Lettera di Lonfernini al ministro Salvini

Lettera di Lonfernini al ministro Salvini

Onorevole Ministro,

mi presento: Teodoro Lonfernini, membro del Consiglio Grande e Generale (Parlamento) della Repubblica di San Marino.

Servo il mio Paese da diversi anni come Parlamentare e nella legislatura 2012/2016 ho avuto anche responsabilità di Governo.

Da sempre ho ritenuto necessario servire la mia Comunità in maniera completamente disinteressata, militando sin da giovane nel Partito Democratico Cristiano Sammarinese e ricoprendo al suo interno diversi ruoli dirigenziali (Presidente).

La Repubblica di San Marino sta attraversando un momento alquanto difficile sia sotto l’aspetto economico/finanziario che sociale.

La crisi, in particolare, ha avuto inizio nel 2008 a seguito di vicende interne ed internazionali.

Interne in quanto il Paese era considerato poco affidabile e quindi fu relegato tra i Paesi “canaglia”; è bene precisare che ciò che accadeva nel sistema sammarinese non era certamente diverso da altri Paesi che sono all’interno dell’Unione Europea.

Internazionale in quanto la crisi a livello globale si è sovrapposta a quella interna ed a soffrirne purtroppo in maggior modo, sono state le imprese manifatturiere e quelle bancarie.

Sollecitato dall’esterno, il Paese ha posto in essere numerose leggi di carattere istituzionale ed in particolare ha approvato una serie di normative che riguardano l’antiriciclaggio e la corruzione, diventando, stando al parere degli esperti (Organismi Internazionali compreso il Fondo Monetario Internazionale), il Paese meglio attrezzato per combattere sia il riciclaggio sia le organizzazioni malavitose.

Dalla metà degli anni ’80 del precedente secolo in poi San Marino è stato la fonte di accrescimento dell’economia di numerosi Comuni Italiani vicini, in particolar modo quelli all’interno della Provincia di Rimini (Riviera Romagnola) e del Montefeltro.

Infatti migliaia di cittadini italiani residenti nei comuni vicini hanno trovato lavoro nel nostro sistema e quindi hanno avuto la possibilità di restare residenti nei loro luoghi e terre di origine.

Nonostante la crisi, che ha colpito in maniera drammatica il settore bancario, oggi trovano ancora lavoro sei mila frontalieri e si sono inseriti nel tessuto residenziale sammarinese circa 13.000 cittadini italiani.

Tengo presente che, attualmente, la popolazione residente (cittadini sammarinesi e cittadini italiani residenti) si attesta a circa 36.000 persone, altri 15.000 cittadini sammarinesi si trovano in tanti altri Paesi compresa l’Italia, portando il loro contributo.

Fatte queste doverose premesse, vengo ora a comunicarLe, Onorevole Ministro, che da troppo tempo la vecchia Amicizia tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di San Marino, prevista dalla Convenzione sottoscritta nel lontano 1939 si è alquanto appannata.

Non le nascondo che nei tempi passati, la Repubblica Italiana concedeva maggiore ascolto alle istanze Sammarinesi proprio in virtù della Convenzione sopra citata che recita : Art.1 – “Le relazioni fra il regno d’Italia e la Repubblica di San Marino saranno ispirate a sentimenti di mutua amicizia e di buon vicinato”.

E’ vero i tempi cambiano, cambiano le condizioni, cambiano gli uomini e le donne che hanno responsabilità politiche ed istituzionali ma, ritengo che varie Istituzioni Italiane avrebbero potuto avere maggiore ascolto alle istanze che provenivano da San Marino, e per Istituzioni mi riferisco alla Banca d’Italia per i rapporti bancari/finanziari, al Ministero delle Finanze per valutare meglio alcune questioni economiche, al Ministero del Lavoro o quello Previdenziale per chiudere una volta per tutte l’annosa vicenda che riguarda il mondo del lavoro frontaliero.  

Ricordo quanto ebbe a riferire il Prof. Tremonti, allora Ministro delle Finanze, sul sistema bancario sammarinese nel corso di un incontro avvenuto a Montecitorio su invito dell’allora On.le Margherita Boniver; incontro che non avvenne in modi particolarmente cortesi nei miei confronti e del mio Paese. Il Professor Tremonti disse che i rapporti con San Marino sarebbero tornati “nella normalità” qualora fossero state dismesse alcune banche e finanziarie, a suo avviso presenti in numero troppo elevato considerato il tessuto sociale e di sistema-paese sammarinese, e qualora si fosse avviata una riforma a livello di antiriciclaggio e scambio di informazioni.

