Lettera aperta di un lavoratore sul rinnovo contratto industria

Lettera aperta di un lavoratore sul rinnovo contratto industria

LETTERA APERTA DI UN LAVORATORE SUL CONTRATTO INDUSTRIA
Con questa lettera intendo portare all’attenzione dell’opinione pubblica quanto accaduto alla Robopac in occasione della votazione del referendum indetto per l’approvazione del contratto industria firmato da Anis e Csu.
Chi scrive ha scelto da tempo di non versare lo 0,40% della propria busta paga destinato alle organizzazioni sindacali, come concesso dalla normativa sammarinese. Tuttavia questo non dovrebbe privarmi del diritto di esprimere il mio giudizio e, soprattutto, il mio voto circa il rinnovo del contratto del settore in cui lavoro, dato che l’eventuale entrata in vigore riguarderà TUTTI i lavoratori ed introdurrà anche numerosi cambiamenti. Purtroppo così non è stato. I miei diritti di lavoratore sono stati ignorati, anzi calpestati, e non mi è stato possibile partecipare alle votazioni del referendum in questione giustificando tale sopruso con il mancato versamento dello 0,40%. Un’ingiustizia che si è ripercossa anche su altri sei colleghi e che si è già verificata in altre realtà produttive della Repubblica, sempre adducendo la stessa inconsistente motivazione.
Per dovere di cronaca, il contratto industria in Robopac è stato bocciato, con 63 voti contrari e 27 voti favorevoli. Ma quello che vorrei sottolineare, al di là del risultato, è il metodo distorto ed antidemocratico che viene attuato dai promotori del referendum. E’ assurdo pensare che chi decide di non versare la quota destinata alle organizzazioni sindacali, venga totalmente estromesso da decisioni fondamentali, indistintamente dalle tessere e dai colori di appartenenza.
Mi sembra doveroso denunciare quanto è accaduto e sta accadendo all’interno delle aziende della Repubblica: non si può lasciare che una così grave violazione di un diritto elementare e basilare, quale quello di voto, passi inosservato. A maggior ragione se si tratta di un tema così importante, il rinnovo del contratto appunto, che avrà ripercussioni sulla pelle di TUTTI i lavoratori.
 
                                                                                             Giorgio Carattoni
 

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