto corrente acceso presso la S.m International Bank di San Marino (estinto), il cui beneficiario economico e titolare effettivo era proprio Fabrizio Testa».
Inoltre, la stessa società aveva accesso a ulteriori «posizioni bancarie, con mandato fiduciario, presso la Banca commerciale sanmarinese per conto di altri soggetti»: Bruno Nieddu, ex presidente di Enav, Tommaso Di Lernia, imprenditore, e Raffaele Rizzo, tutti coinvolti nell’inchiesta sugli appalti dell’Ente nazionale assistenza di volo. De Angelis, dunque, è l’uomo giusto per gestire parte degli interessi finanziari riconducibili al clan. Un caso è quello relativo ai finanziamenti regionali abruzzesi, che si preoccupa di far avere all’Hotel Federico II dell’Aquila, anche grazie all’aiuto del commercialista Luigi Paolo Proteo. Ma perché questo interessamento? Stando agli investigatori, l’hotel avrebbe un collegamento, anche se indiretto, con lo stesso boss.
La società che gestisce l’albergo, infatti, ha sede legale in via Taranto a Roma, lo stesso indirizzo dove hanno sede le società rappresentate da De Angelis: Aia invest srl, L.w. srl e Teknoraf Invest srl. Inoltre, quote societarie dell’albergo sono della Immobile Business srl, il cui rappresentante legale e socio unico è Proteo.
Difatti è lo stesso Testa, uomo legato al boss, a chiedere informazioni sulla questione finanziamenti: «Notizie invece all’Aquila?»; «Sempre uguale», risponde De Angelis. La “cricca” attende dei pagamenti legati ai fondi ministeriali per l’imprenditoria che sarebbero dovuti essere dirottati sulla struttura alberghiera.
I contatti ci sarebbero stati direttamente con l’allora governatore Chiodi. Lo dice lo stesso direttore del Federico II, Lorenzo Di Nardo, il quale a febbraio 2013 inoltra a De Angelis un sms che, a sua volta, avrebbe ricevuto da Chiodi: «Abbiamo chiesto quanto necessario a saldare tutto il pregresso. Appena arrivano i fondi inizieremo con i pagamenti.
Spero che tutta l’attività finisca entro il mese di febbraio. Gianni Chiodi». Lo stesso sms, inoltre, sarebbe stato inoltrato da De Angelis a Testa, con «il seguente commento: “Traduco. Iniziano a pagare appena ricevono il giro e finiscono tutti i pagamenti (1,5 mln) entro febbraio”».
Intanto il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, ha nominato la commissione d’indagine incaricata dell’attività di accesso agli atti e accertamento al Comune di Roma. Si tratta di un pool di esperti: il prefetto Marilisa Magno, il viceprefetto Enza Caporale e Massimiliano Bardani, dirigente del ministero dell’Economia. Entro tre mesi dalla data di accesso, rinnovabili una sola volta per ulteriori tre mesi, la commissione d’indagine dovrà portare a termine gli accertamenti e presentare al prefetto le proprie conclusioni.

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