Negli anni a venire tutto questo si è ampiamente realizzato insieme alla rinuncia di una serie di altre circostanze quali il segreto bancario, l’anonimato societario ed altri privilegi. Evidentemente però, nonostante i tanti cambiamenti apportati al sistema sammarinese, i rapporti non solo a livello formale ma anche sostanziale non sono molto cambiati ahimè.

Affermo questo, perché i Sammarinesi e San Marino, oggi desiderano essere ascoltati.

Le devo confessare una cosa: i Sammarinesi come il sottoscritto, sono stanchi e sono preoccupati; sono stanchi e preoccupati di dover esser sempre rinunciatari e vivere con il timore di ritorsioni, sono stanchi e preoccupati perché crediamo di poter meritare di più in termini di riconoscimento istituzionale e meritare di più proprio da quella Italia che tanto noi consideriamo il nostro partner principale, e proprio da quegli Italiani a cui abbiamo dato, tantissimo, sin dai tempi della vecchia e grande Guerra Mondiale.

In questo caso, è storico il famoso gesto di accogliere in San Marino più di centomila rifugiati italiani che scappavano dalle persecuzioni e dai bombardamenti; non potevamo di certo permettercelo allora ma, i sammarinesi non hanno avuto tentennamenti nel proteggere i loro vicini di casa.

Signor Ministro, Lei non è ovviamente il responsabile di quanto sin qui esposto ma, ciò che mi permetto di dirLe con rigoroso rispetto è che abbiamo bisogno del Suo aiuto.

Si, abbiamo bisogno del Suo aiuto in quanto manca quella giusta dignità d’ascolto;

quella dignità d’ascolto che ci permette, quando esiste anche il ben che minimo problema tra i nostri due Paesi, di alzare il telefono e comunicare tra noi in maniera diretta e veloce, senza dover far perdere alcun tempo ed opportunità ad entrambe le nostre rispettive realtà statuali;

manca quella dignità di ascolto che, al di là dei patti che sanciscono i nostri rapporti, tra l’altro gli ultimi anche recentissimi, ci consente di rispettarci davvero fino in fondo e far sì che i nostri concittadini, praticamente cugini, si sentano davvero dentro a quel sentimento pieno di affetto e di integrazione.

Onorevole Ministro, immagino bene che i suoi impegni non Le consentiranno di rispondermi con celerità ma, spero con tutto il cuore, soprattutto nell’interesse del mio Paese e dei miei concittadini, che questo personale appello, genuino e del tutto privo di infingimenti, non cada nel vuoto e, magari un giorno, in base a quello che i Suoi impegni consentiranno e, credendo nella genuinità delle mie parole, Lei possa prendersi del tempo e correggere con più precisione il testo del decreto sicurezza che riguarda anche la Repubblica di San Marino ed in particolare il problema (unico e solo ma tanto discriminate per noi) della circolazione sul territorio italiano dei mezzi portanti targa sammarinese e, cosa ancora più piacevole, possa prendersi del tempo per esser presto a San Marino, nostro felice ospite, in quanto sentiamo il bisogno di avere interlocuzioni dirette e armoniose con chi, come Lei, ha il difficile compito di governare un grande Paese come l’Italia, alla quale noi abbiamo sempre rivolto sguardi di grande affetto e vicinanza ma, mai di sudditanza.

Il rispetto, la collaborazione, l’Amicizia, il sostegno, sono sempre stati gli elementi fondanti dei nostri rapporti ed accordi ufficiali.

Rispolveriamo quei sentimenti e sono sicuro che noi non saremo mai un problema per voi e voi altrettanto per noi anzi, insieme, potremo essere la forza pulsante di un intero territorio Italo – Sammarinese.

Onorevole Ministro Salvini, non approfitto ulteriormente del Suo tempo, La ringrazio anticipatamente per la Sua attenzione, Le confermo la mia personale stima e nel salutarLa cordialmente rimango speranzoso di un suo riscontro.

Consigliere della Repubblica di San Marino

Teodoro Lonfernini

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