Le associazioni di categoria alle opposizioni: salviamo il Paese

Le associazioni di categoria alle opposizioni: salviamo il Paese

Salvate questo Paese. E’ il grido sempre più accorato che viene dalle associazioni categorie che hanno accolto l’invito dei partiti di opposizione. Nella fattispecie: Democrazia Cristiana, Europolari, NPS, AN, Popolari, NS e SxL riuniti stamani nella sede della DC. Obiettivo, verificare se le preoccupazione in merito ai problemi di esterovestizione, forfetone, e quelli recentissimi sollevati dalla vicenda Asset Banca, corrispondessero alla situazione reale vissuta dal sistema economico locale.
I rappresentanti di Anis, Osla, Usot, Unas, Usc, CdO, hanno espresso unanimemente un’analisi dolorosa e molto preoccupata di quanto sta avvenendo. “Proveniamo da troppi anni in cui abbiamo sempre ballato, senza mettere niente nel granaio” ha detto il rappresentante Anis. L’accusa principale è rivolta alla politica, che ha reso il Paese ingovernabile. La Pubblica Amministrazione è a livelli bizantini, manca un vero spirito di riforma, e mancano i dati per organizzare qualsiasi tipo di analisi e di progetto. Gli attuali problemi con l’Italia sono semplicemente la somma di tutti i problemi che San Marino ha al suo interno. Insomma, la gente non è più disponibile a credere né alle promesse, né ai funzionari diventati tali in forza delle tessere.

Dietro alla disanima, i consigli e le proposte. Lo Stato spende la quasi totalità delle sue risorse nella spesa corrente e attinge molte di esse dal sistema bancario. Ora, questo canale può rimanere attivo solo se si rispetta l’Accordo Ecofin. Se per qualche triste evento dovesse cadere il segreto bancario, i nostri istituti bancari “si sgonfierebbero”, con gravi ripercussioni per il gettito e per l’occupazione.
Contestualmente, la lunga vessazione della Guardie di Finanza contro le imprese sammarinesi potrà essere contrastata innanzi tutto firmando l’Accordo contro la doppia imposizione fiscale e provvedendo a stendere un Accordo di Cooperazione che sappia dimostrare che San Marino è un’opportunità anche per l’Italia, non una turbativa.

E in ogni caso, non deve essere firmato nella situazione attuale, perché diventerebbe un’ulteriore penalizzazione. Occorre far decantare la conflittualità, prima di procedere ad una trattativa paritaria.

“Siamo a un crocevia – è stato il parere di tutti – occorrono governi forti e uomini politici che sappiano guardare al Paese come priorità assoluta. I problemi più gravi sono all’interno, non all’esterno, e occorre una salto di qualità capace di superare l’attuale sistema clientelare”.

Raccogliendo il forte stimolo venuto da questo ventaglio così rappresentativo del mondo lavorativo e imprenditoriale, i rappresentanti dell’opposizione hanno assicurato il loro impegno innanzi tutto nel correggere la totale mancanza di iniziativa da parte della politica al fine si superare un immobilismo che certamente non aiuta neppure nel rapporto con l’Italia. Di pari passo, hanno accolto l’invito ad allargare ai tecnici e ai cittadini la conoscenza di tutto quello che si intende fare, affinché ogni decisione abbia la collaborazione e il sostegno di tutti.

San Marino 25 gennaio 2008

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